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Gatti e allergie? la convivenza è possibile

I gatti sono tra gli animali domestici più diffusi nelle nostre abitazioni. Sono gli animali da compagnia per eccellenza, nel senso che l’unica grande eccellenza del gatto nei confronti della nostra specie sta proprio in questo: farci compagnia.

Loro, abilissimi predatori che non rifiutano tuttavia un pasto gratis, ci hanno adottati migliaia di anni fa certamente grazie alla maggiore quantità di risorse alimentari disponibili in nostra vicinanza.

L’uomo, che ha piegato al proprio bisogno qualsiasi essere vivente potenzialmente utile del pianeta, non è mai stato capace di insegnare al gatto come aiutarlo a cacciare le anatre o come inseguire la traccia di una volpe. Neppure si è mai visto un gatto seriamente impiegato per fare la guardia alle galline, difendere la casa dai ladri o che porti al pascolo un gregge di pecore. Tuttavia l’uomo li ospita volentieri e li accudisce da sempre, senza volere nient’altro in cambio che la loro presenza.

I loro grandi occhi obliqui e la testa triangolare trovano riscontro nei nostri stessi canoni estetici, il movimento fluido ed elastico è piacevole da guardare.

I gatti sono a loro volta attratti dal nostro viso, ci fissano direttamente negli occhi seguendoci con sguardo spalancato e immobile, come se stessero di fronte all’essere vivente più interessante del pianeta. Diciamolo, i gatti ci hanno proprio convinto. Eppure non tutti si possono avvicinare a questa meraviglia della natura senza provare un fastidioso pizzicore al naso, un preoccupante bruciore agli occhi o addirittura l’insopportabile sensazione di gola chiusa e difficoltà a respirare.

Il gatto purtroppo è uno dei maggiori responsabili dell’asma allergica nell’uomo. Viene superato sul podio solo dall’acaro della polvere, vincitore assoluto.

C’è dell’ironia nel fatto che due esseri così distanti nella scala del nostro gradimento, risultino tanto vicini in questa classifica. Non è naturalmente il pelo del gatto a darci problemi. Quello cui siamo allergici è principalmente una piccola proteina volatile chiamata FeLD1, grande quanto le polveri sottili e quindi in grado di essere inalata.

La FeLD1 viene eliminata con la saliva, ma anche dalle ghiandole sebacee, per tali ragioni la lunghezza del pelo non fa differenza. Fortunatamente il nostro cocciuto amore per questi animali è riuscito a sviluppare diverse strategie per limitare il problema dell’allergia al gatto, tanto che attualmente la maggior parte degli allergici, con adeguati accorgimenti, può pianificare una serena convivenza con un felino.

Un aspetto curioso del fenomeno allergico è che l’esposizione dei neonati a vari allergeni, tra cui quelli del gatto, previene lo sviluppo dell’asma. Lo dimostra uno studio su oltre 400 bambini figli di almeno un genitore asmatico, seguiti dalla nascita fino ai 7 anni di età, dove la presenza di maggiori quantità di allergeni nell’ambiente domestico è stata correlata ad una minore probabilità di sviluppare allergie.

Quindi… gatti, fatevi avanti.

Nicoletta Bevere
Nicoletta Bevere
Medico Veterinario
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Numero 01-2024

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