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Salviamo i fagiani di via Adriano

Sicuramente ci adagiamo più volte al giorno sulle foglie di un cuscino stampato e, da bambini, abbiamo dormito abbracciati a improbabili animali di peluche. L’idea di essere circondati da piante, acqua e animali ci rassicura, il verde e l’azzurro sono colori rilassanti.

Sembra che sia così perché veniamo dalle praterie, dove questi colori e la presenza di uccelli e mammiferi segnalavano la pienezza di risorse vitali. Chi va in vacanza cerca soprattutto la natura ed è disposto a fare parecchia strada.

In questo periodo molti mi chiedono come viaggiare in aereo con il loro animale. Ebbene, c’è da dire che a volte gatti e cani detestano essere sollevati da terra perfino di quei pochi centimetri necessari per stare tra le braccia del loro amore umano. Figurarsi se sapessero che quell’idolo di uomo o di donna sta facendo tutti i documenti necessari per portarli in aereo, mettendo tra i loro piedini e la vera superficie terrestre diversi chilometri di aria purissima. Non capirebbero. Ma noi, che abbiamo imparato a volare come gli uccelli, non potevamo fare a meno di rendere partecipi anche loro di questo prodigio.

Quest’estate però quelli che dovranno veramente prendere il volo non sono i nostri animali domestici, ma sono i fagiani di via Adriano. Chi come me percorre abitualmente in auto quella via, avrà prima o poi frenato bruscamente davanti ai colori di un fagiano maschio. Si inchioda la prima volta sia per lo stupore e la sensazione di cosa impossibile, sia perché andando all’Esselunga non si prevede in genere di prendere un fagiano, meno che mai prenderlo sotto con la propria auto.

Le bestiole si avvistano da diversi anni nello spazio dove ancor prima, dal cantiere di via Gassman, veniva sversata l’acqua di lavaggio delle betoniere. Una volta essiccati i residui cementizi, finite le opere di costruzione e abbandonata l’area, la natura ha ripreso il sopravvento, la conca sterile tra via Gassman e via Vipiteno si è riempita di cespugli e sono apparsi i fagiani.

Non sono certo volati lì in vacanza per il verde e l’azzurro dell’hinterland milanese, ma sono gli ultimi esemplari di una popolazione ben più numerosa che abita la zona da sempre e della quale ci siamo accorti una volta invaso il loro spazio. Questo però non è un Paese per fagiani e mesi fa è stato aperto il nuovo cantiere.

I lavori hanno certamente azzerato i già miseri progetti abitativi dei poveri uccelli, eliminando erbe e cespugli, tanto da credere che non ci sia più alcuna possibilità di rivederli. In realtà l’ultimo avvistamento ufficiale è molto recente. Il 22 aprile il sito di scavo è stato oggetto di interesse in seguito al rinvenimento di un ordigno bellico della Seconda guerra mondiale.

Chi ha curiosato attorno ai Vigili del Fuoco e agli artificieri dell’Esercito ha potuto fotografare i fagiani della resistenza ad oltranza. È difficile immaginare una nicchia ecologica cittadina per animali così appariscenti e bisognosi di spazio, cespugli, alberi e rifugio. Probabilmente spariranno. Oppure no, dipende anche dai nostri comportamenti individuali. Perché se è bello prendersi cura di fiori, piante e animali tra le mura domestiche, rallentare l’auto o trattenere il cane per preservare un fagiano di passaggio è un’esperienza coloratissima, verde, rossa, bruna, arancio e anche un po’celestiale.

Nicoletta Bevere
Nicoletta Bevere
Medico Veterinario
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Numero 01-2024

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