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Il Papa? Uno che passa e lascia un segno

di p. Luca Zanchi sss

Sono giorni di dolore e di gioia per la Chiesa sparsa su tutta la terra, giorni di dolore per la morte di Papa Francesco e giorni di gioia per l’elezione di Papa Leone XIV. Dolore e amore si intrecciano sempre nella vita. Mi colpisce però, e mi conferma nella sensibilità di cuore che non viene mai meno, la grande umanità che si libera generosa dal cuore di ogni uomo e donna in questi giorni, credenti o no che siano, in cammino o in ricerca, o già approdati alle spiagge di solide certezze spirituali e umane. Mi sta edificando la differenza di questi giorni che non ci ha reso indifferenti alla morte di un Papa e all’elezione di un Papa. Al di là delle attenzioni mediatiche, sto cogliendo interesse di cuore, una cultura del bene e del futuro che mi affascina molto. Mi sto rendendo conto come sia la morte, sia la vita, toccano e scuotono tutti, non lasciano indifferente nessuno, e anche se solo per qualche istante, ci pensi, dici grazie e preghi come puoi. 

Muore un Papa, ma muore anche un uomo, un Figlio di Dio chiamato a svolgere un servizio così delicato e prezioso per tutti in un tempo non sempre facile, dove non solo il Papa, ma tutti siamo chiamati ad essere presenti nel vissuto di ogni giorno difendendo e diffondendo la qualità bella del vivere per riempire di senso il passare dei giorni. La carica di umanità che si è diffusa e si sta diffondendo in questi giorni è segno di una società che, pur perseguendo ambìti traguardi nel mondo della tecnologia e della scienza, non dimentica di essere una società fatta di uomini e donne storici, umani, reali, con un cuore… E sa fermarsi per rendere grazie di un uomo, di un figlio di Dio diventato Papa, che ha solcato e segnato la storia ecclesiale e umana per 13 anni. Anche lui, come tanti altri e tante altre, è uno che è passato e ha lasciato un segno. 

Chi era, cosa ha fatto, cosa non ha fatto Papa Francesco lo sappiamo tutti, e non voglio qui limitarmi a fare da eco ripetitivo a quanto tutti già conosciamo, ma mi piace soffermarmi su un aspetto della sua vita che lo ha particolarmente caratterizzato e contraddistinto: la sua umanità semplice e spontanea, a volte forse anche troppo per un Papa!? Mi piace fare risaltare il suo essere guida nello stile e nel modo del buon pastore di cui ci parla il Vangelo. Papa Francesco ha incarnato il desiderio di Dio di conoscere, incontrare e guidare. Sono famose le sue parole rivolte ai Vescovi e ai Preti dicendo che devono “puzzare” di pecora, di gregge, perché stanno con la loro gente, non solo con grandi proclami e prediche che a volte creano distanze, ma con parole che diventano subito gesti umani di prossimità e di vicinanza a tutti; che sanno dare quell’autentica tenerezza di cui tante volte Papa Francesco ci ha parlato indicandola come via preferenziale in un tempo in cui i sentimenti e la loro espressione sono spesso sotto l’assedio del pragmatismo e del formale. Papa Francesco ci ha insegnato ad essere spontanei, ad ascoltare un po’ di più il cuore e a non fare dipendere ogni nostra scelta solo da rincorse razionali, certo in un buon equilibrio.

Le vie del Signore sono finite? Non credo proprio e non lo dico solo da prete ma anche da uomo e da figlio di Dio. Le vie del signore sono infinite, c’è ancora tanto da conoscere e da vivere di Dio e del suo amore. Un Dio che Papa Francesco ci ha aiutato a conoscere e riconoscere nella quotidianità, in quegli slanci di umanità che lo hanno proteso verso tutti per una carezza, un saluto, una battuta verbale che ha portato il sorriso su ogni volto.

Morto un Papa se ne fa un altro… È un detto vero perché la vita va avanti, perché la Chiesa non può restare senza un pastore, ci sarebbe il forte rischio che tutto il gregge si disperda senza una guida sicura, con la sua personalità e l’ispirazione di Dio, quella che chiameremmo anche Grazia di stato. Papa Francesco a modo suo ha vissuto la fedeltà a Dio e al Vangelo di Gesù Cristo, in una testimonianza che prima delle parole è sempre stata preceduta dall’esempio. Non solo il Papa ma tutti dovremmo essere così, a partire da quello che dice Gesù: come ho fatto io, fate anche voi.

Papa Francesco concludeva ogni suo intervento con un invito: per favore, pregate per me. Si ora noi preghiamo per lui perché dal cielo preghi per noi e accompagni il cammino del nuovo successore di Pietro Papa Leone XIV.

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