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venerdì, 26 Aprile 2024
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Ridare coraggio alla politica

La chiamata al voto del 4 marzo chiede partecipazione attiva e responsabile

di don Luca Bressan, Vicario Episcopale Diocesi Milano


“Chiedo a Dio che cresca il numero di politici capaci di entrare in un autentico dialogo che si orienti efficacemente a sanare le radici profonde e non l’apparenza dei mali del nostro mondo! La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune. Prego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri !”

Le parole di papa Francesco sono non soltanto un’utile guida al discernimento, quando tra poche settimane saremo chiamati ad esprimere il nostro voto; sono anche uno stimolo a prendere sul serio il nostro compito di elettori. Non soltanto non disertandolo, ma vivendolo per quello che è: un momento importante di costruzione delle istituzioni, per il bene dell’Italia, dell’Europa, per una società che sappia mettere al centro il bene di tutti, a partire dai più poveri.

Il voto che siamo chiamati ad esprimere il prossimo 4 marzo è di conseguenza un gesto che va preparato. Occorre in queste settimane suscitare domande, sviluppare osservazioni, accendere riflessioni e confronti, entrare in dibattiti che consentano ad ognuno di noi di aumentare la profondità della propria visione politica, in un momento in cui la comunicazione mediatica suggerisce con cadenza quotidiana il fascino seducente di scorciatoie e vie alternative ad una politica matura e capace di mettere al centro di ogni sua azione il bene di tutti gli uomini e il bene di tutto l’uomo.

don Luca Bressan, Vicario Episcopale Diocesi Milano
don Luca Bressan, Vicario Episcopale Diocesi Milano

Senza una buona politica la nostra società nazionale e regionale non riusciranno a ritrovare quella speranza e quella voglia di futuro che tutti percepiamo come il tesoro prezioso che abbiamo smarrito.

La cultura individualista che tutti respiriamo ha generalizzato un clima di indifferenza che fa da apripista a molte logiche dello scarto, ci ricorda spesso papa Francesco. Senza una buona politica sarà praticamente impossibile ridare spessore e tenuta al nostro legame sociale, indebolito dai tanti fattori di cambiamento in atto, che ci si presentano come crisi con le quali la convivenza è sempre più difficile (demografica, migratoria, economica, del welfare, della produzione e del lavoro, della cittadinanza).

Senza una buona politica sarà praticamente impossibile combattere i mali che affliggono la nostra vita sociale (corruzione in primis), accrescere la giustizia sociale, diffondere una visione ecologica integrale, fare del dialogo il primo strumento di azione e di costruzione del legame sociale.

È utile fare nostre le parole di papa Francesco a Cesena: “l’Italia ha bisogno della buona politica: una politica che non sia né serva né padrona, ma amica e collaboratrice; non paurosa o avventata, ma responsabile e quindi coraggiosa e prudente nello stesso tempo; che faccia crescere il coinvolgimento delle persone, la loro progressiva inclusione e partecipazione; che non lasci ai margini alcune categorie, che non saccheggi e inquini le risorse naturali – esse infatti non sono un pozzo senza fondo ma un tesoro donatoci da Dio perché lo usiamo con rispetto e intelligenza. Una politica che sappia armonizzare le legittime aspirazioni dei singoli e dei gruppi tenendo il timone ben saldo sull’interesse dell’intera cittadinanza”.

Alla luce di queste parole, di fronte alla tentazione dell’assenteismo e del disinteresse, è urgente richiamarci tutti alla presenza e alla partecipazione attiva e responsabile ai prossimi appuntamenti elettorali. A nessuno può sfuggire l’importanza dell’esercizio del diritto-dovere del voto: con esso si concorre infatti a determinare l’indirizzo politico del nostro Stato e della nostra Regione.

Per questo motivo la Chiesa ambrosiana non ha paura di schierarsi, spingendo tutti all’esercizio di un voto pensato e segno di una passione politica, che si esercita a partire dal quotidiano e dalle responsabilità che ognuno di noi assume ogni giorno.