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Progetto Mentore, un adulto per amico

di Giovanna Baderna


La parola mentore viene direttamente dall’Odissea di Omero. Mentore era un amico di Ulisse, al quale l’eroe affidò la cura del figlio Telemaco al momento di partire per la guerra di Troia.

Lo scopo del progetto è quello di costruire intorno a bambini della scuola primaria e preadolescenti, che abbiano un rischio di abbandono scolastico o difficoltà anche solo momentanee, una rete di adulti di riferimento capace di creare un rapporto di fiducia che ne stimoli l’autostima e ne accompagni la crescita.

Questo ruolo di guida è diverso da quello che si potrebbe avere con genitori e parenti o con gli insegnanti ed educatori ed è basato su amicizia, sincerità, serenità senza un fine specifico di apprendimento o educativo ma basato su un sentimento di accettazione, non giudicante, che sappia soprattutto ascoltare e crei empatia, che sappia dare un consiglio se richiesto ma non imporsi, che sappia mantenere un segreto e non intervenga nei rapporti che il bambino ha con genitori ed insegnanti. Questi bambini hanno bisogno di attenzione, di essere protagonisti di una rapporto positivo in cui possano esprimersi e il rapporto che si crea è esclusivo, ogni “Mentore” ha un solo “Telemaco” cui si dedica an­che per diversi anni.

Il programma Mentore

Il programma Mentore è nato negli Stati Uniti e promosso in Italia dalla Società Umanitaria da oltre 20 anni e conta oggi a Milano 120 volontari selezionati che ricevono una formazione permanente, sono coordinati da un volontario esperto e sono coadiuvati dal supporto di uno psicologo. È attivo in 4 città in 42 scuole primarie e 53 secondarie di primo grado. La Società Umanitaria è un ente morale filantropico fondato nel 1893 che non si limita a un’attività benefica, ma punta soprattutto a superare le difficoltà con sostegno, formazione, cultura e istruzione.

Il percorso funziona così: gli insegnanti che individuano nelle proprie classi un potenziale Telemaco lo segnalano alla Società Umanitaria che analizza le caratteristiche e le inclinazioni del bambino e, chiedendo l’autorizzazione ai genitori, lo inseriscono nel programma; intanto gli adulti volontari fanno una breve formazione in cui si valutano l’idoneità e le caratteristiche del Mentore per avere un abbinamento ottimale, basato anche sugli interessi e il carattere.

Avvenuto l’abbinamento, l’adulto e il bambino si incontrano per un’ora alla settimana da soli, in un locale apposito della scuola, per giocare, parlarsi, fare attività di interesse comune, diventare amici. Non si parla di scuola, non si fanno compiti, non si giudicano le famiglie o i compagni, non si incontra il bambino né ci si mette in contatto fuori dall’ora dedicata. Il solo scopo è frequentare un modello positivo di adulto e creare una relazione amichevole duratura che rassicuri e incoraggi. Gli incontri avvengono durante il periodo scolastico, da settembre a giugno, e il Mentore non ha contatti con la famiglia o gli insegnanti del ragazzo, che deve confidarsi con fiducia al suo esclusivo “Amico” adulto.

I risultati positivi di questa relazione si vedono molto presto, cresce l’autostima, la fiducia negli adulti, l’interesse ad approfondire i rapporti e confrontarsi anche su valori morali e migliorano i rapporti con i compagni perché il bambino acquista sicurezza. Migliorano anche i risultati scolastici grazie alla distensione e la fiducia in se stessi, ad esempio generata da praticare un hobby, dipingere o disegnare o giocare o leggere con un amico tanto speciale.

Il disagio evolutivo causato dalla scarsa autostima è superabile se preso in tempo, mentre può diventare la base di disturbi più gravi con l’adolescenza, e anche il disagio causato da fattori ambientali (la scuola, la famiglia, le regole e punizioni, i rapporti con i compagni e gli adulti) è affrontato meglio da una figura adulta e consapevole che è esterna a tutte le dinamiche che circondano il ragazzo.

Non è facile per gli adulti cancellare i pregiudizi e trattare alla pari con un bambino, ascoltarlo veramente e non avere fretta, non fargli pesare l’inferiorità intellettuale e promuoverlo sinceramente a nostro amico. Ma il programma di formazione, basato su pochi incontri in cui i volontari vengono via via selezionati, è ormai consolidato e i buoni risultati riscontrati anche da ricerche universitarie e letteratura internazionale (un recente studio della durata di tre anni dell’Università Cattolica sul programma della Società Umanitaria ha valutato l’efficacia nell’80% dei casi su rendimento scolastico e rapporti interpersonali). 

Quindi invitiamo tutti coloro che possono dedicare un’ora alla settimana del loro tempo (in orario scolastico) ad aiutare “piccole grandi persone” a crescere e che vogliono cimentarsi in questa importante esperienza in una scuola della zona, a contattare Alberto scrivendo a mentore.milano@umanitaria.it o telefonando allo 02 57968353.

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Numero 01-2024

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