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Milano città delle donne

Tante le iniziative che il comune ha messo in campo per la volarizzazione e la protezione delle donne.

di Roberta Osculati, Vicepresidente del Consiglio comunale di Milano


“Milano città delle donne” è la cornice entro cui il Comune di Milano promuove iniziative istituzionali e delle tante associazioni del territorio che riguardano la vita delle donne della nostra città. 

Uno sguardo al femminile sulla città può essere un’utile chiave di lettura per leggere in modo diverso il presente e soprattutto il futuro, per disinnescare la conflittualità e l’individualismo che colpisce la nostra società. Infatti la donna è, per natura, capace di dare vita nuova. 

Quest’anno fino al 17 marzo, in collaborazione con Terre des Hommes, presso la Fabbrica del Vapore è allestita la mostra Straordinarie, che raccoglie 110 ritratti e voci di donne italiane provenienti da molteplici ambiti della società contemporanea, professioniste diverse che col loro percorso testimoniano tanti modi differenti, tutti possibili, di affermarsi e realizzare le proprie ambizioni, oltre pregiudizi e discriminazioni. Ma questa consapevolezza va anche accompagnata e educata. Per questo, accanto alla mostra ci saranno eventi per le scuole e la cittadinanza dedicati ai temi dell’empowerment femminile, alla lotta a violenza e discriminazioni di genere e alla promozione dei diritti delle bambine e delle ragazze.

E in politica? In Italia la prima donna ministro fu Tina Anselmi, nel 1976: partigiana eletta con la Democrazia Cristiana, fu lei a volere l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale. Nel 1993 si introdussero le cosiddette “quote rosa” per aumentare la presenza femminile in politica. E qualche donna in più si è fatta effettivamente strada. Ma la parità di genere, anche in politica, non è solo una questione quantitativa né di volti femminili. La differenza vera sta nella capacità di promuovere i diritti civili come complementari alla giustizia sociale, come per esempio la parità salariale, il contrasto a violenza e molestie nel mondo del lavoro, il riconoscimento dell’indennità dei caregiver, un potenziamento dell’accesso agli asili nido, il congedo di maternità obbligatorio al 100% e un congedo per il padre che non sia alternativo a quello della madre; la modifica della Legge 54/2006 art. 1 che fa dipendere la scelta dell’affido – in caso di separazione – dalla rilevazione di violenza domestica, la capacità di guardare al tema della conciliazione tra vita e lavoro valorizzando le competenze accresciute dalla maternità…

Nella quotidianità della vita domestica, purtroppo, sappiamo che si annida anche il pericolo della violenza. Proprio su impulso del Comune di Milano è nato il “Patto dei comuni contro la violenza e per la parità di genere”, sviluppatosi grazie al confronto con tutte le città metropolitane italiane, che poi ha portato alla costituzione dei Centri Milano Donna nei singoli quartieri, preferibilmente in periferia. Inoltre, nella città di Milano è nato il progetto “Cascina Ri-Nascita” che, dando nuova vita a una cascina abbandonata, offre ospitalità in un luogo sicuro a donne vittime di violenza domestica, aiutandole a porre le basi per trovare piena autonomia, con occasioni di formazione e lavoro e con l’avvio a una professionalità e a un’indipendenza economica.

Anche l’attenzione alla toponomastica è uno dei tasselli dell’impegno a promuovere l’attenzione all’universo femminile e a lavorare per una maggiore parità: vie, piazze, giardini, scuole, pietre d’inciampo intestati alle donne che hanno fatto la storia di Milano porta a conoscere le diverse biografie ed è un modo per creare un filo di continuità e un ponte tra chi c’era e chi c’è. Dal 2017 l’amministrazione sta lavorando per colmare il divario di genere nella toponomastica e rendere, anche simbolicamente, Milano città di donne e uomini.

Non si tratta di imporre nuove eroine, bensì di riconoscere reali protagoniste attive nell’organizzazione sociale, economica e politica, capaci di relazioni di cura, di abitare tempi e spazi urbani con empatia, flessibilità, capacità di collaborazione, intelligenza emotiva, decisione. Sarebbe bello cogliere da tutte queste iniziative l’opportunità per una rivoluzione culturale nel segno della reciprocità, sforzandoci di guardare oltre il tema delle disparità, portando alla luce il contributo di ingegno, creatività, cuore e fatica delle donne allo sviluppo della città, riconoscendo l’interdipendenza dei percorsi maschili e femminili.

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