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Chiese oratori e cappelle del municipio 2

Laggiù, tra il Naviglio Martesana che s’infossa in viale Melchiorre Gioia che giunge qui dall’hinterland, a pochi passi dalla famosa Trattoria-Albergo di Cassina di Pomm, s’erge la moderna chiesa di Santa Maria Goretti in un quartiere di recente realizzazione innestato su radici antiche risalenti a metà del secondo millennio.

La chiesa di Santa Maria Goretti di via Melchiorre Gioia 193, è componente della Comunità Pastorale Giovanni Paolo II, comprendente le chiese di San Martino in Greco e, appunto, Santa Maria Goretti. Prima comunità del Decanato Zara, annunciata nel 2010 dal cardinale Dionigi Tettamanzi, la Comunità Pastorale è stata realizzata dal cardinale Scola nel 2011. Il territorio della Comunità comprende anche la cappelletta dedicata a San Antonimo a Segnano.

Nella chiesa c’è un dipinto a olio raffigurante il papa Giovanni Paolo II, che si vuole emblema della Comunità Pastorale. Dice il commento biblico: “Tra i fondamenti che costituiscono l’unità dei cristiani ne sono stati scelti e rappresentati tre: la croce, la chiesa, la carità. Nella seconda tela il papa sorregge ed è sorretto dalla croce, come spesso lo abbiamo visto fare…”

I padri Passionisti, che hanno retto la parrocchia fino al 2010, avevano stabilito di celebrare la Festa di S. M. Goretti nella seconda domenica di ottobre, legandola alla data di nascita della santa, avvenuta il 16 ottobre 1890. 

Chi è santa maria goretti?

Maria Goretti, assassinata il 6 luglio 1902 a 12 anni per un tentativo di stupro, fu assurta a simbolo di purezza difesa a costo della vita, beatificata nel 1947 e proclamata santa da Pio XII nel 1950. I genitori, braccianti agricoli con cinque figli da mantenere, decisero di lasciare il paese d’origine e trasferirsi nell’Agro Pontino, il quale offriva più opportunità lavorative nonostante fosse infestato dalla malaria, causa della morte del padre quando Maria aveva 10 anni. Trasferitasi la vedova con i cinque figli in casa dei vicini Serenelli, la madre e la figlia furono oggetto delle attenzioni lussuriose dei maschi padre e figlio. Fino a che, il figlio Alessandro, colto da passione morbosa, non riuscendo a realizzare lo stupro di Maria per le resistenze della ragazza, la colpì 14 volte con un punteruolo fino ad ammazzarla. Ma in punto di morte Maria ebbe il coraggio di perdonare il suo assassino.

La chiesa

La chiesa di Santa Maria Goretti è stata progettata dall’architetto Mario Tedeschi e costruita nel 1964-65.

«Progettata per una zona destinata a residenze e complessi industriali – dice Tino Roda nella pubblicazione Ventidue chiese per ventidue Concilii del 2023 – la chiesa dedicata a Santa Maria Goretti rientra come elemento essenziale nel Piano Regolatore particolareggiato che ha per baricentro una antica cinquecentesca cascina lombarda. La cosiddetta “Cassina di Pomm” entrerà a far parte integrante del complesso parrocchiale, costituito – beninteso dopo il restauro dell’antico edificio – da chiesa, convento (Padri Passionisti) e casa-ufficio della parrocchia. Isolati totalmente dalla zona residenziale, i tre edifici del complesso godono di un’ampia cornice di verde che lascia nel dovuto risalto il simbolo religioso.

La chiesa si presenta squadrata all’esterno, con quattro alte masse intervallate e concluse da altrettanti spioventi, così da richiamare certa architettura romanica di ottimo taglio. Si tratta di edificio simmetrico concepito come un ampio tetto a capanna interrotto a intervalli uguali da alti finestroni verticali i quali offrono all’interno una serie di grandi abbaini. La verticalità ieratica dei grandi finestroni indica e sottolinea la funzione sacra dell’edificio.

Sul breve sagrato che prospetta su via Melchiorre Gioia si innalza la facciata che nello spirito assolutamente moderno delle linee rievoca l’antica e consueta funzione che consiste nel rivelare l’interno, come nelle antiche basiliche, dove altezze e forma della facciata dividevano l’interno dall’esterno. Poligonale e spaziosa la chiesa accoglie il presbiterio e l’altare con il tabernacolo nei modi tradizionali. Tinteggiata a semplice calce, l’interno ha la sua naturale coloritura, cosi da mettere in risalto il vasto respiro di tutto l’ambiente e la policroma fantasia delle finestre istoriate. 

La superficie dell’intero complesso parrocchiale è di 5.500 metri quadri, la chiesa ne occupa 1.060, si sviluppa in 46 metri di lunghezza, 21 in larghezza, raggiungendo un’altezza minima di 5,5 metri e una massima di 13. L’area a disposizione dei fedeli è di 600 mq. La struttura portante è in cemento armato e il pavimento in granito.»

L’interno

L’interno è dominato dal’imponente figura nell’abside del Cristo benedicente che, staccato dalla croce, già risorto, sembra dirigersi verso l’umanità dolente. 

Tra le altre opere artisticamente significative, quale partecipazione di una pluralità di maestri che hanno contribuito a impreziosire questo luogo di culto altrimenti anonimo – oltre al marmoreo Fonte Battesimale di concezione moderna – spiccano le vetrate che raccontano sostanzialmente la storia dei Concilii, poiché la chiesa voluta dal cardinal Montini arcivescovo di Milano negli anni ’60 faceva parte del piano delle “Ventidue chiese per Ventidue Concilii” da costruire nella periferia milanese. In particolare segnaliamo:

• la vetrata con Maria Madre della Chiesa, a ricordo del Concilio Ecumenico Vaticano II, opera di Trento Longaretti, allievo di Aldo Carpi; 

• la grande vetrata con papa Giovanni XXIII, dedicata al Concilio Vaticano II; 

• la vetrata dedicata all’arrivo a Milano di San Carlo Borromeo.

Il ruolo di enrico mattei

Pochi sanno del ruolo che Enrico Mattei ebbe nella grande impresa delle nuove chiese a Milano. Fu il cardinal Ildefonso Schuster nel 1954 a chiamarlo alla presidenza del “Comitato per le nuove chiese”. Un’opera gigantesca, sia nella realizzazione muraria sia nella raccolta dei fondi necessari alla edificazione dei nuovi luoghi di culto della periferia. Nel decennio 1951-61 Milano si espande a 1,5 milioni di abitanti. La gran parte vive nei casermoni delle periferie senza servizi sociali, e soprattutto senza chiese. Arrivato a Milano il 6 gennaio 1955 come nuovo arcivescovo, il cardinal Montini lanciava il nuovo piano “Ventidue chiese per Ventidue Concilii”, per portare la Chiesa nelle periferie abbandonate, ma soprattutto per ricordare le grandi tappe della istituzione ecclesiastica: i 22 Concilii Ecumenici. Tra il Municipio 2 e il Municipio 3, fanno parte di questo progetto, oltre la chiesa di Santa Maria Goretti, San Domenico Savio in via Rovigno, San Gerolamo Emiliani a Cimiano, San Leone Magno in piazza Udine, Sant’Ignazio di Loyola al quartiere Feltre, la chiesa di Santo Spirito in via Bassini e San Vincenzo De Paoli in via Pisacane.

Nel 1937 il Piano Nuovi Templi del cardinale Schuster aveva aperto nuovi orizzonti all’espansione della Chiesa Milanese, cercando contemporaneamente di razionalizzare le nuove comunità parrocchiali in base al numero degli abitanti, all’estensione delle nuove parrocchie, alla superficie destinata alle nuove chiese. Il 20 ottobre 1952 l’assemblea generale Nuovi Templi nominava presidente del Comitato l’ingegner Enrico Mattei, già manager di stato, e in grado di assumere su di sé i gravosi problemi della espansione della chiesa milanese. Egli calcolava che “una chiesa al rustico, ma funzionante costava, senza il terreno, sui 70-100 milioni di lire”. Ma il 30 agosto 1954 veniva a mancare il cardinale Schuster, sostituito fin dal 1° novembre dello stesso anno dal cardinale Giovanni Battista Montini, inviato direttamente dal papa Pio XII. Al cardinal Montini l’ingegner Mattei aveva esposto l’iter del proprio programma, che l’arcivescovo aveva accettato di buon grado. La loro collaborazione si era avviata su una strada di aiuto reciproco. Agli atti rimangono ben 123 nuove chiese realizzate durante l’episcopato di Montini a Milano. Nel periodo del suo arcivescovato il cardinal Montini aveva consacrato ben 39 chiese. Il 12 novembre 1961 Montini lanciava alla città il progetto delle 22 chiese. «Milano cresce, cresce; continuamente, rapidamente, oltre ogni previsione – egli osservava – oltre la nostra già tesa e già sofferente possibilità di pareggiare con la dovuta proporzione l’assistenza pastorale ai bisogni dei nuovi quartieri…»

Ma la morte era in agguato per l’ingegner Mattei, scomparso il 27 ottobre 1962. Venne commemorato il 22 dicembre alla presenza del cardinal Montini, che qualcuno propose alla presidenza del Piano Ventidue chiese. Ma il 21 giugno 1963 il cardinal Montini diventava papa Paolo VI. La presidenza diventava competenza del nuovo arcivescovo cardinale Giovanni Battista Colombo. 

Rubate le reliquie della santa

Un fatto di cronaca a latere, ma sconvolgente per i fedeli avvenne il 6 dicembre 2012, quando – affermano le cronache parrocchiali – furono rubate le reliquie di Santa Maria Goretti custodite sotto l’altare. Il vetro che le proteggeva venne infranto e il reliquiario portato via. Lo sconcerto tra i fedeli, appurato che il luogo periferico si prestava ad azioni criminali, andava dal pensiero del sacrilegio nei confronti della santa al fatto che qui era stata violata la consuetudine religiosa con la quale molti si avvicinavano a Santa Maria Goretti.

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