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Farmacia Santo Spirito, la “salute sotto casa”

Quando è stata aperta la farmacia e da chi? E come è cambiato il quartiere?         

La farmacia a Villa San Giovanni nasce negli anni ‘50 del secolo scorso, quando il quartiere era la più “estrema” periferia di Milano. Poi, negli anni, è passata di mano dal dottor Benigni, ancora oggi ricordato dai più anziani come un bravo speziale e farmacista, al dottor Bas­si, poco empatico ma ugualmente professionale. 

Nel 1991 la farmacia è stata rilevata dalla mia famiglia diventando Farmacia Santo Spirito, gestita prima da mia madre e oggi da me con l’aiuto di validi e insostituibili collaboratori.

La Farmacia Santo Spirito è sempre stata un punto di riferimento del quartiere di Villa e ancora oggi, con i dovuti cambiamenti che ci sono stati nell’intera area metropolitana della città di Milano, è rimasta fulcro del quartiere. 

La professione del farmacista deriva da quella degli antichi speziali. È cambiato il ruolo del farmacista? Analisi, telemedicina, tamponi e per finire i vaccini.

Oggi la professione del farmacista è passata dall’essere dei semplici speziali a diventare preparatori galenici, professionisti del farmaco e della sua dispensazione.

Già da diversi anni il farmacista si è aperto a nuovi orizzonti, come ad esempio i servizi di autoanalisi, mantenendo sempre la professionalità come cardine della nostra missione. Poi il Covid ha aperto la strada verso l’esecuzione di tamponi e vaccini… e lasciatemi dire che la farmacia Santo Spirito ha ottenuto un eccellente riscontro di gradimento nella popolazione.

Questo ha rafforzato la consapevolezza, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che il farmacista non è solo un dispensatore di farmaci all’interno di un negozio ma un serio professionista a cui le persone possono far riferimento per consigli e qualche volta anche per consolazione.

Guardo su internet” la classica frase con cui si crede di trovare la soluzione per tutto, compresa la salute, quali sono i rischi?

La sfida di oggi e di un prossimo futuro è, per vari motivi facilmente riconducibili a un Servizio Sanitario Nazionale sempre più in difficoltà, la telemedicina. Questo permetterà alla farmacia di rimanere nella sfera della salute, perno centrale ed essenziale della società di oggi e di domani e non si farà certo spaventare dalle sirene “commerciali” di società che operano su internet e su altri canali social.

Al centro di tutto deve rimanere, per noi farmacisti, il cliente come “persona” con tutti i pregi e i difetti che essa può avere.

Com’è cambiato, se è cambiato, il rapporto dei clienti con il farmacista nel corso degli anni?

Da un punto di vista personale posso dire che in questi quasi trent’anni di professione ho conosciuto persone che mi hanno arricchito molto umanamente e di cui conservo in alcuni casi un ricordo indelebile.

Facciamo un identikit della persona che soffre di ipocondria. Il cosiddetto “malato immaginario”.

L’ipocondriaco, il cosiddetto malato immaginario, figura di cui tanto si è letto e scritto, credo che tutte le farmacie ne abbiano almeno uno ma anche verso di  lui non deve mai mancare la nostra attenzione.

In questa nostra professione non mancano poi situazioni divertenti, bizzarre e al limite dell’assurdo che ci fanno pensare quanto la società e le persone di conseguenza stiano cambiando.

La richiesta più bizzarra?

La richiesta più bizzarra? Tante! Ma una ve la racconterò.

Ero di turno una domenica di qualche anno fa quando entrò un signore che mi chiese: “Dottore, ha cinquanta mollette per la chiusura delle sacche di raccolta delle urine?

Non capendo bene l’utilizzo che ne volesse fare, chiesi spiegazioni. Mi disse che essendo il gestore di una discoteca fuori Milano, per una festa che avevano in programma volevano utilizzare questo tipo di sacche per riempirle di bevande (alcoliche) per poter ballare e bere allo

stesso tempo. No comment…

Un giorno forse, come altri miei colleghi, scriverò un libro sulle stranezze e le cose buffe e divertenti che ci accompagnano in questa meravigliosa professione.

Un saluto a tutti. Dottor Roberto Albertocchi.

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