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Auto elettriche, è questo il futuro? Facciamo chiarezza

di Baffoli


“Peppino aveva soltanto un orto, una mucca, quattro capre, sei pecore, dieci galline, due galli che vivevano in due pollai diversi. Coltivava il grano e il riso. Nell’orto coltivava tutta la verdura del mondo e aveva un frutteto con tutti i frutti del mondo. Dalla mucca, dalle capre e dalle pecore ricavava il latte che gli serviva da bere per fare il burro, la panna ed il formaggio. Dalle galline ricavava le uova che mangiava e con le quali faceva le torte e le tagliatelle.

Coltivava il grano che macinava con una pietra e così otteneva la farina che gli serviva per preparare tanti piatti.

Peppino non usava nemmeno un grammo di combustibile fossile per fornire energia a tutta la fattoria perché i mulini a vento e ad acqua e i pannelli solari producevano tutta l’energia di cui aveva bisogno, doveva solo usare un po’ di gasolio per il trattore e per il furgone Euro6 con recupero dell’energia di frenata che usava per andare al mercato a vendere i suoi prodotti” [1].

Un giorno la legge lo obbliga a comprare un trattore e un furgone elettrici, ma lui non può aggiungere mulini o pannelli solari altrimenti non avrebbe più terreno sufficiente per gli ortaggi o per i pascoli. Così è costretto a comprarsi un generatore diesel per caricare il trattore e il furgone elettrico… e siccome il generatore fa rumore e spaventa gli animali, lo ha dovuto posizionare lontano dalla fattoria perdendo un sacco di energia lungo i cavi che portano la corrente nella rimessa dove tiene il trattore e il furgone… alla fine si è accorto che usa più gasolio ora di quando aveva il trattore e furgone con motori diesel”.

Ho esitato molto prima di scrivere questo articolo perché avrei voluto documentarmi e fornire dei numeri e trarne una conclusione “scientifica”. Purtroppo, dopo mesi di ricerca, ho trovato tutto e il contrario di tutto. 

Però il racconto introduttivo potrebbe da solo aprire e chiudere l’articolo in quanto fa un bilancio energetico sconcertante quanto ovvio senza utilizzare alcun numero prodotto da questo o quell’ente che, “simpatizzando” per un mercato o per l’altro, fornisce dati parziali con i quali ogni conclusione pro o contro l’auto elettrica sembra corretta.

Analizziamo allora quali conclusioni si possono trarre dal racconto: Siamo oggi in grado di produrre energia usando solo fonti che non inquinano? La risposta è ovviamente no e lo dimostra il rincaro delle bollette a seguito degli eventi bellici che hanno chiuso i rubinetti del metano russo. Ma oggi le vetture elettriche sono poche e quindi usano poca energia elettrica; se ne deduce che, se introdurremo altre auto completamente elettriche, aumenterà la necessità di energia elettrica e quindi l’inquinamento provocato per generarla.  A questo inquinamento va poi aggiunto quello per costruire le batterie e quello che produrranno per essere smaltite.

Ora si potrebbe disquisire se inquini di più l’energia prodotta da una centrale (includendo quella persa sui fili, sui trasformatori, sulla carica/scarica delle batterie…) o quella prodotta da una vettura con motore termico (benzina, gasolio, gas), ma è evidente che, anche se ci fosse una riduzione dell’inquinamento, questo non sarebbe così significativo come qualcuno crede (o vuol far credere) dicendo che l’auto elettrica ha emissioni zero.

In realtà l’auto elettrica, di per sé, ha davvero emissioni pressoché nulle, però “emette” inquinamento in un posto diverso da quello in cui si trova. Ma al pianeta interessa l’inquinamento globale, non quello locale! Tuttavia, questa peculiarità delle auto elettriche, può essere di aiuto nelle città molto popolose proprio perché si sposta l’inquinamento in un’altra zona della terra riducendo i rischi per la salute nelle città  senza per questo creare rischi particolari altrove.

Prima di proseguire, però, lasciatemi dare qualche spiegazione sui vari tipi di propulsione. Le auto a motore termico (o più comunemente detto “a scoppio”) sono quelle che conosciamo da sempre ed usano benzina o diesel o metano o GPL o una combinazione di questi.

Le elettriche (con sigla EV che sta per Electric Vehicle) sono quelle che hanno solo un motore elettrico. E poi ci sono le ibride che si differenziano in tre categorie: mild, full, plug-in, tutte, ovviamente anche le elettriche, recuperano energia durante la frenata caricando le batterie, la prima ha un motore elettrico che aiuta quello termico, la seconda ha un motore elettrico che può muovere la macchina indipendentemente da quello termico, la terza può anche caricare le batterie con un cavo collegato alla rete elettrica e può fare qualche decina di chilometri solo con trazione elettrica. 

Avrete notato come ho sempre parlato di inquinamento e non di emissioni di CO2 (anidride carbonica) come invece si fa normalmente parlando di auto elettrica. Infatti, il CO2 è sicuramente un elemento che fa aumentare l’effetto serra e quindi il surriscaldamento globale, ma è un gas per nulla pericoloso per l’essere umano. Anzi l’uomo morirebbe se non ci fosse una giusta proporzione fra CO2, Ossigeno ed altri elementi nell’aria. Di sicuro invece le batterie necessarie per un’auto completamente elettrica inquinano sia per essere prodotte che per essere smaltite e sembrano tutti concordi nel dire che tale inquinamento è superiore a quello relativo alla produzione e smaltimento di un motore termico.

Insomma, ad oggi, basandosi anche solo su semplici osservazioni, appare evidente che l’auto completamente elettrica non è la soluzione all’inquinamento salvo che non si ricorra all’uso del nucleare che comunque, tralasciando altri aspetti, pone il dubbio su dove smaltire le scorie.

E allora che facciamo, rimaniamo col “motore a scoppio”? Assolutamente no! L’aiuto “elettrico” lo dobbiamo accogliere eccome, ma in maniera appropriata. Innanzi tutto, le considerazioni fatte fino a ora valgono oggi perché produciamo ancora molta energia con soluzioni inquinanti, se domani questo non fosse più vero le conclusioni cambierebbero.

Poi c’è chi se ne frega dell’inquinamento e pensa solo al fatto che l’auto elettrica è più silenziosa e confortevole, è di moda, inoltre con l’elettrico si può risparmiare e si può parcheggiare gratuitamente sulle “strisce blu”, nei posti per residenti ed entrare in ZTL. Se questi sono i casi che vi interessano allora questo articolo non fa per voi, un mercante di auto può darvi consigli migliori, ma sappiate che questi vantaggi sono transitori. Quando il gettito fiscale prodotto dai carburanti si ridurrà significativamente vedrete che le tasse si sposteranno su altro e i parcheggi e ZTL gratis spariranno…

Tornando all’inquinamento allora cosa si può fare oggi? Innanzi tutto, guidare con criterio. Se leggete il mio precedente articolo sull’energia (“Che fatica lavorare”, Noi Zona 2, settenbre 2023) vi accorgerete che una vettura in movimento possiede energia (quella che è servita per portarla a quella velocità) e tale energia viene smaltita in calore sui dischi dei freni e sul terreno ogni volta che rallentate, quindi evitate inutili sparate quando siete in città perché tanto dovrete fermarvi a breve. Inoltre, comprate macchine in grado di recuperare energia durante la frenata e che dispongano di una elettronica abbastanza raffinata in grado di “staccare” il motore ogni volta che non serve e che vi “insegnino” a guidare in maniera “risparmiosa” (di solito le Full Hybrid hanno tutte queste caratteristiche). Se abitate in città popolose sono da considerare anche le ibride plug-in così da viaggiare solo in elettrico quando siete nel traffico. Ma anche le Mild Hybrid, per quanto meno efficienti, recuperano pur sempre un po’ di energia che andrebbe persa quindi sono meglio del solo motore termico.

Come detto, tutte le macchine elettriche o ibride, chi più chi meno, recuperano energia della frenata. Facciamo qualche esempio per renderci conto di quanto si spreca ad ogni frenata: Un’utilitaria che si deve fermare al semaforo mentre viaggia a 50Km/h, spreca la stessa energia che serve per illuminare una stanza per 1 ora o a caricare il cellulare un paio di volte. Se invece consideriamo un’auto un po’ più grossa, con l’energia sprecata, ci potremmo cuocere un paio di toast e, se la velocità fosse di 90Km/h, potremmo anche asciugarci i capelli… provate a moltiplicare questi numeri per tutte le frenate che fate per andare al lavoro e poi ditemi se non vi sentite in colpa per avere sprecato tutta quella energia o almeno per non averne recuperata una parte!

E allora perché l’Europa non ha imposto da subito che le nuove macchine prevedessero il recupero della frenata e cioè che fossero tutte ibride? Certo un po’ di tempo ci sarebbe voluto per adattare le linee di produzione, ma un semplice recupero della frenata non richiede cambiamenti drastici, non ha impatto sull’occupazione, anzi dovrebbe aumentarla in quanto, accanto al motore termico, si deve aggiungere quello elettrico per il recupero e ridistribuzione dell’energia di frenata. Se si fosse optato per l’ibrido qualche anno fa non puntando al “solo elettrico”, oggi le nuove auto avrebbero potuto già essere tutte solo ibride. E invece no, è stata fatta una legge per cui dovremo aspettare il 2035, dopodiché si potranno vendere auto elettriche senza nemmeno passare dalle ibride, anche se, nelle condizioni attuali, non sono la soluzione migliore per l’ambiente… Forse l’Europa ha una soluzione per produrre energia elettrica senza inquinare entro il 2035 e non lo vuole dire ai suoi cittadini per fare loro una sorpresa? Non credo proprio, ma non voglio ipotizzare scenari fantapolitico-economici, mi auguro invece che questa legge sia stata una scommessa, eventualmente ritrattabile, per forzare gli Europei a trovare soluzioni per produrre e distribuire energia “pulita” al più presto.

Intanto noi possiamo già fare la cosa giusta: innanzi tutto guidando sempre con criterio perché serve anche alla sicurezza e alle nostre tasche, e poi considerando l’acquisto di un’auto ibrida quando dovremo cambiare la nostra.

[1] Tratto da “La vita di Peppino” di Yuri, mio nipote

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