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Off Campus NoLo: il Politecnico vicino al quartiere

di Marco Piccardi


Off Campus NoLo è uno spazio do­ve docenti, ricercatori e studenti del Politecnico di Milano possono sviluppare attività di didattica innovativa e di ricerca per realizzare nuove progettualità per il quartiere e i suoi a­bitanti. Lo spazio ospita attività culturali dedicate a ogni fascia d’età, e uno studio di Radio Nolo che produce podcast di informazione su tematiche locali. L’Off Campus si trova in Viale Monza 54, all’interno del Mercato comunale coperto, ed è aperto da martedì a venerdì dalle 10 alle 18. Presso lo spazio è disponibile al pubblico un archivio di quartiere, con testi e documenti. Coordinatore scientifico dell’Off Campus è Davide Fassi, professore associato del Politecnico di Milano/Dipartimento di Design, nonché delegato dal Rettore per le attività culturali. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare questa interessante realtà presente in Zona 2.

Dal 2018 sono cinque gli Off Campus del Politecnico: quattro in diversi quartieri della città mentre il quinto è all’interno del carcere di San Vittore. Com’è nato nel suo insieme questo progetto? E quando si è attivato l’Off Campus NoLo?

«Tutto ha preso il via nel 2010/11 quando è nato il progetto Polisocial, cioè la missione di responsabilità sociale del Politecnico, per dare un’identità al lavoro di quei docenti e ricercatori che già facevano ricerca e didattica sul campo, fuori dalle aule, a contatto con le realtà di quartiere, con le persone: una ricerca responsabile che sviluppa attività di utilità sociale insieme alle associazioni, all’amministrazione pubblica e a enti no-profit. Ogni Off Campus ha caratteristiche diverse dagli altri. Ad esempio quello di cascina Nosedo, al confine con il Parco Agricolo Sud Milano è focalizzato sul tema dell’alimentazione. Nel nostro caso, e lo avevamo capito facendo ricerca negli anni precedenti, i temi principali sono lo spazio pubblico e i servizi ai cittadini. Quindi si trattava non solo di fare attività didattica sul campo, ma di provare ad essere presenti sul territorio, attivando dei presìdi territoriali dove si era già maturata un’esperienza di ricerca, di avere dei luoghi fisici in cui poter dare continuità all’intervento. Noi abbiamo inaugurato nel settembre del 2020, tra il primo e il secondo lockdown».

Dunque per lo studente è una scelta didattica possibile. Si tratta di un’alternativa o di un’integrazione al seguire dei corsi e a studiare dei libri?

«L’università Politecnico prevede la didattica e la ricerca. Quella a cui noi facciamo riferimento è una didattica progettuale solitamente fatta in laboratori di progettazione, che può anche essere svolta in aula su temi concordati con il docente. Ma a fine semestre, quando gli studenti hanno presentato il proprio progetto e le sue tavole, tutto poi finisce probabilmente in un cassetto. In alternativa, possono partecipare ad un percorso con i destinatari di questi progetti (di spazi o di oggetti o di artefatti di comunicazione) i quali possono dare spunti per soluzioni reali o per possibili scenari futuri. Il valore aggiunto per lo studente è l’essere sul campo, avere già a che fare con quella realtà con cui un domani si dovrà necessariamente confrontare nella sua attività professionale. In tempo di pandemia qui a NoLo abbiamo aiutato i commercianti a creare dehor sulle strade, non più concepiti come strutture fisse ma più leggere e removibili. Poi abbiamo fornito aiuto alle associazioni per interventi di urbanismo tattico, cioè la trasformazione di uno spazio pubblico inutilizzato in uno spazio fruibile, come avvenuto per la piazza Spoleto, davanti alla Scuola Media Ciresola. Non l’abbiamo disegnata noi, ma abbiamo affiancato i tanti attori del territorio nello studio di un percorso di valorizzazione e presa in cura del luogo pubblico, anche attraverso il Patto di Collaborazione proposto dal Comune. Analoga collaborazione abbiamo offerto per la risistemazione della piazzetta Transiti, a Pasteur».

Quindi l’Off Campus si propone come punto di riferimento per le associazioni che agiscono sul territorio. Ce ne vuole citare qualcuna con cui siete in contatto? 

«C’è l’Associazione PiNoLo, formata dai commercianti di via Varanini, che abbiamo aiutato per i dehor.

Poi c’è Legambiente, che segue gli orti di via Padova, gli Amici del Parco Trotter, la cooperativa sociale di solidarietà COMIN, il locale e centro culturale Mosso, l’Associazione di peruviani Para Todos, l’Associazione di genitori della Scuola Media Ciresola, ecc».

Come avvengono i primi contatti con le associazioni? Sanno che siete qui al Mercato Comunale e vengono a cercarvi? E in quanti siete poi ad affrontare gli interventi?

«Sicuramente essere in uno spazio così riconoscibile e frequentato facilita le cose. E questo vale non solo per le associazioni ma anche per le persone singole: si incuriosiscono e ci chiedono che cosa facciamo. 

La collaborazione è ovviamente a titolo gratuito. Mettiamo a disposizione le nostre competenze per sviluppare delle idee e cerchiamo anche di trovare delle opportunità economiche per realizzarle, come bandi o altro. Ad esempio c’è SOSpesa, che sta per SOS Spesa: sono venti spese gratuite la settimana offerte a venti diverse famiglie del quartiere, a rotazione tra 140 selezionate. In questo quartiere c’è infatti un’alta percentuale di popolazione con reddito sotto soglia.

L’iniziativa è finanziata tramite un bando, donazioni di privati e il supporto di associazioni che si occupano di lotta alla povertà alimentare. A coordinare le attività in Off Campus siamo in due docenti del Politecnico. Gli studenti sono coinvolti direttamente nelle attività, e sono 200 ogni anno, con un ricambio semestrale. Abbiamo sempre una quindicina di studenti che frequentano l’Off Campus. Un numero sufficiente a permetterci di tenere l’Off Campus aperto al pubblico. E poi c’è un gruppo di dieci/dodici volontari che a turno collaborano con noi. Questi ultimi sono persone che vivono nel quartiere, tra cui pensionati ma anche studenti di altre università che vivono qui in zona».

Nell’Off Campus avete ospitato eventi della Milano Design Week, di Book Ci­ty e del festival dello Sviluppo Sostenibile. Inoltre avete dato lo spazio per uno studio di Radio NoLo.

«Radio NoLo è nata nel 2017 da un gruppo di amici del quartiere con l’idea di produrre podcast non di avere una diretta 24 ore su 24. Li abbiamo scelti come partner in quanto voce del territorio. Con loro realizziamo una serie di podcast dal titolo In poche parole che si basa sul lavoro di ricerca chiamato Il vocabolario di quartiere. Per arrivare a definire il senso di appartenenza al quartiere, abbiamo selezionato dieci parole calde mutuate dalle discussioni sui social network (degrado, cambiamento, divertimento, ecc.) e le affrontiamo interpellando le diverse comunità presenti sul territorio. Inoltre Radio NoLo organizza presso l’Off Campus dei laboratori gratuiti sui linguaggi dei media, corsi di DJ e di formazione base per affrontare il microfono».

Accanto all’edificio del mercato comunale avete allestito un piccolo spazio all’aperto adibito ad iniziative culturali pubbliche…

«L’abbiamo inaugurato nel maggio di quest’anno e chiamato Out. Lo spazio non è nostro ma abbiamo contribuito a crearlo. Era una sorta di discarica che abbiamo recuperato assieme all’Associazione Il Vespaio, un team di designer, ricercatori ed educatori, con sede in via Ferrante Aporti, che si occupa di ecodesign e sostenibilità, e con l’Associazione Genitori Ciresola, che ha ideato un corso di coding per bambini. In accordo con l’Associazione dei Commercianti del Mercato, sono state ospitate serate di musica e di stand up comedy, nonché eventi del Fringe Festival».

L’attività dell’Off Campus ha avuto dei riconoscimenti pubblici, mi pare. E ci dica anche di progetti per l’immediato futuro.

«Off Campus NoLo e i podcast Vocabolario di quartiere sono stati selezionati per l’ADI Design Index 2021 e sono stati in mostra all’ADI Design Museum per diversi mesi. SOSpesa ha avuto una menzione speciale al Panettone d’Oro 2022, Premio alla Virtù Civica. E il progetto dei cinque Off Campus del Politecnico ha vinto l’Ambrogino d’Oro nel ’22. Nel prossimo futuro, a fine settembre, in occasione dei tre anni del nostro Off Campus, inauguriamo un nuovo spazio all’interno del Mercato, collegato all’attuale. Lo useremo sia come aula per la didattica sia per iniziative culturali come talk, presentazioni di libri, seminari. E siamo in attesa di sapere se avrà qualche risposta interessante la Manifestazione d’interesse per la ristrutturazione e valorizzazione dell’immobile, che il Comune ha pubblicato ad inizio agosto».

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