Mi piacerebbe una volta nella vita essere un gatto per sapere cosa si sente veramente quando si annusano i muri. Ma mi accontenterei anche di essere un cane, per sapere cosa si sente veramente quando si fiutano gli alberi, o per farmi dire qualcosa dal profumo della terra e dall’odore delle auto parcheggiate. Cosa ci sarà mai di così interessante su questi nostri marciapiedi? Forse è meglio non sapere.
Comunque sia, per i nostri animali l’olfatto è la prima fonte di informazioni, è un modo per comunicare e per farsi conoscere… e in effetti la prima cosa che dovremmo fare, quando ci presentiamo ad un cane o ad un gatto, è permettergli di annusarci. Dal punto di vista evolutivo la parte del cervello che si è sviluppata per prima è proprio quella olfattiva: il rinencefalo, così si chiama, è il nostro cervello antico e profondo, collegato direttamente alla memoria e alle emozioni. Per questo motivo niente è più potente e disarmante di un odore, nel restituirci il passato smuovendo all’improvviso tutte le sensazioni di un ricordo.
Chi ha avuto il Covid della prima ondata, quello che più spesso colpiva il nervo olfattorio, sa bene quanto sia terribile perdere l’olfatto o sperimentare odori strani e sgradevoli che niente hanno a che fare con la fonte: il caffè, la cioccolata, l’aria stessa. Nei cani e nei gatti l’olfatto è il primo senso che viene in aiuto al neonato per riconoscere la mamma ed essere allattato, e in vecchiaia è l’ultima facoltà sensoriale che viene a mancare. Nel cane la vista inizia a diminuire in maniera significativa intorno al decimo anno, l’udito declina sensibilmente a partire dal dodicesimo, ma l’olfatto no.
L’olfatto resiste anche nella geriatria più avanzata e aiuta l’animale a riconoscere gli amici, la cuccia, il cibo. La perdita del senso dell’odore è un grave danno. I gatti che non fiutano l’alimento non riescono quasi a mangiare. Il gatto inoltre si orienta nel proprio ambiente grazie alle tracce olfattive che rilascia su mobili e pareti con lo sfregamento del corpo. Quando il gatto strofina il lato della bocca su queste superfici infatti, depone una particolare molecola olfattiva chiamata frazione F3 del feromone facciale.
I feromoni sono sostanze potentissime prodotte nel regno animale e vegetale, in grado di condizionare le relazioni tra individui sensibili a quell’odore. Possono perfino regolare il comportamento di un intero gruppo, come accade ad esempio negli insetti sociali quali api e formiche. Ma tornando a noi, la presenza della frazione F3 indica al nostro gatto che il posto è sano, è tranquillo e ci si vive bene. Quando invece il gatto ci dà quella specie di testata, dove si appoggia e spinge con la tempia toccandoci brevemente, significa che siamo proprio gente a posto. Strofinando la testa sta deponendo su di noi, o magari su un altro animale, la frazione F4 del feromone facciale, il feromone dell’amicizia.
La frazione F4 ha grande importanza sociale perché disinnesca la diffidenza, promuove la tolleranza tra individui costretti a condividere le risorse e cementa infine la pacifica convivenza del gruppo. Se un gatto percepisce la presenza di quei particolari feromoni F4 e F3, anche se non li ha depositati lui personalmente cioè anche se li ha rilasciati un altro gatto, verrà predisposto da quelle invisibili tracce olfattive ad assumere un atteggiamento pacifico e cooperativo.
I feromoni facciali del gatto sono uno strumento di comunicazione e di benessere collettivo, che abbassa le tensioni sociali, molto vantaggioso al fine della sopravvivenza personale e della specie. Se esistesse anche per noi un profumo del genere, del tipo F3 e F4, ci sarebbe da vaporizzare l’intero pianeta, dove più e dove ancor di più. Lo voglio. Impossibile? Forse. Un po’ come il desiderio di avere il naso di un gatto, per scoprire cosa dicono veramente le mie scarpe quando torno a casa la sera. Esageriamo con i desideri, che tanto è Natale.
Un’ultima cosa per voi, una citazione di Antonio Lauria, indimenticabile professore di anatomia veterinaria a Milano: sapete qual è la differenza tra l’odore di cane bagnato e il profumo di cane bagnato? La differenza… è l’amore che ci passa in mezzo.