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Il mestiere più bello del mondo 

Molti dei ragazzi nati nel 2005 e nel 2006, in questi ultimi mesi dell’anno scolastico dovranno individuare l’università che frequenteranno una volta che saranno terminati gli studi superiori.

Spesso questa decisione lascia aperto un ventaglio di possibilità lavorative eterogenee. Alcune facoltà infatti consentono di immaginare un futuro vago e incerto dove riposare ancora un po’ tra i libri e maturare i sogni acerbi degli adolescenti. A diciassette, diciotto anni (non diciamolo a loro) si è ancora dei bambini. Tuttavia in alcuni ristretti casi il tipo di università che si sceglie è vincolante, ossia quella laurea circoscriverà il futuro professionale in modo abbastanza preciso e delineato.

Questo numero del giornale è stato dedicato a temi femminili e vorrei parlare allora alle giovani donne che fra uno o due anni andranno all’università. Prima di tutto, andateci. Spendetevi adesso. Fate il massimo. Fate vedere chi siete. E se vi va, prendete in considerazione la facoltà di medicina veterinaria.

È una piccola facoltà a numero chiuso, a Lodi, con frequenza obbligatoria. I primi anni si studiano materie abbastanza astratte e sradicate rispetto all’immaginario. No, non si salvano i gattini abbandonati dalla mamma. Non ancora.

Si studia chimica, statistica, fisica, biologia, inglese. La materia inizialmente è del tutto inorganica e astratta. Viene da chiedersi: “ma cosa sono venuto a fare qui?” E invece è il posto più giusto del mondo, se vuoi fare il medico degli animali. Man mano che si va avanti nel piano di studi, quinquennale, si sedimentano le conoscenze e ci si immerge in un mondo concreto e fisico, scientifico e razionale. Senza un briciolo di avventura, senza fantasia. Ci si impegna, si studia e si diventa medici. Una volta faticosamente raggiunto il bel risultato della laurea, il mondo è tuo. Quasi.

C’è un bisogno grande di veterinari e la professione è completamente meritocratica. C’è spazio per tutti, ma la declinazione è prevalentemente femminile. Certamente è un lavoro adatto a chiunque, ma sembra che le donne vi si trovino meglio, vista la netta prevalenza di dottoresse.

E cosa fa mediamente un veterinario? Paola, la pediatra di mio figlio mi disse una volta: “Noi pediatri siamo gli unici dottori ad essere come i veterinari, dobbiamo sapere tutto e avere a che fare con pazienti che non parlano”. Aveva ragione, perché il veterinario nonostante l’elevato livello di specializzazione possibile, resta in generale un medico olistico, che deve occuparsi di tutto il paziente e perfino del proprietario. Ad ogni modo volendo ci si può specializzare sino a spaccare il capello in quattro.

Si può diventare radiologi, ecografisti, dermatologi, chirurghi, endoscopisti, oculisti, perfino manager. Ditene una, esiste. E se non esiste ancora, potete costruirla voi, la vostra professione. Non c’è un vero limite.

Una sorpresa viene però allo scoperto un bel po’ di anni dopo la laurea, ossia che forse da bambina intendevi fare il veterinario perché ti piacevano gli elefanti, i cani, le lucertole e i pipistrelli, e alla fine ti accorgi che si è trattato di tutta un’altra storia, perché il futuro era un gran bell’orizzonte, ma troppo lontano per vederne i dettagli e in più era nascosto dalla nebbia.

Comunque sia, ragazze, non sia mai che abbiate a dire: “mi sarebbe tanto piaciuto”. Se il futuro vi sembra lontano e i suoi dettagli sono sfocati, fatevi sotto e andate a vedere di cosa si tratta: in ogni caso sarà un bel viaggio.

Nicoletta Bevere
Nicoletta Bevere
Medico Veterinario
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Numero 01-2024

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