di Generoso Simeone
Il 2023 è stato l’anno del centenario dell’aggregazione al Comune di Milano di diversi comuni confinanti, tra cui anche il Comune di Crescenzago, costituito nel 1859 ed autonomo fino al 1923, ed il fatto è stato ricordato con molteplici iniziative su tutto il territorio comunale.
A Crescenzago vi è una struttura che ricorda il passato autonomo dell’ente ed è la sede dell’antico Municipio, ubicata in piazza Costantino, sul Naviglio della Martesana; trattasi di un bene storico-artistico vincolato dalla Sovrintendenza, che è diventato sede storica della omonima Banda Musicale e delle sezioni dell’ANPI e di Legambiente, le quali, assieme all’Orchestra di via Padova, Fondazione Brambilla Pisoni, Heracles Gymnasium, Heracles Symposium, Tempo per l’infanzia e l’Associazione Berlinguer Milano, hanno dato vita all’Associazione Casa Crescenzago.
La finalità statutaria dell’associazione è quella di salvaguardare il Palazzo e renderlo disponibile per il quartiere e la città, con funzioni di centro civico, sociale, culturale, musicale e artistico: una Casa delle culture aperta al mondo. L’impegno e la lotta per la sua tutela durano da oltre 15 anni: ovvero dalla prima cartolarizzazione, decisa nel 2007 dal sindaco Letizia Moratti.
Nonostante la raccolta di oltre 3.000 firme nel 2008, con le quali si chiedeva “che il Palazzo di piazza Costantino ritorni ad essere bene pubblico e sede delle associazioni che svolgono una importante funzione di ‘presidio’ civile sociale e culturale”, e nonostante il Consiglio di Zona 2, abbia chiesto, nel 2008, “il blocco della dismissione dell’immobile, lo stralcio della delibera e il mantenimento dell’attuale uso alle Associazioni”, e con una delibera del 2012 abbia ribadito la richiesta che “l’ex municipio resti fruibile per la cittadinanza e torni ad essere pienamente patrimonio pubblico, che venga mantenuto il godimento alle associazioni locate e che l’edificio venga tolto dal Fondo immobiliare Milano 1 e riacquisito dal Comune di Milano”; da parte delle diverse Amministrazioni comunali che si sono susseguite dal 2007 a oggi, si è insistito nel volere vendere lo stabile ai privati, seguendo una rovinosa politica di alienazione del patrimonio pubblico.
Nel febbraio del 2023 è stato presentato da parte di Casa Crescenzago un ricorso al Tar, con il quale è stata impugnata la Delibera del Consiglio Comunale di Milano del 5 dicembre 2022 che, rimettendo in vendita l’immobile, contraddiceva la Delibera dello stesso Consiglio Comunale n. 34 del 2015 che stabiliva il rientro al Demanio dello stabile.
Per inciso, a seguito di tale delibera, la Direzione Casa e Demanio del comune di Milano, con nota del 24.03.2016, indirizzata al presidente del Consiglio di Zona e al presidente Anpi Crescenzago, così si espresse: “Nonostante i tempi tecnici per addivenire all’atto notarile non saranno presumibilmente brevi il Consiglio di Zona che ha fatto propria l’esigenza da Voi espressa di restituire una funzione pubblica all’Immobile di via Adriano 2, sarà libero di iniziare con Voi un’attiva interlocuzione per esaminare i progetti di valorizzazione dell’immobile stesso”.
Nel ricorso sono state messe in evidenza la violazione di leggi, l’eccesso di potere e la svalutazione del patrimonio immobiliare pubblico. Questo ricorso era finalizzato a mettere al centro l’interesse generale per la tutela del patrimonio storico e dell’ambiente, la libertà di associazione e la partecipazione democratica.
Nel confronto dibattimentale l’avvocatura del Comune ha riconosciuto espressamente la funzione pubblica, sociale, civile e culturale delle associazioni e del Palazzo vincolato dalla Soprintendenza regionale; ha sostenuto che il Comune ha avviato l’iter attuativo della delibera consiliare n. 34/2015, ma la permuta con altro bene non si è perfezionata a causa del diniego del Fondo immobiliare e che il Comune intende, tramite il Municipio 2, tutelare la funzione pubblica e “aggregativa” del palazzo e delle associazioni.
Lo scorso 20 giugno il ricorso è stato ritenuto “inammissibile” dal Collegio giudicante del Tar Lombardia, che ha tuttavia confermato la funzione pubblica e “aggregativa” dello storico edificio e ha riconosciuto l’alto valore civile culturale e sociale delle associazioni ricorrenti.
Si può quindi affermare che dal dispositivo della sentenza, che stabilisce il pagamento delle spese processuali in misura “compensativa” tra le parti, che la partita è terminata con un pareggio.
Al Comune di Milano, compreso il Municipio 2, e al Fondo immobiliare Bnp Paribas, la responsabilità ora di passare dalle parole ai fatti: ripristino della proprietà pubblica e sede per le associazioni di Casa Crescenzago.
C’è da augurarsi si trovi una soluzione condivisa tra le parti, per la migliore tutela dell’interesse della collettività. Altro elemento emerso: “Il Comune – evidenzia il presidente di Anpi Crescenzago Giuseppe Natale – intende comunque garantire sedi adeguate alle associazioni”. E il presidente del Municipio 2 Simone Locatelli lo conferma: “Nel caso si concretizzasse la vendita del palazzo, le associazioni potranno trasferirsi alla Cascina Cattabrega” di via Trasimeno.
La sede ipotizzata, però, non è a Crescenzago e non ha certo il valore, storico e di memoria, dell’edificio attualmente utilizzato. L’obiettivo delle associazioni di Crescenzago è quello di rimanere nell’antico Municipio, rendendolo parte di un “museo diffuso” che mantenga viva la memoria, anche affettiva, cara all’intero quartiere: la vicinanza di numerosi siti storicamente significativi, uno per tutti il ponte sulla Martesana con l’affresco della “Madonnina del Ponte”, fanno sì che questo si caratterizzi come un vero e proprio “luogo del cuore” e non con un semplice “spazio” per le attività delle Associazioni.
È possibile a sostenere le spese legali con una donazione libera pro Casa Crescenzago.
IBAN: IT85D0538701616000003494473 Banca BPER, filiale di Milano Via Padova.