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Il caso dello storico mensile ABC

Calo delle inserzioni e raddoppio dei costi di stampa minacciano la sopravvivenza dei giornali locali.

La redazione del mensile ABC in data 18 ottobre 2022 ha pubblicato un allarmante editoriale che comunica la difficile sopravvivenza del giornale, a seguito del vistoso calo della raccolta delle inserzioni e dell’aumentato costo della carta e quindi del raddoppio dei costi di stampa. Sono le conseguenze del Covid, della guerra in Ucraina, della grave crisi economica, che si sono abbattute sulle attività commerciali: tanti negozi hanno chiuso, altri chiuderanno. Da qui un appello ai lettori, come ultima speranza, per ricevere libere donazioni per riuscire “a stare in piedi” per fine anno.

I giornali locali sono un fenomeno tutto milanese e rappresentano quindi una unicità nell’ambito della cultura cittadina. Abbiamo intervistato Francesco Adduci (nella foto a sinistra, NdR), presidente della cooperativa ABC Milano, editrice del mensile ABC che è distribuito nei quartieri a nord del Municipio 9.

Da quanti anni è presente ABC sul territorio milanese?

Molti anni fa, negli anni ’80, la sezione del PCI di Affori aveva iniziato a stampare il giornale di quartiere Affori-Bruzzano-Comasina, che aveva come acronimo ABC. Le pubblicazioni terminarono nel 1990. Successivamente nel 1995 un gruppo di cittadini, tra cui il sottoscritto, decise di elaborare un progetto per l’edizione di un giornale che potesse raggiungere tutte le famiglie della vecchia Zona 8, che comprendeva i quartieri di Affori, Bruzzano, Comasina e Bovisasca e che risultasse un utile mezzo di informazione, fatta soprattutto per quelle persone che non potevano recarsi in edicola e che potesse anche essere uno strumento di crescita culturale per la popolazione.

Si scelse come nome della testata ABC, ovvero l’acronimo della precedente pubblicazione, e come editrice venne fondata l’Associazione Amici di ABC, che successivamente nel 2010 decise di cedere i diritti editoriali alla neofondata Cooperativa ABC Milano. Alla data presente ABC conta ventotto anni di pubblicazione e si finanzia con la vendita degli spazi pubblicitari.

La cooperativa ABC Milano di cosa si occupa? E quali i temi trattati da ABC?

ABC Milano è una cooperativa culturale a mutualità prevalente che in dodici anni, oltre a curare l’edizione di ABC, ha pubblicato alcuni libri, fornito consulenze editoriali per la produzione dei giornali della Provincia di Arezzo e dei Comuni di Corsico e Rescaldina, elaborato progetti di grafica editoriale e organizzato vari eventi culturali. Nel 2019 è iniziata la gestione con altri partner del centro di cultura e socialità “Villa Viva!”, progetto con sede a Villa Litta Modignani.

ABC è uno dei giornali locali che ha quasi sempre avuto una pagina dedicata allo sport e una dedicata alla storia dei quartieri. Per parecchi anni sono stati pubblicati interi servizi realizzati dagli alunni delle scuole elementari e medie dei quartieri toccati dal giornale. Nel 2014 è stata riservata una pagina alla redazione junior, progetto tuttora attivo, ma mai riconosciuto dalle istituzioni cittadine, anche dopo averlo proposto in risposta a qualche bando. Altri contenuti sono le attività delle varie istanze territoriali (associazioni, cooperative, comitati); cronache cittadine e mai cronaca nera.

Quanto hanno influito le vicende degli ultimi due anni nell’economia della cooperativa e quindi di ABC?

La fase Covid-19 è stata affrontata con qualche difficoltà: un numero di ABC è uscito solo in digitale; cinque mesi di cassa integrazione per il personale; entrate nulle da “Villa Viva!”; un bilancio chiuso in perdita, riuscendo comunque a tamponare in parte il disavanzo con il contributo del Fondo di Mutuo Soccorso del Comune di Milano. Il problema di sostenibilità del progetto si è fatto sempre più importante a partire dal 2017, quando la raccolta di pubblicitaria è calata in un solo anno del 27%.

I due anni di Covid-19 sono stati un ulteriore schiaffo, ma peggio ancora il post-Covid e gli effetti della speculazione, il tutto accompagnato anche da una guerra in Europa, che ha avuto come risultato l’aumento del prezzo di alcuni beni, tra cui la carta, che ha determinato pressoché il raddoppio dei costi di stampa nel 2022. Ancora non sono arrivati gli aumenti, che sicuramente diventeranno realtà tra fine anno e il 2023, dei costi energetici. In queste condizioni è difficile dare continuità a un progetto che è rimasto in piedi per circa 28 anni.

Cosa pensa che succederà alla stampa locale dato che quelli che lei cita sono problemi abbastanza comuni e condivisi?

Vorrei ricordare che ABC, così gli altri giornali locali di Milano con simili caratteristiche, è gratuito e l’unica fonte di sostentamento è il ricavato della vendita degli spazi pubblicitari: introiti ormai in costante calo da molti anni.

L’aumento dei costi di stampa è devastante. È necessario che chi crede negli strumenti di informazione, come ABC e Noi Zona 2 debba investirci: il Comune lo farà? Non credo, perché finora non si è visto nessun interesse, nonostante i solleciti. Basterebbe poco: tutte quelle settimane di eventi (Fashion Week, Design Week, Movie Week, Art Week, Digital Week, ecc.), di cui sono a conoscenza solo gli addetti ai lavori e quel po’ di massa critica che ci gira intorno, potrebbero essere reclamizzate utilizzando i giornali locali e questa potrebbe essere una fonte sicura di aiuto.

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