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Gigi Galbusera ci ha lasciato. Andiamo avanti per onorarlo al meglio!

Sono quasi trascorsi tre mesi dalla scomparsa di Gigi Galbusera, presidente della nostra Associazione Amici di Zona 2 e fondatore di questo giornale.

La grande tristezza, che è seguita alla funerea notizia della sua morte, lascia il passo all’impegno per continuare il percorso, che insieme avevamo tracciato, per dare concretezza al progetto di cittadinanza attiva in zona 2 attraverso la ricerca e l’individuazione delle positività e potenzialità presenti in questo territorio, da valorizzare e da presentare come esempi stimolanti ai nostri concittadini.

Abbiamo proposto artisti di grande valore, artigiani virtuosi, negozi storici ricchi di esperienze, associazioni da una variegata e numerosa tipologia, iniziative innovative provenienti dal basso (si pensi a NoLo) o dall’alto (Piano Quartieri), istituti scolastici aperti al mondo contemporaneo e in continua trasformazione e via di questo passo. Il giornale è diventata una vetrina che si è aperta in migliaia di case (siamo arrivati a una tiratura di 15.000 copie per 24 pagine).

Gigi con la sua pacatezza, con la sua sapienza e con il suo sorriso accattivante ha saputo guidare un’associazione ai suoi albori, orientandola verso rapporti privilegiati con i dirigenti scolastici dei numerosi e prestigiosi istituti superiori presenti in zona, coinvolgendo i giovani studenti in due importanti convegni, in cui sono stati protagonisti, sia in quello riferito al futuro dell’Unione Europea, sia in quello riferito alle problematiche multietniche e multiculturali del nostro tempo.

Conosciutissimo a Precotto, dove ha avuto le sue origini, è stato molto apprezzato ed amato, come ha anche dimostrato la cerimonia religiosa nella sua parrocchia, partecipata da un’enorme folla dentro e fuori la chiesa. Aveva fatto una scelta molto chiara per un impegno sociale a favore dei giovani (ha dedicato oltre quarant’anni al suo oratorio) e delle persone bisognose di qualsiasi tipo di aiuto.

Il taglio dei suoi interventi si caratterizzava per essere non esibitivo, privilegiando la modestia nei suoi comportamenti, la pazienza nell’ascolto, la mediazione nelle ricerca della soluzione ai vari problemi.

Mi piace chiudere questo editoriale nel ricordo di Gigi, trascrivendo la parte centrale del suo intervento in occasione della sua ultima apparizione in pubblico, il 2 aprile 2019 (data del suo 72esimo compleanno) in apertura del convegno “I giovani nella società multietnica e multiculturale” nell’Aula Magna dell’Università degli studi Milano-Bicocca. È quasi un testamento morale, non solo per i giovani.

“Siamo convinti che un mondo diverso sia possibile; individualismo e sfiducia devono lasciare spazio alla condivisione per combattere le diseguaglianze e la povertà di molti ed alla fiducia, unica medicina per combattere la paura. Ogni uomo ha il diritto a essere libero, di vivere con dignità e di cercare la felicità, a cui tende, mai a scapito di quella degli altri. Oltre ad essere un suo diritto è un problema di giustizia. La cultura è un punto fondamentale da cui ripartire per costruire giorno per giorno una nuova civiltà ed una società aperta; una cultura che non cresce nella contrapposizione, sulla lotta tra classi e persone, sulla violenza, sulla creazione di luoghi esclusivi, ma sugli incontri, ponendo al centro l’uomo in relazione con l’altro. Va sviluppato quel tesoro di pace e di bene che è presente in ogni uomo. Scelte sbagliate rischiano di creare fratture insanabili.”

Andiamo avanti nel segno di Gigi!

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