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I primi cent’anni della Grande Milano

Doppia ricorrenza, quest’anno, per la Grande Milano: i 150 anni dall’annessione dei “Corpi Santi” (1873) e i 100 anni dall’aggregazione degli 11 comuni limitrofi di prima fascia (1923). Vediamo come si è arrivati a queste celebrazioni e, per quanto riguarda Precotto e Villa San Giovanni, il documento presentato dall’associazione Borghi Milanesi al sindaco Sala dei monumenti da salvare dall’incuria e dal vandalismo.

Intervista a Walter Cherubini, portavoce di Consulta periferie Milano

Antichi Comuni, Borghi e periferie. A che punto siamo?

di Marco Balsamo


Approfondiamo alcuni aspetti del Centenario Antichi Comuni Milanesi 1923-2023, insieme a Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano, uno dei 25 firmatari del relativo “Appello” (gennaio 2022) inviato a sindaco, assessori, consiglieri comunali, Municipi e… alla cittadinanza milanese.

Siamo al giro di boa di questo 2023, dedicato anche al Centenario degli 11 Antichi Comuni aggregati a Milano nel 1923. Possiamo fare un primo bilancio?

C’è sicuramente un certo fermento. Comune e Municipi si stanno muovendo. Più in particolare, siamo convinti che il Centenario sia l’occasione per porre al centro dell’attenzione cittadina gli attuali territori periferici nella loro complessità, sottolineandone l’evoluzione geografico-organizativa del Comune di Milano.

Evoluzione “organizzativa” del Comune, cioè?

Non deve essere perso di vista il fatto centrale, cioè la riorganizzazione dell’Amministrazione comunale. Tanto per dare un’idea: prima gli abitanti avevano sindaco ed assessori, eletti per risolvere i problemi della rispettiva comunità, nella piazza di Crescenzago, di Gorla o di Greco; poi se li ritrovarono in piazza della Scala e a Palazzo Marino. Così, i territori degli 11 Comuni aggregati divennero la “periferia urbana” di Milano. 

E la Milano “policentrica”?

Un elemento fondamentale del “policentrismo urbano” è costituito da un’Amministrazione altrettanto policentrica: se non c’è l’una, l’altro è solo un auspicio. In tal senso, un tentativo di riposta venne attuato negli anni 1968-1969 con l’introduzione del Decentramento e i 20 Consigli di Zona configurando il governo urbano come un “sistema politico policentrico”.  Purtroppo, finora tutto è rimasto sostanzialmente negli intenti. Per avere un indicatore, si consideri che ciascuno dei 9 Municipi ha un bilancio di circa 1 milione/anno, mentre quello del Comune di Milano è di circa 3.000 (tremila) milioni/anno.  

Noi milanesi conosciamo Milano?

In effetti, parafrasando Bonvesin da la Riva (anno 1288, NdR), possiamo dire che “i milanesi non conoscono Milano”. Nasce da queste considerazioni il progetto PeriferiArtMi che attraverso il sito www.periferiartmi.it ha promosso oltre 300 sopraluoghi accompagnati alla scoperta di questa Milano così poco conosciuta.

D’altra parte, uno studio della Northeastern University di Boston ha evidenziato che l’88% degli spostamenti che ciascuno compie ha due mete (casa e lavoro/studio), mentre il 12% si distribuisce su una decina di altri luoghi. Allora, se a questo dato associamo che Milano è articolata in 239 diversi toponimi è comprensibile come ciascuno conosca la nostra città solo in minima parte. 

Ciò è anche dovuto a una strutturale “lacuna didattica”. Incontrando qualche migliaio di persone, abbiamo rilevato che c’è un “vuoto didattico storico-geografico” di almeno cinquant’anni di storia milanese: dal 1873 al 1923. Fa eccezione la passione e la creatività di qualche insegnante, ma il risultato è che noi milanesi non conosciamo la nostra città nella sua articolazione centro-semicentro-periferia. 

Cosa fare, allora?

Bisogna costruire l’“Alfabeto di Milano”. Proviamo ad elencare: “A” come Assiano, “B” come Basmetto, “C” come Cavriano e così via. Tutti luoghi di Milano, ma che i milanesi non conoscono. 

Per concludere, ma riprenderemo in altra occasione: lo scorso 7 dicembre, il Comune di Milano ha conferito a Consulta Periferie Milano l’Attestato di Benemerenza Civica, il cosiddetto “Ambrogino”. Cosa Cambia?

È stato un riconoscimento inaspettato, ma gradito, che credo possa consolidare la consapevolezza delle diversificate realtà associative che dal 2005 hanno promosso l’iniziativa di Consulta Periferie Milano. 

A proposito, i Giornali di Zona come “Noi Zona 2” possono essere utili?

Vorrei dire “indispensabili” e non solo per il Centenario. in tal senso, Consulta Periferie Milano ha cercato di supportarne l’azione con varie iniziative: in particolare, ricordo il convegno “Problemi delle periferie e ruolo dei Giornali di Zona” promosso a Palazzo Marino nel 2008, per sottolinearne l’importanza cittadina.


Associazione Borghi Milanesi

Precotto e Villa San Giovanni, i luoghi d’interesse storico 

di Ferdy Scala


Il Centenario del 2023 non avrà solo un significato celebrativo, ma sarà l’occasione, come si fece nel 1923, di mettere in luce i borghi da salvare, o proteggere dall’incuria o dal vandalismo. Come ci esortano le varie associazioni costituite nel frattempo, come ci esorta il sindaco Sala, affrontiamo la mappa degli angoli da mettere in luce per il recupero o la tutela storico-ambientale. 

Per esempio, circa i “monumenti da salvare”, fra gli ex comuni del Naviglio della Martesana, ci sono la chiesa Santa Maria Maddalena a Precotto o, a Crescenzago, il vecchio Oratorio di San Mamete che faceva parte del Lazzaretto di Crescenzago, alienato e dato a un imprenditore privato. Hanno necessità urgenti di intervento.  Importante è anche salvare dalla vendita l’ex-Municipio di Crescenzago, risalente al 1880 (ha più di 140 anni d’età), sede della scuola elementare fin dal 1912, una fra le poche istituzioni civili a Milano a ricordare l’esistenza degli antichi Comuni autonomi.  

Nel corso del 2023 – per questa parte dei borghi del Naviglio Martesana – desideriamo mobilitare i cultori della materia, i comitati di quartiere, il Consiglio del Municipio 2, le associazioni, le scuole, i cittadini di buona volontà ecc. nella 

A) Necessità di costituire la mappa dei “monumenti da salvare”, altrimenti chiamata “i luoghi storici di ogni borgo”, da preservare dalla furia distruttrice del cemento e dei nuovi palazzi anonimi che vanno crescendo come funghi in città in questo periodo. 

B) E unitamente ai luoghi storici la proposta di una dettagliata toponomastica e segnaletica storica da collocare nei luoghi sensibili per ricordare ai nuovi milanesi d’oggi cosa rappresentano per la storia di Milano certi angoli pressoché nascosti e ignorati. 

C) Una geografia degli edifici storici che va trasmessa ai ragazzi fin dalla scuola elementare, come abbiamo cominciato a fare con i libretti distribuiti gratuitamente agli studenti delle scuole Antonio Rosmini e Italo Calvino (Il mio quartiere si chiama Precotto) e agli studenti delle scuole elementari di via San Mamete e delle medie di via Adriano (Il mio quartiere si chiama Crescenzago).

Diamo qui di seguito una proposta operativa che va al Municipio 2 e ai cittadini. Cominciamo con Precotto-Villa San Giovanni. Seguiranno Crescenzago, Gorla, Turro, Greco.

Precotto

Monumenti da tutelare. 

Sono da tutelare senza dubbio i seguenti monumenti:

• Oratorio di Santa Maddalena – XVI secolo – unitamente al 

• Monumento ai Caduti della Prima e Seconda Guerra Mondiale.

Entrambi sono esposti al vandalismo notturno di teppisti, che recentemente hanno riempito una parete della chiesetta con scritte irriverenti e manomesso la faccia del fante, distruggendo una parte del naso.

• Ex-scuola Antonio Rosmini (anni 1924-25), oggi affittata dal Demanio ad associazioni socio-politiche: il sito avrebbe bisogno di una messa a punto del sistema elettrico, ma soprattutto di venire messo a disposizione di tutto il quartiere, essendo l’edificio di carattere storico.

Toponomastica e segnaletica storica (in neretto i toponimi, in chiaro le descrizioni segnaletiche). Si propone un cartello riepilogativo con l’indicazione dei singoli monumenti e relativo percorso, da esporre in punto di ingresso del quartiere, per esempio alla stazione metropolitana di Precotto e in piazzale Martesana.

1. Piazza Precotto: antico centro del bor­go, modificata nel 1838 in seguito al­l’a­pertura di viale Monza. 

Chiesa parrocchiale San Michele Arcangelo in Precotto

Intorno alla piazza si indicano i seguenti toponimi e segnaletiche:

2. Chiesa parrocchiale San Michele Arcangelo in Precotto: costruita dall’ing. Emanuele Odazio tra il 1865 e il 1866

3. Casa Visconti: ha l’apertura in via Cislaghi, ma le appartiene tutta la facciata esposta in viale Monza, parte di un edificio che, prima dell’apertura del viale, ter­minava in via Pelitti includendo l’edificio d’angolo.

4. (nel luogo del supermercato Simply) Villa Erba Odescalchi (XVIII secolo): principi fra cui Benedetto, arcivescovo di Milano (1712-37). Con l’estinzione della famiglia Erba, la villa divenne proprietà della famiglia Pelitti, costruttori di trombe, dei quali Giuseppe Pelitti fu sindaco di Precotto (1885-1905), per passare poi alla ditta Fibra Vulcanizzata. Bombardata durante la seconda guerra mondiale, la ditta cessò le attività e il sito venne trasformato nel condominio Briantea.

5. (verso piazza Loreto) in viale Monza 257, Villa Marzotto-Arosio, risalente al XIX secolo.

6. In viale Monza 255, Ex-scuola elemen­tare Antonio Rosmini, edificio edificato negli anni 1924-25, fu oggetto del bom­bardamento del 20 ottobre 1944 (a Gorla perirono 222 persone, tra scolari, insegnan­ti e abitanti), in cui perirono 3 persone, ma vennero salvati tutti gli scolari per il pronto intervento di don Carlo Porro e altri volontari.

7. Viale Monza 249-angolo via F.lli Bressan vecchio Municipio di Precotto e As­so­ciazione per la tutela materiale e morale dei minorenni usciti dal riformatorio fondata da don Luigi Cislaghi.

8. In viale Monza 220-222, Cooperativa San Filippo Neri. Fondata nel 1919 come cooperativa di consumo e poi trasformata in cooperativa di abitazione.  

Proseguendo lungo viale Monza, verso Sesto San Giovanni:

9. In viale Monza 273 (oggi occupata da un nuovo condominio) c’era la storica fon­deria di Giuseppe Sanavio, nata in via Breda nel 1865 e poi trasferitasi a Precotto. 

10. Sulla parte destra esisteva il Deposito Legnami Paganoni, ditta fondata da Agostino Paganoni nel 1952.

Le fornaci

11. In via Breda 82 esiste uno dei siti forse più antichi: località Fornasetta (oggi con attività artigianali e ristorante), un tempo probabile sede dell’ordine degli Umiliati con il vicino oratorio di San Francesco (oggi ridotto ad abitazione): tutto il complesso sembra risalire al 1700;

12. In via Breda 81 esisteva la Fonderia Sanavio, poi trasferita in viale Monza.

13. Fornace Mariani, in via Vimercati 14-16;

14. Fornace di Villa, a Villa San Giovanni, appartenente anch’essa alla famiglia Ma­riani (non più esistente).

Borgo Passera 

(In via Rucellai, già via Garibaldi, dove esisteva la Cascina Passera oggi demolita) troviamo diversi siti storicamente importanti:

15. Ai numeri 1-13, in luogo dell’attuale condominio Villa Briantea, esisteva la fabbrica di ottoni Pelitti (vedi punto 4).

16. Cooperativa edificatrice di Precotto, oggi Cooperativa Primo Maggio (via Rucellai 12), con oltre 100 alloggi e bot­teghe, costituita nel 1910.

17. In via Rucellai 15, Asilo Nido e Scuola Materna, fondati nel 1907 dal parroco don Luigi Cislaghi. 

18. In via Firmian angolo Rucellai 14, e­sisteva il laboratorio dei fratelli Gioia – costruttori di carri agricoli fin dall’800 – ora sostituito da nuovo condominio.

19. Via Rucellai 36: esisteva il Deposito della Croce Rossa, con materiali di pronto intervento per casi di calamità. Il complesso è poi passato alla ditta Klein e oggi alla Fondazione Luce.

El Borghett

20. A fianco della chiesa parrocchiale si apre il Borghett, attraversato dalla via Cislaghi (un tempo via Principe Umberto), il sito più antico, costituito da diversi cortili abitati un tempo dai contadini, fittavoli e campieri che lavoravano le terre delle Cascine Visconti, esistenti tuttora a inizio e fine del borgo:

• Al numero 1: Curt di Pissat, contadini e anche tessitori di pizzi;

• Al 2: durante i moti risorgimentali, sede della gendarmeria austriaca;

• Al 3: ingresso dell’antica chiesa edificata nel 1610 dal Consorzio della Misericordia;

• Al 4: Posteria Salvadori;

• Al 5: abitazione del sacerdote coadiutore;

• Al 6: conosciuta come Corte dei Villa con osteria; fu anche residenza di don Cislaghi quando era coadiutore di don Giacomo Ramone;

• Al 7: Curt di Burun (dei Borroni) e di Ratt (famiglia Elli, agricoltori);

• All’8: trattoria che negli anni aveva preso nomi diversi: Al Ritrovo, del Vulcano, dell’Andreino e di Adele Meroni. Oggi Santa Maria;

• Edifici seguenti: di recente fattura, dopo il bombardamento della guerra;

• Al numero 21: cascina viscontea, dopo la vendita divenuta Curt di Merlin (famiglia Merlini), con ampia dotazione di capitelli viscontei.

Borgo Villanova

21. Rifugio Fanny Finzi Ottolenghi: già proprietà del conte ungherese Giuseppe Batthiany, venne ceduto nel 1839 alla famiglia Finzi, che ne ricavò un’azienda agricola, trasformata nel 1915-21 in ricovero per mutilati di guerra, e infine ceduta per le cure ortopediche all’ospedale Gaetano Pini.

22. In via Apelle n. 81-85: Cascina Bestet­ti: conserva tuttora la struttura della casa colonica.

23. La via Dracone: un tempo ospitava lo stabilimento di Guido Lavezzari per la costruzione di carri, carrozze, ambulanze, furgoni.

Area Giardini Maddalena

24. Un sito storicamente importante per i comuni di Gorla e Precotto è quello del vecchio Cimitero di Precotto risalente al XVI secolo, condiviso negli anni 1920 con il Comune di Gorla. Area oggi occupata da giardini pubblici di recente ristrutturazione.

25. All’area cimiteriale apparteneva l’Ora­to­rio di Santa Maddalena (XVI secolo), probabile luogo di ricovero di appestati provenienti dalla città. Oggi conserva pregevoli affreschi risalenti, secondo gli esperti, alla scuola di Bernardino Luini e del Bramante.

26. Accanto all’oratorio della Maddalena si trova il Monumento ai Caduti della Prima e Seconda Guerra Mondiale, voluto dall’amministrazione del Comune unificato di Gorla-Precotto nel 1922.

Altri siti

• Ex-Stabilimento Coca-Cola (fuso con la Fabbrica Milanese Imbottigliamento Bevande Gassate) in via Pompeo Mariani 4 (dismesso e sostituito da case d’abitazione e negozi. 

• Centrale AEM, ora A2A di via Ponte Nuovo 100, inaugurata dal principe Umberto di Savoia l’8 dicembre 1932, in stile liberty.

• Nella zona di campagna prospicente la Cascina Merlini e l’Oratorio di S.M. Maddalena, esistevano nei primi anni del ‘900, canali e fossi di irrigazione agricola derivati dal canale Villoresi.

Villa San giovanni

Monumenti da tutelare. Sono da tutelare senza dubbio i seguenti monumenti 

• In viale Monza 335, lo chalet ex Dazio Consumo, oggi gestito dalla Società del Pane Quotidiano. Va messo a disposizione del quartiere nelle ore non utilizzate dal Pane Quotidiano

Lo chalet ex Dazio Consumo

• Ristrutturare l’ingresso del Parco Panza, valorizzando meglio i resti dello storico ingresso della villa Montaldi-Panza-Peck

Toponomastica e segnaletica storica (in neretto i toponimi, in chiaro le descrizioni segnaletiche).

Lungo il viale Monza verso Sesto:

Borgo Mandello San Giovanni

1. In viale Monza 242, esisteva la Distil­leria Franzini, che fin dai primi anni del ‘900 produceva il famoso American Bitter Franzini, ora sostituita da attività di servizio.

2. La Cascina di viale Monza 256 indica la località Mandello San Giovanni, un tempo luogo di sosta per carrozze postali, e macello per produzione salumi. Oggi proprietà delle famiglie Sala e Rutigliano (Ristorante Mamma Lina)

3. Nel lato opposto, in viale Monza 281, è ben visibile ancora la Cascina Montaldi, che prima del ristorante cinese ospitava l’Osteria del Monferrato e l’omonima società ciclistica.

4. Più avanti, in viale Monza, 289-291, esisteva la Fonderia di Francesco Barza­ghi, il maggior scultore dell’800, che aveva qui casa e fonderia. Fra le sue opere lasciate a Milano, ricordiamo la statua del Manzoni in piazza San Fedele, il busto di Giuseppe Verdi nel teatro alla Scala, il monumento a Luciano Manara ai Giardini Pubblici di via Palestro, la statua equestre del Napoleone III al Parco Sempione, il Francesco Hayez nella piazzetta di Brera e altre opere minori fra la chiesa di Precotto, la Galleria d’Arte Moderna, il Cimitero Monumentale.

5. Accanto al laboratorio, la villa di abi­tazione, che fu anche residenza di cam­pagna, secondo una tradizione non confermata, del gen. Radetzky, infatti si chiamava Ca’Radetzky.

6. Nelle vie Frigia-Mattei-Soffredini è sorta negli anni ’60 la nuova Scuola Elementare A. Rosmini e la media I. Calvino.

Borgo Sant’Uguzzone

7. In viale Monza n. 335, uno chalet gestito dal 1988 dalla Società del Pane Quotidiano, costituiva, fino al 1972, anno della sua soppressione, il Dazio Consumo nella strada di ingresso a Milano.

8. Nel quartiere di fronte, in via Eraclito 30, esisteva lo stabilimento della Beiersdorf per la produzione della Crema Nivea.

9. In via Anassagora, sorge tuttora il De­posito tram e metropolitana Atm, co­struito negli anni ‘60.

10. In viale Monza 328 nel primo ‘900 esisteva la società del Tiro al piccione, sostituito più tardi dalla Scaini (produ­zione di batterie e accumulatori per lo­comotive.

11. In via Sant’Uguzzone angolo viale Monza  347 esisteva lo stabilimento della Redaelli per compressori e pompe in­dustriali, con un palazzone di abitazioni per i dipendenti, luogo oggi occupato dagli uffici della Heineken.

12. Alla fine di via Sant’Uguzzone, dopo il ritrovo per anziani dell’Associazione Villa San Giovanni (via Sant’Uguzzone 24), sulla destra troviamo il Parco Panza, fin dal 1901 dimora di ricche famiglie come i Montaldi, i Panza, i Peck, con una vasta produzione agricola e salumificio.

13. Di fronte, all’angolo con via Breda, esisteva la chiesetta di Sant’Uguzzone, prima di venir demolita per l’attività industriale.

14. In via Breda 184 sono tuttora visibili i resti della Cascina Brughirolo, che aveva lasciato il nome a tutta la zona circostante

15. In via Galeno 12 troviamo la chiesa di Cristo Re, costruita – con il sottostante Teatro Villa – negli anni 1967-1970 su progetto di Claudio e Mino Buttafava.

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