di Roberto Biscardini, Presidente Associazione Riaprire i Navigli
Il Comune di Milano si appresta a celebrare la “Via del Marmo”, l’itinerario che i marmi per il rivestimento del Duomo percorrevano da Candoglia fino al laghetto di Santo Stefano, un bacino scavato appositamente a trecento metri dal Duomo in fianco al Naviglio dell’attuale via Francesco Sforza, in via Laghetto.
I marmi viaggiavano sull’acqua. Prima sul fiume Toce, poi sul Lago Maggiore, poi sul Ticino e sul Naviglio Grande fino a Milano lungo un percorso di circa cento chilometri. E fu proprio la comodità di avere da poco costruito un canale navigabile a consigliare la scelta del marmo di Candoglia per il rivestimento del Duomo di Milano.
Senza il Naviglio Grande navigabile fino a Milano dal 1272, il Duomo non sarebbe rivestito di marmo e tutto il mondo non avrebbe mai potuto ammirare la sua grandezza e il suo splendore. Così come senza la realizzazione delle conche, necessarie a superare i dislivelli del canale, le barche non avrebbero mai potuto arrivare dal Lago Maggiore fino alla città.
L’Associazione Riaprire i Navigli partecipa al progetto della “Via del Marmo”, che ha come capofila la Città Metropolitana di Milano e al quale partecipano anche il Consorzio Villoresi, la Regione Lombardia, con il sostegno della Veneranda Fabbrica del Duomo e dell’Arcidiocesi. Coinvolte nel progetto sono anche molte amministrazioni locali nonché il Parco del Ticino e l’Associazione Locarno-Milano-Venezia.
Ecco il punto.
A distanza di quasi cent’anni dall’inizio della chiusura dei Navigli nel centro di Milano (1929), che hanno poi a loro volta determinato l’impoverimento, se non addirittura lo stato di abbandono della rete dei Navigli lombardi, le istituzioni riscoprono il tema della navigabilità dei nostri Navigli.
Una grande soddisfazione per tutti coloro che da molti anni si battono per la riapertura dei Navigli a Milano e per la riqualificazione dei Navigli con la ricostruzione delle antiche conche che garantivano la loro navigabilità.
Una grande soddisfazione per tutti coloro che, indipendentemente dalla “Via del Marmo”, si stanno dedicando alla riqualificazione del Martesana e ancora più a nord del Naviglio di Paderno, per renderli completamente navigabili. Affinché si possa un giorno riattivare il grande itinerario che una volta consentiva ai lombardi e ai milanesi di navigare dal punto più alto del Lago di Como, a Colico, fino a Venezia percorrendo dopo il lago un tratto dell’Adda, il Naviglio di Paderno e il Martesana, la cerchia interna, il Naviglio Pavese, il Ticino, il Po e il mare.
L’architetto Edo Bricchetti, a nome dell’Associazione Riaprire i Navigli, presente alla riunione per la “Via del Marmo”, ha così potuto esprimere il suo interesse allargando il campo della nostra attenzione e rimarcando la centralità della navigazione di tutti i Navigli della Lombardia quale risorsa infrastrutturale per fare rete tra i soggetti gestori del territorio. Sottolineando l’opportunità di valorizzare le storiche vie d’acqua, assi portanti delle fortune economiche e culturali della città di Milano.
Con ciò ribadendo l’importanza di recuperare la memoria dei tracciati segnati dai nostri Navigli come elemento fondamentale di valorizzazione dei territori e delle loro ricchezze artistiche e sociali. Ricostruire la funzionalità delle vie d’acqua per il benessere di tutti, come opportunità turistica in chiave culturale-ricreativa e religiosa anche nello spirito del prossimo Giubileo.La navigazione e nuovi paesaggi urbani che sono tornati ad essere oggetto di discussione in un incontro organizzato dalla