1923, anno dell’inclusione nell’amministrazione cittadina degli antichi comuni della cerchia milanese: Affori, Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino. Nel 2023 cade il Centenario della espansione della Milano storica, che divenne la Grande Milano.
A ben guardare, di 11 comuni, ben tre appartenevano all’odierno Municipio 2. Se pensiamo che Gorla e Precotto precedentemente erano separati e Turro era già stato incorporato nel 1918, i comuni del nostro territorio aboliti e annessi alla città furono ben 5. Edo Bricchetti, ironizzando sull’annessione diceva: “più che di un manifesto celebrativo dovremmo parlare di un necrologio”.
Tuttavia la macchina organizzativa, in collaborazione con il Comune di Milano, da tempo si è messa in moto con decine di aderenti quali cultori di storia locale, associazioni di quartiere, testate giornalistiche di Municipio, editori, docenti universitari. Si raccolgono materiali da pubblicare sul sito già registrato “lagrandemilano”, aperto da poco.
Entro fine 2022 avrà luogo in sala Alessi del Comune un grande convegno di carattere storico. Dopodiché in ogni municipio nel corso del 2023 si organizzeranno iniziative di recupero storico connesse con proposte volte alla riparazione o manutenzione di siti locali particolarmente importanti.
Il pensiero alla base del concetto di “Grande Milano”, in conclusione, vuole dimostrare che la città, intesa come vecchio centro storico, sarebbe un’entità appartenente a una storia diversa, probabilmente una storia nazionale, mentre l’anima della Milano autentica è data da quei cittadini che un tempo vivevano negli undici comuni assorbiti, oppure da quei cittadini abitanti nel vecchio quartiere del Bottonuto ed espulsi dal centro quando il centro storico si doveva ristrutturare per ammodernarsi e abbellirsi. La città odierna, poi, è fatta sempre più spesso di nuova immigrazione proveniente dalle diverse regioni italiane, e recentemente dal Nord-Africa, dall’Est Europeo o Asiatico.
A ben vedere, ogni Comune disciolto, ogni borgo antico, nonostante l’inclusione nella città, ha conservato la propria specifica identità, il sentimento di una speciale appartenenza territoriale nella continuazione di una propria tradizione storica e culturale.
Dire piazza Precotto, piazza Greco, piazza Governo Provvisorio a Turro, piazza Costantino a Crescenzago, piazza Piccoli Martiri a Gorla, piazza Belloveso a Niguarda significa indicare il centro, il cuore, di altrettante comunità che, nonostante l’incorporazione, conservano una propria fisionomia caratteristica, abitudini radicate, conoscenze di lunga data, relazioni umane continuate lungo tutta una vita e iniziate fin dagli anni dell’asilo o della scuola elementare, un clima di paese e siamo solo a 20 minuti di metrò da piazza del Duomo, o, come ricordava a fine ‘800 il parroco don Davide Sesia, «Turro è un paese sotto un certo aspetto invidiabile, perché vi si vive in perfettissima quiete, e quasi son per dire una specie di romitaggio, e al tempo stesso si è a 10 passi in città».
Il sito www.lagrandemilano.it è stato aperto ed è in rete. Contiene ovviamente la descrizione dei vecchi Comuni inglobati, con un apparato fotografico di tutto rispetto. Gabriele Pagani ha ripescato, da una accurata ricerca d’archivio, gli stemmi originali degli ex-Comuni. Roberto Arsuffi di Urbanfile ha ricreato la mappa della Grande Milano con i confini del 1923 e precedenti. L’elenco degli ex-Comuni, borghi e frazioni ospitati nel sito è molto ampio: Affori (con Bruzzano e Dergano); Baggio (con Quinto Romano, Quarto Cagnino, Sella Nuova, cascine Linterno e Bosco in Città, Assiano e Muggiano); Chiaravalle (con Nocetum e Rogoredo), Crescenzago (con Cimiano e Parco Lambro), Gorla, Greco, Precotto, Turro; Corpi Santi (con Lorenteggio e Barona, Bovisa, Monluè, Macconago, Selvanesco, Tre Ronchetti, Cascina Annone, Ronchetto sul Naviglio); Lambrate (con Ortica); Musocco (con Villapizzone, Vialba, Quarto Oggiaro, Roserio, Garegnano/Certosa); Trenno; Vigentino (con Castellazzo).
Ci affidiamo alla memoria dei luoghi che raccontano e non tradiscono. Come scriveva Sam Savage, “niente esiste per più di un istante, tranne ciò che custodiamo nella memoria” (da: Sam Savage, Firmino).