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Il piccolo amico sgradito 

Chi non ama gli animali alzi la mano. Ma non alziamola troppo in fretta, perché bisogna specificare: pensiamo al gattino, al coniglietto, alla tartaruga, al pesce rosso (vado in ordine decrescente in base allo sviluppo della corteccia cerebrale). Cosa ci piace degli animali? E noi piacciamo agli animali? Cosa ne sa il pesce rosso che lo vogliamo colorato e sano in una scatola di vetro? E cosa ne sa la tartaruga sull’isolotto di plastica che noi la troviamo tanto carina e decorativa?

Niente, questi animali li abbiamo scelti noi, ma loro ne farebbero a meno. Invece esistono animali che hanno veramente voluto noi come compagni di vita, da migliaia di anni. Il gatto ad esempio ci adora, ci guarda proprio come se fossimo le persone più belle di sempre. Anche il cane ci ama fortissimo, appare ovvio da come ci festeggia quando torniamo a casa dopo che siamo scesi un attimo a buttare il vetro. Questi sono esempi di reciproca adorazione uomo-animale.

C’è un altro piccolo amico che ha una vera e propria passione per noi uomini. Apprezza la città, abita spazi angusti, è autosufficiente ed è sinantropo come lo sono cani e gatti da tempo immemorabile, anche se per istinto ci segue con maggiore discrezione e cautela. Purtroppo in questo caso l’amore non è reciproco: lui ci vuole sempre vicini ma molti di noi sono piuttosto insofferenti a questa presenza.

La mia vicina di casa Anna ad esempio dice che se ne vede uno, si trasferisce. Ma Anna, dove vai? Il ratto bruno è la specie più diffusa e invasiva del pianeta! (Oh, guarda un po’ da che pulpito! Risponderebbe il topo…).

Per trovare una città libera da questa creatura piena di risorse bisogna andare in capo al mondo. Non è che a Precotto ora ci siano più topi di prima, è che adesso anche loro finiscono sul gruppone Facebook.

Dopo l’invasione (di foto) di topi alla scuola di via Sant’Uguzzone sembra che il problema sia emergente, ma i topi sono i nostri peggiori coinquilini da una vita.

Forse gli allagamenti di ottobre e i vari cantieri della zona li hanno costretti a spostarsi un poco, tuttavia il loro numero è esattamente equilibrato rispetto alle fonti di cibo lasciate a loro disposizione.

Non si può pensare che il controllo dei topi venga affidato alle derattizzazioni, perché sono una specie talmente prolifica che i veleni possono solo appiattire leggermente la curva di crescita della popolazione per qualche mese. Il vuoto che si crea nella nicchia biologica è solo momentaneo.

La nicchia biologica, lasciata libera da un avvelenamento massiccio di topi, non verrà riempita da unicorni con la criniera arcobaleno ma da altre belle pantegane, magari più furbe di quelle che si sono fatte avvelenare, o più resistenti a quel determinato topicida. E tra l’altro, a proposito di furbizia, ogni tanto con i topicidi ci si avvelenano anche i cani, non si sa come.

I topi sono probabilmente tra gli esseri più intelligenti e adattabili del pianeta, dopo i bambini piccoli. Sono sociali, sono metacognitivi, sanno di esistere, ci controllano, sopravvivono comunque.

La cosa migliore che possiamo fare è tenere i giardini puliti, fare la raccolta differenziata, chiudere bene i sacchetti dell’umido, non abbandonare avanzi di cibo e smettere di usare i bidoncini verdi per appoggiarci il cartone della pizza con il giro di crosta, perché quello che per noi è un avanzo, per il caro sorcio è un invito a cena. 

Nicoletta Bevere
Nicoletta Bevere
Medico Veterinario
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Numero 01-2024

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