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I cambiamenti in atto tra via Padova e viale Monza

di Dino Barra

Dei cambiamenti in corso tra via Padova e viale Monza prima dei ponti ferroviari si parla molto, a volte a sproposito. Sarebbe bene studiare e cercare di capire, evitando di basarsi soltanto sul “percepito”.  

A ciò soccorrono le schede statistiche dei Nuclei di Identità Locale (NIL) del Comune di Milano, un fondamentale strumento di conoscenza della realtà sociale dei territori della nostra città. Anche dalle università, in particolare il Politecnico e la Bicocca, arrivano utili spunti di analisi.

Nella prima parte dell’articolo commenterò i dati 2022 del NIL 19 Padova-Turro-Crescenzago e del NIL 20 Loreto-Casoretto-Nolo. Nella seconda parte, riporterò i risultati di una ricerca svolta nel 2020 da studenti del Politecnico di Milano coordinati dai prof. A. Coppola e C. Pacchi e riguardante specificamente il territorio compreso nel NIL 20.

Analisi dei NIL 19 e 20

I dati fanno emergere alcune caratteristiche distintive dei  NIL 19 e 20 rispetto all’intero territorio milanese.

1. La popolazione dei due nuclei territoriali assomma a poco più di 80.000 persone su un totale cittadino che sfiora il milione e quattrocentomila abitanti. Il Nil 19 fa registrare tassi di crescita maggiori rispetto a quelli della media milanese, presumibilmente a causa del relativamente basso costo delle abitazioni, della discreta dotazione di servizi di mobilità urbana, della vicinanza al centro, alla Stazione centrale, ecc. 

2. La densità di popolazione è molto più alta che nel resto della città, nel NIL 20 è seconda soltanto al NIL San Siro/piazza Selinunte. In altre parole, ci troviamo in un territorio tra i più densamente popolati d’Italia, con pochi spazi vuoti e tante case.

3. La popolazione maschile è superiore a quella femminile, su scala cittadina il dato si inverte.

4. Le fasce di età più giovani (0-17 anni) e più anziane (da 55 anni in su) sono percentualmente meno numerose rispetto al resto della città mentre accade il contrario per le fasce comprese tra i 25 e 55 anni: quella 25-34 anni, ad esempio, per Milano costituisce il 12,8 % della popolazione, nel Nil 20 è il 16%; la crescita delle fasce giovanili nel NIL 19 è quasi doppia rispetto al trend cittadino.

5. La percentuale di famiglie residenti di origine straniera è molto più alta che non nel resto della città (35 e 33% contro il 20 %) anche se il loro ritmo di incremento è molto rallentato rispetto alla media milanese.

6. Le comunità straniere più numerose continuano ad essere – nei due Nil come nel resto della città – quella filippina, egiziana, cinese con una forte crescita di Egitto, Cina e anche Bangladesh. Il territorio di via Padova-viale Monza si conferma sì ad alta presenza di famiglie straniere ma – lungi dall’assumere le ca­ratteristiche di ghetto etnico – mantiene il suo carattere di caleidoscopio di provenienze geografiche differenti.

7. La percentuale di nuclei familiari monocomponente è, nel Nil 19 e soprattutto nel Nil 20, superiore al dato cittadino e tende ad accrescersi più velocemente. È un dato che discende probabilmente dalla particolare tipologia delle case in quartiere, in gran parte mono e bilocali di ringhiera, che richiama tanti lavoratori singoli  e studenti, con conseguente innalzamento dei prezzi. Significativa, in questo tipo di famiglie, la componente anziana.  

[immagine ponte di via Padova con scritta via Padova via del Mondo]

La ricerca del Politecnico

Nel 2020, Carolina Pacchi e Alessandro Coppola, docenti del Politecnico di Milano, hanno curato il rapporto Il quartiere che cambia? Sfide dell’abitare e il significato sociale della rigenerazione urbana. Uno studio dell’area Loreto, Casoretto, Nolo a Milano. In esso sono condensati i risultati di una ricerca degli studenti sulle trasformazioni sociali e abitative in atto nel NIL 20. 

1. Si conferma in questo lavoro la crescita del numero di residenti nel quartiere, reso attrattivo da una serie di ragioni in parte già accennate.

2. Si conferma anche il dato storico di un elevato ricambio di popolazione: soltanto il 57% dei residenti abita in zona da più di 10 anni (una delle percentuali più basse della città) provenendo in buona misura da altri quartieri ; questa è però anche l’area che tra il 2011 e il 2019 ha attratto più abitanti da fuori Comune. 

3. La percentuale di persone residenti provenienti da altri Paesi sembra essere in leggera flessione, con un riequilibrio nel rapporto italiani-stranieri soprattutto nelle fasce d’età più giovani. Un dato, questo, attribuibile al maggior numero di arrivi di famiglie italiane, al rallentamento dell’immigrazione straniera ma anche, probabilmente, all’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di ragazzi e ragazze di seconda generazione. 

4. L’età media della popolazione è più bassa che altrove: 43,4 anni contro i 44,2 del Municipio e i 45,6 della città.

5. La percentuale dei diplomati e dei laureati rimane leggermente al di sotto della media comunale ma con un trend di crescita molto più sostenuto.

6. La percentuale di appartamenti in affitto in zona è relativamente alta (30,90% al 2011 contro il 28,90 comunale). Si tratta in genere di appartamenti di piccolo taglio. Tutto ciò è coerente con la forte mobilità che storicamente caratterizza il quartiere. Al 2021, il canone medio mensile dell’affitto era ancora leggermente inferiore che nel resto della città. Il dato sulle case in affitto è tuttavia vecchio e non si dispone, a tutt’oggi, di dati più aggiornati. Tenendo conto della crescita della domanda di case degli ultimi anni possiamo supporre che la percentuale di affitto sul totale delle abitazioni sia diminuito.

7. Sempre nel 2021, il prezzo delle case in vendita era invece marcatamente più basso e questo spiega (ma non solo questo) l’intensificazione delle transazioni immobiliari, superiori alla media comunale, che si è registrata nel corso degli ultimi anni. Di qui la forte ascesa dei prezzi: mentre in città – dati del febbraio 2021 – i prezzi degli immobili aumentavano del 5,70 rispetto all’anno precedente, a Nolo e dintorni la crescita nello stesso periodo era del 12,63%. 

8. A fronte dell’aumento dei prezzi, un canale importante di accesso alla proprietà immobiliare – soprattutto nelle situazioni condominiali più degradate – ha continuato a essere quello delle case all’asta per mancato pagamento del mutuo o delle spese condominiali. La crisi dei mutui è stata in quartiere un fattore importante di espulsione di famiglie soprattutto straniere.   

9. Ha acquisito un certo peso in zona il fenomeno delle case per affitto turistico. Partito in ritardo rispetto ad altre aree della città, ha fatto registrare negli ultimi due-tre anni un incremento significativo, superiore alla media cittadina, con evidenti e negative ripercussioni sulla disponibilità di case per affitto lungo.

10. In coerenza con le tendenze rilevate si osserva una trasformazione degli usi dei cortili e dei piani terra con la proliferazione di spazi di commercio, cultura, socialità rivolti a un pubblico giovanile e incline al consumo, laddove fino a pochi anni fa prevaleva l’apertura di negozi di prossimità e attività artigianali caratterizzate in senso etnico.   

La trasformazione della composizione socio culturale nel territorio di via Padova-Viale Monza-via Venini è evidente. Fa seguito a quell’altra grande trasformazione, verificatasi a partire dai primi anni ‘90, che aveva visto affiancarsi agli immigrati interni di origine meridionale, veneta e in genere rurale, famiglie provenienti dai più vari Paesi del mondo (Europa orientale, Africa, Asia, America Meridionale). Ora assistiamo a un ulteriore cambiamento: si insediano in quartiere famiglie giovani pluri o monoparentali, molte provenienti da altre zone della città o da altre regioni d’Italia, dotate spesso di un alto titolo di studio, di stili di vita e di codici culturali “post acquisitivi” che sembrano aggiungersi al mosaico delle culture preesistenti in quartiere. La velocità del cambiamento è un po’ a macchia di leopardo e sembra riguardare alcune strade o caseggiati piuttosto che altri, generalmente quelli più vecchi e degradati.

È qui che si osservano con maggiore frequenza meccanismi di valorizzazione della rendita immobiliare che innescano sostituzione/espulsione di gruppi sociali mediante sfratti, mancato rinnovo dei contratti di locazione, ecc. e che colpiscono le famiglie economicamente più fragili, molte straniere ma non solo, rendendo parimenti complicato l’ingresso in quartiere di famiglie anche di reddito medio.

Il rischio è l’accrescersi delle diseguaglianze e la perdita di quella diversità socio culturale che ha finora storicamente connotato l’identità di questa periferia. Questa connotazione andrebbe tutelata perché ha forse qualcosa da insegnare, in termini di valori della convivenza urbana, al futuro di Milano.

La politica comunale non ha finora dimostrato di voler governare il cambiamento introducendo adeguati correttivi a favore dei gruppi sociali più fragili. È intervenuta con importanti (e doverosi) provvedimenti di riqualificazione degli spazi pubblici che hanno però innescato una forte valorizzazione della rendita immobiliare e accelerato i fenomeni di espulsione. Sono mancate del tutto, finora, misure efficaci di sostegno all’affitto e politiche dell’abitare finalizzate a proteggere i ceti sociali fragili e i redditi medi dai meccanismi diseguali del mercato. Questa è una cosa che si fa in tante città europee, da Parigi a Vienna a Barcellona. A Milano finora non è accaduto. Ma è proprio ciò di cui questo quartiere in movimento avrebbe urgente bisogno.

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