di Roberta Osculati – Vicepresidente del Consiglio comunale di Milano
In questi anni, il mercato immobiliare, senza finanziamento pubblico, ha portato a una situazione fuori controllo, in cui si registra mancanza di mercato per chi ha disponibilità di un reddito medio. Di fronte al continuo fenomeno dell’espulsione di molti lavoratori della classe media dalla città, il Comune di Milano dà un segnale di inversione di rotta e avvia una coraggiosa politica per la casa con una forte regia pubblica: 300mila mq di aree comunali per realizzare 10mila alloggi in affitto a costi accessibili, per chi abita a Milano e nella città metropolitana, entro i prossimi 10 anni.
Il Piano si focalizza sugli alloggi in locazione e si articola su due fronti.
Il primo riguarda la riqualificazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), attraverso il reperimento di risorse utili alla manutenzione di quelli sfitti per aumentarne le disponibilità. Il secondo riguarda lo sviluppo prioritario di abitazioni in regime di Edilizia Residenziale Sociale Calmierata (ERSC), vale a dire alloggi in locazione permanente con canoni che non superino il valore di 80 euro/mq anno, così da rispondere al fabbisogno abitativo della fascia media della popolazione, con reddito tra 1.500 e 2.500 euro/mese.
“È un piano con una forte regia pubblica – spiega l’assessore alla Casa Guido Bardelli – . Il Comune non si limiterà a mettere a disposizione un numero significativo di aree proprie, ma definirà anche le regole e le linee guida di sviluppo dei progetti da realizzare con la collaborazione del settore privato e del privato sociale. Siamo pronti ad accogliere le proposte di cooperative, fondazioni e di tante altre realtà che vogliono dare un reale apporto alla questione abitativa milanese. Il piano apre una sfida ambiziosa, ma offre anche una preziosa opportunità, quella di ricucire la città sotto il profilo dell’inclusione sociale”.
Il Piano si svilupperà in modo incrementale, in coerenza con le previsioni del Piano di Governo del Territorio, per realizzare 10mila nuovi alloggi (circa 6.500 a Milano e 3.500 fuori Milano), nel corso dei prossimi 10 anni. Si incomincerà nel 2025 dalle aree via San Romanello, via Sant’Elia (ex Palasharp), via Demostene e Porto di Mare; a cui si aggiungeranno via Giolli, via Trevi, via Pitagora, via Bovisasca, via Esterle, via Quinto Romano, via De Notaris, via de Lemene, via Zama/via Salomone, viale Certosa, piazza Abbiategrasso, piazzale Martesana, Pompeo Leoni, via Betti/Cechov, via Medici del Vascello, via Gatto/via Cavriana e via Balsamo Crivelli. Per l’attuazione del Piano, il Comune si impegna inoltre a valutare ulteriori aree di sua proprietà nell’hinterland, lungo le direttrici della metropolitana e delle linee ferroviarie, aprendo interlocuzioni con le Amministrazioni dei Comuni di Cologno Monzese, Gessate, Garbagnate Milanese e Senago.
È una buona notizia che, in mancanza di politiche abitative sia sul fronte di Regione Lombardia che a livello nazionale da parte del Governo, il Comune di Milano non si rassegni a un processo ineluttabile e sia stato capace invece di lanciare alla città questa grande sfida.