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Il municipio dell’antico comune di Crescenzago

Un monumento dell’antico comune che oggi rischia di essere venduto ai privati.

di F. Scala, L. Marabelli, F. Ornaghi


Quando il 17 marzo 1861 venne pro­clamato il Regno d’Italia, Crescenzago contava una popolazione di 1.699 abitanti. In base alla legge del 1865, l’antico borgo diviene comune autonomo con un proprio consiglio comunale e un sindaco. D’altronde l’autonomia comunale a Crescenzago era nata già mezzo secolo prima, dopo la morte nel 1795 dell’ultimo abate commendatario Carlo Villana Perlas, e in seguito alla riforma ecclesiastica attuata dall’imperatore d’Austria Giuseppe II tra il 1780 e il 1790. Da allora e fino all’Unità d’Italia il Comune venne amministrato da una Deputazione, con a capo un proprietario terriero locale e due consiglieri.

Dopo l’avvento del Regno d’Italia i Consigli Comunali vengono eletti dagli “aventi diritto al voto”: è un suffragio “censitario”, che dà diritto di voto solo agli uomini capaci di leg­gere e scrivere, proprietari di case o terreni nel Borgo e possessori di un certo censo. Ciò determina che elettori siano solo i cosiddetti “ricchi”.

Il primo sindaco di Crescenzago è l’industriale tessile Domenico De Ponti, proprietario della filanda omonima, eletto nel 1869, incarico che mantiene fino al 1886.

Molto importante a quel tempo è la Congregazione di Carità, che delibera sulla concessione di vari sussidi sociali. Sul tema della viabilità, nel 1872 si delibera la costruzione o sistemazione delle “strade obbligatorie” (quelle che portano alle cascine Cattabrega, Roccolo, Piccapietra, Melghera, Olgettina e Ferrera). Nello stesso anno si istituisce la scuola serale e domenicale.

Nell’ultimo quarto del XIX secolo, le delibere prese dal Comune riguardano soprattutto la costruzione delle Scuole Comunali: si propone l’acquisto di terreni e la stipulazione di un mutuo di 9.000 lire per procedere alla costruzione dell’edificio. 

Altre delibere riguardano l’acquisto di azioni della Società per il Tramway Milano-Gorgonzola-Vaprio; progetti per l’ampliamento del cimitero comunale; contratti per l’illuminazione a gas; interventi a favore di “sussidiati poveri” e contributi all’Istituto Infantile Rurale fondato nel 1889; costituzione di un consorzio fra i comuni di Crescenzago, Greco, Turro Milanese, Gorla Primo per l’espletamento di un servizio medico chirurgico gratuito a favore dei poveri eccetera. 

Se precedentemente, le attività pubbliche e scolastiche facevano capo a Casa Berra, intorno al 1880 viene eretto il nuovo municipio del comune di Crescenzago, lungo il Naviglio, tra il vecchio ponte e la Corte dei Monti di via Amalfi. Inizialmente la costruzione è semplice, a un piano, poi nel primo ‘900 verrà innalzata per ospitare la scuola elementare comunale.

Il nuovo sindaco nel periodo 1888-1895 è Beniamino Beretta. La prima opera pubblica e sociale deliberata dagli amministratori comunali nel nuovo Municipio è l’Istituto Infantile Rurale, fondato nel 1889. 

Nel 1894 nasce un’altra istituzione di cui Crescenzago va orgogliosa da sempre, la Banda Municipale.

Nel 1895 Domenico De Ponti viene rieletto alla carica di sindaco e vi rimane fino al 12 maggio 1899.

Tra le delibere più significative del periodo, ne citiamo tre:

• 1896. Viene deliberato il rifacimento del ponte sulla Martesana, cui viene ridotta la curvatura a schiena d’asino, ma l’opera verrà realizzata solo nel 1913.

• Il Municipio viene rialzato di un piano: nel 1898 una delibera approva la sopraelevazione di un piano della Casa Comunale, da adibire a scuola elementare, i cui lavori termineranno nel 1912. 

• Poco dopo l’inaugurazione del nuovo ponte, il Consiglio delibera la costruzione nelle sue vicinanze di due lavatoi sul Naviglio Martesana: uno in sponda destra, coperto, l’altro in sponda sinistra. 

Dopo le dimissioni di Domenico De Ponti, la carica di sindaco di Crescenzago viene assunta nel 1899 dall’avvocato Guido Beretta (il cui nonno, Antonio Beretta, era stato il primo sindaco di Milano dopo l’unificazione d’Italia). Rimarrà in carica fino al 1907.

Seguiranno i sindaci: Vittorio Faini rimasto in carica fino al 1920; Giuseppe Sirtoli solo nel periodo 1920-1922; ultimo sindaco nel 1923, prima dell’annessione, è Attilio Pessina.

Le delibere comunali affrontano i problemi di sempre: manutenzione della Postale Veneta e dei binari tranviari. Nel 1918 viene elettrificato il servizio tranviario della linea Milano-Crescenzago. 

La Scuola elementare. Nei primi decenni del secolo era attiva la scuola don Enrico Tazzoli in via Berra. Nel 1912 viene aperta la nuova scuola elementare nei locali del Municipio, intitolata a Luisa Sanfelice, martire nella Rivoluzione Napoletana del 1799. 

Tuttavia gli spazi sono angusti e si rende necessaria l’apertura di nuove aule. Nel 1908 il Comune approva il progetto per la costruzione di un nuovo edificio scolastico nella zona di Corte Regina, ma la prima guerra mondiale e l’annessione di Crescenzago al Comune di Milano ritardano i lavori. Il nuovo complesso scolastico di via Bottego, intitolato a Giovan Battista Perasso, viene inaugurato solo nei primi anni 1930.

Nel frattempo a causa dell’aumento della popolazione si costruisce una nuova struttura scolastica in via Brambilla, nella periferia nord, verso Sesto San Giovanni. La nuova scuola, intitolata a Vittorio Bottego, è funzionante dalla seconda metà degli anni ‘30.

Fine del Comune di Crescenzago. Il 17 giugno 1917 il Consiglio inizia a esaminare le proposte circa l’aggregazione del Comune di Crescenzago a quello di Milano. Prima di accettare l’annessione, il consiglio pone al Comune di Milano alcune condizioni, ma molte rimarranno inevase suscitando malcontento nella popolazione, tanto che, negli anni successivi, partono lettere di protesta al podestà di Milano per il degrado in cui si trova il quartiere. 

Tuttavia il 14 aprile 1918 – dopo lunghe e contrastate discussioni tra i consiglieri – il Consiglio approva definitivamente la proposta di aggregazione. La sentenza arriva nel 1923: in esecuzione del Regio Decreto 2-9-1923, n. 1912, il Consiglio Comunale di Milano il 14 dicembre dello stesso anno delibera l’annessione alla propria Amministrazione Comunale di 11 Comuni autonomi fra i quali quello di Crescenzago. 

Nel palazzo dell’ex-Municipio la scuola elementare Luisa Sanfelice funziona fino al 1936. Nel frattempo gli scolari vengono progressivamente trasferiti alla nuova scuola elementare di via Bottego. La Banda Musicale, che precedentemente aveva occupato alcuni locali, durante la guerra interrompe ogni attività.

Nel dopoguerra gli spazi dell’immobile di piazza Costantino vengono assegnati dall’Amministrazione Comunale di Milano all’Anpi e al Corpo Musicale. Accanto alle due associazioni, nel corso degli anni ‘50 viene organizzato anche un ufficio postale, poi dismesso. Nel frattempo al piano superiore s’insediano alcuni partiti politici; in particolare il Partito Socialista Italiano vi tiene una sezione che rimane in vita fino alla crisi del partito nazionale, sostituito poi negli stessi ambienti dalla Cooperativa di educazione popolare Don Milani. Al piano terra, in uno spazio ricavato da un vecchio deposito, nel 2000 si stabilisce la sezione di Crescenzago di Legambiente.

La “cartolarizzazione”. Con l’operazione “cartolarizzazione” del 2007 l’Amministrazione Comunale affida al Fondo Immobiliare n. 1 la messa in vendita a privati, tramite asta, di beni immobili del Comune di Milano, compreso l’ex-Municipio, anche se l’edificio è vincolato dalla Sovrintendenza come “patrimonio storico e culturale”. 

Dopo l’uscita della Cooperativa Don Milani l’intero primo piano rimane vuoto, mentre i locali del piano terra continuano a essere occupati da Anpi, Corpo Musicale e Legambiente Crescenzago, associazioni con le quali il Comune aveva firmato regolare contratto d’affitto, ma che ora, nella logica della “cartolarizzazione”, rischiano di essere sfrattate.

Fin dal 2007 le associazioni chiedono che il bene torni di proprietà pubblica per diventare la “Casa Crescenzago”, come sede delle associazioni e centro civico, culturale e artistico del quartiere. Il progetto delle associazioni chiede anche la razionalizzazione della viabilità, ma soprattutto la riqualificazione della piazza includendo l’area libera tra via Meucci e via Adriano (ex-parcheggio). 

La mobilitazione dei cittadini intorno a questi obiettivi porta a raccogliere oltre 3000 firme e il Consiglio di Zona 2, il 27 marzo 2008, chiede «il blocco della dismissione dell’immobile, lo stralcio della delibera e il mantenimento dell’attuale uso alle associazioni». Cambiate l’Amministrazione comunale e zonale, nel 2012 con apposita delibera il nuovo Consiglio di Zona ribadisce la richiesta che «l’ex-Municipio di piazza Costantino […] resti fruibile per la cittadinanza e torni a essere pienamente patrimonio pubblico, che venga mantenuto il godimento alle associazioni locate e che l’edificio venga riacquisito dal Comune di Milano». 

Il 30 novembre 2015, con delibera n. 34, il Consiglio Comunale accoglie la richiesta, approvando l’emendamento n. 59 al Bilancio di previsione 2016, che stabilisce di «procedere alla permuta tra Comune di Milano e il Fondo Immobiliare 1 dell’edificio ex-Municipio di Crescenzago […] con l’area di proprietà comunale […] sita in via Cascia […]». In questo modo l’ex-Municipio di Crescenzago torna al Demanio comunale e diventa possibile in prospettiva attuare il progetto voluto dalle organizzazioni sociali per far nascere Casa Crescenzago.

Il 24 marzo 2016, infatti, rispondendo a una lettera delle associazioni, il direttore centrale del Settore Casa e Demanio del Comune di Milano, comunica che BNP Paribas, gestore del Fondo Immobiliare “Comune di Milano 1” aveva “avviato l’iter necessario per dare esecuzione alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 34 del 30-11-2015 relativamente alla permuta dell’immobile in oggetto con altra area comunale attraverso l’acquisizione di documentazione relativa a detta area dal Settore Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree che ne ha effettuato una prima stima”. 

Di conseguenza le otto Associazioni che condividono gli interessi e i progetti di Legambiente, Banda di Crescenzago e Anpi, chiedono fin dal 2018 di “stralciare – come da Delibera n. 34/30-11-2015 del Consiglio Comunale di Milano – dal piano di vendita e restituire al Demanio il Palazzo di piazza Costantino, già sede del Comune di Crescenzago, dichiarato dalla Sovrintendenza patrimonio storico, architettonico e ambientale; e salvare l’edificio dal degrado e valorizzarlo come Casa Crescenzago, bene pubblico del Quartiere e Palazzo delle associazioni e delle culture, dell’impegno civico e dell’ambiente, della musica e dell’arte”.

Il conflitto con il Comune è ancora in corso e le associazioni ritengono di dover ricorrere alla giustizia amministrativa.

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