14.5 C
Milano
domenica, 19 Maggio 2024
  • Intesa San Paolo SpazioXnoi
HomeIntervisteArtisti e ScrittoriGiuseppe Carfagno, un giallista in Martesana

Giuseppe Carfagno, un giallista in Martesana

In questa breve intervista il professore-giallista racconta il suo metodo di lavoro e il rapporto con la Martesana in particolare.

-

Per molti anni insegnante di lettere all’Istituto Italo Calvino nel Municipio 2, Giuseppe Carfagno è un’eclettico personaggio che ha sempre affiancato alla passione per l’insegnamento quella per la letteratura, sia rivolta ai ragazzi a cui ha insegnato, sia rivolta a un pubblico più adulto, come nel suo primo giallo ambientato in zona 2 – Omicidio sulla Martesana, il Ciliegio – e in particolare fra Turro, Gorla, Precotto e via Padova. Gli abbiamo rivolto qualche domanda per conoscerlo meglio e capire come nascono i suoi libri.

Quando è iniziata la sua passione per la scrittura?

Ho iniziato sin da ragazzo, mi piaceva scrivere racconti, poesie, pensieri vari. Poi ho cominciato a insegnare e da allora ho scritto almeno un racconto alla settimana.

I suoi libri di formazione?

I primi sono stati Pinocchio, I ragazzi della via Pál, Oliver Twist, L’isola del tesoro… Poi mio padre, ha cominciato a comprare gli economici della Mondadori e da allora non ho smesso più.

Quanto tempo dedica alla stesura di un libro?

Da tre a sei mesi, ma per alcuni, a carattere storico, anche di più. E questo perché del personaggio mi piace conoscere tutti o quasi gli ambienti dove ha vissuto. Per esempio, per Federico II ho impiegato più di due anni. Ancora di più per Leonardo da Vinci.

La fonte d’ispirazione, qual è, da dove nasce?

Non c’è una regola fissa. Può partire da un semplice articolo (Omicidio sulla Martesana), da una storia sentita da amici (Volevamo battere gli U), da una conferenza (La storia di Umberto Nobile) e così via.

Cosa le piacerebbe che rimanga ai lettori dei suoi libri?

L’umanità, l’attenzione e l’amore per gli altri, per i più deboli, per gli animali, per la natura…

Quali sono i romanzi e gli autori che ama di più?

Gianni Rodari, Italo Calvino, Mario Lodi, Andrea Camilleri, Georges Simenon, Maurizio De Giovanni…

Scrive a penna o col computer?

Più al computer, ma anche a penna, sui quadernoni.

Carta oppure e-book?

Carta, decisamente. Di un romanzo mi piace anche annusarne la carta, toccare e ammirarne la copertina, sentirne la consistenza. Con l’e-book questo non è possibile.

L’insegnamento può essere spunto d’illuminazione?

Assolutamente sì, anche oggi che insegno all’Humaniter, con allievi dai 18 agli 80 anni. È un continuo dare e avere.

Il rapporto con il quartiere?

Molto attivo, vivo, partecipato. Molti miei romanzi, per esempio quelli sulla Martesana – ben 6 – si svolgono proprio lì e nei dintorni.

Progetti per il futuro?

Tanti, a cominciare dai romanzi noir, la pubblicazione di una commedia in milanese, tradotta da me in italiano (che verrà rappresentata), i grandi classici per bambini che ho provveduto a ridurre per i più piccoli e che usciranno nel 2023…

Il suo libro Omicidio sulla Martesana, si svolge nel quartiere.

Certo, è completamente immerso nel Municipio 2 (Gorla, Precotto, Crescenzago, Turro, Greco). Alcuni miei lettori mi hanno detto che se ne vanno in giro col mio libro per conoscere locali, pizzerie, cartolerie, bistrot-librerie… È piaciuto così tanto che è appena uscito il seguito, ma con una storia autonoma anche se con la stessa squadra mobile: Efferato delitto nel parco della Martesana.

Interviste recenti

Numero 01-2024

Articoli più letti