25 C
Milano
venerdì, 11 Luglio 2025
  • Intesa San Paolo SpazioXnoi
HomeAssociazioniMalabrocca: luogo di relazioni, accoglienza e speranza

Malabrocca: luogo di relazioni, accoglienza e speranza

di Valentina Rigoldi

A pochi giorni dalla conclusione del Giro d’Italia, ci sembra interessante far conoscere uno spazio della Casa della Carità, dedicato alla più famosa Maglia Nera nella storia del Giro: Luigi Malabrocca. Da alcuni anni il “Malabrocca” è, per la Casa, lo spazio di accoglienza dedicato a chi chiede aiuto ai servizi diurni: centro di ascolto, sportello legale, docce e guardaroba, ambulatori.

«Malabrocca era un personaggio affascinante: negli anni ’40 arrivava ultimo di proposito al Giro perché così facendo riceveva comunque un premio. La sua era una strategia per vincere, in un altro modo. Ecco, intitolando a lui questo spazio la nostra speranza è che anche gli ultimi possano vincere. Non perché arrivano primi, ma perché conquistano i propri diritti, perché riescono a dire: “Sono cittadino anch’io”». Lo racconta Fiorenzo De Molli, responsabile del settore Andare Verso della Casa della Carità e tra gli ideatori di questa dedica.

Ma chi sono e che bisogni hanno le persone che ogni giorno passano dal Malabrocca?

«Le persone arrivano qui perché stanno attraversando difficoltà burocratiche, difficoltà economiche, sanitarie o emotive. Stanno cioè vivendo un momento in cui hanno perso i loro punti di riferimento e si trovano in una situazione da cui è difficile ripartire. Hanno bisogni vari e variegati, ma quello che percepiamo è che tutti o quasi tutti sono accomunati dall’essere o sentirsi soli di fronte alle difficoltà che stanno affrontando», dice l’educatore Luca Casamassima.

Nell’anno del Giubileo della Speranza, la porta del Malabrocca diventa un simbolo di accoglienza ancora più forte, perché è trasformata, anche se non ufficialmente, in una “porta santa”.

«A rendere “santa” la porta del Malabrocca è il fatto di desiderare di attraversarla portando dentro la speranza di un incontro. Da qui, infatti, entreranno nella Casa quei “pellegrini”, che sceglieranno di vivere con noi il Giubileo, un’iniziativa che abbiamo pensato per incontrare le comunità parrocchiali della Diocesi di Milano. Abbiamo scelto di far partire questo pellegrinaggio proprio da qui, affinché chi parteciperà possa sentire come propri i passi delle migliaia di persone che ogni anno attraversano questa porta per chiedere sostegno, possa immaginare i loro volti e il loro sguardo, possa ascoltare il loro grido di aiuto e i loro desideri, possa lasciarsi interrogare dalle loro storie», spiega don Paolo Selmi, presidente della Fondazione.

Le comunità parrocchiali che fossero interessate a partecipare al Giubileo alla Casa della Carità, possono scrivere a: spiritualita@casadellacarita.org

ARTICOLI CORRELATI

Articoli più letti

Numero 02-2025

Interviste recenti