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Fulvio Maestrini e i ricordi di famiglia che diventano storia

Per i nostri lettori il nome di Flavio Maestrini viene automaticamente associato alle inchieste del Dondina, il capo della volante che o­perava a Milano alla metà dell’800. Per l’estate il Commissario è stato mandato in vacanza perché il suo autore si è dedicato ad un piccolo libro nel quale ha raccolto parte dei ricordi di infanzia. 

Ci racconta Maestrini che, dopo la morte della madre alla fine degli anni ‘80, si era impegnato a scrivere con i suoi quattro fratelli tutte le memorie che ciascuno riusciva a recuperare per confrontare i ricordi e costruire insieme una storia, la loro storia. I fratelli non hanno mantenuto la promessa e solo Flavio ha raccolto degli appunti, poi dimenticati. Dopo parecchi anni sono riemersi e, a quel punto, ha deciso di darli alle stampe.

Ha deciso anche di sostenere tutte le spese di impaginazione, grafica e stampa del libro, senza metterlo in vendita ma consegnandolo a Padre Luca, parroco della Chiesa di S. Angela Merici, perché lo distribuisca a chi farà una offerta. Il ricavato verrà devoluto ad opere di beneficenza.

Erano tempi duri quelli che ci racconta Flavio Maestrini, segnati dalla guerra e dagli enormi disagi che la guerra ha portato con sé in tutto il Paese, ma con una maggiore incidenza sui meno abbienti. Chi ha vissuto quegli anni direttamente o per testimonianze raccolte saprà delle difficoltà a reperire cibo, il pane bianco era un lusso per pochi, tutti gli altri avevano diritto al pane nero di crusca.

Flavio Maestrini ricorda anche le figure che hanno caratterizzato la sua fanciullezza, come quella del “giassée”, l’uomo che consegnava a domicilio grandi pani di ghiaccio con un carretto trainato da un vecchio cavallo, sostituito successivamente dal frigorifero; ricorda i giochi dei bambini come la lippa oppure quello col carburo, praticato dai più “grandi” in quanto pericoloso.

Alla fine della guerra alcuni Enti caritatevoli organizzavano soggiorni al mare per i bambini gracili e così Flavio parte per la destinazione assegnatagli che era Pesaro. Era certamente emozionato per la novità, ma piangente per il distacco dalla mamma ed eccitato per il fatto di dover rispettare le regole della comunità, tutte cadenzate dal suono di un fischietto. 

Sono ricordi riportati in ordine casuale, tanti ne mancano perché offuscati dal tempo trascorso, ma sono tutti utili a ricordarci che oggi, come ieri, esistono sofferenze e bisogni a cui possiamo dare sollievo anche con l’aiuto di un piccolo libro.

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