di Valentina Rigoldi
Camminando di sera in via Brambilla, si può notare che i corridoi del primo piano della Casa della Carità sono di colore rosa: è il piano intitolato alla figura biblica di Sara e dedicato all’accoglienza delle donne.
A raccontare chi sono le donne accolte alla Casa è Vanessa Caputo, responsabile dei cosiddetti “progetti sociali”: «Storicamente abbiamo sempre accolto più uomini che donne. Vuoi perché l’immigrazione cominciava prevalentemente dagli uomini che poi venivano raggiunti dalle mogli, o vuoi perché le persone senza dimora sono in prevalenza maschi».
Da alcuni anni, però, la situazione è cambiata e il numero di uomini e donne accolte è simile. Questo è in parte conseguenza della riprogettazione degli spazi di via Brambilla, che ha visto diminuire i posti per l’accoglienza maschile, ma deriva anche da un cambiamento tra le persone che bussano alle porte della Casa: «Oggi c’è anche un’immigrazione fortemente femminile. Per esempio arrivano donne desiderose di autodeterminarsi, che vogliono poter scegliere chi sposare. E sia tra le straniere che tra le italiane, arrivano donne separate, divorziate o fuggite da situazioni di maltrattamento. Tra le italiane, soprattutto, sono donne non giovani, solitamente over 50», dice Vanessa.
Che aggiunge: «La nostra impressione è che una donna di una certa età che rimane sola abbia meno opportunità di crearsi nuovi legami; è invece più facile che un uomo di una certa età trovi una donna, magari anche più giovane, disposta ad accoglierlo e a prendersi cura di lui. Una donna che ha un matrimonio fallito alle spalle, magari ha perso il lavoro e ha problemi economici, fa molta fatica a trovare una nuova relazione. Viceversa le donne tendono a farsi carico anche di uomini con queste difficoltà».
L’aumento del numero di donne in stato di bisogno può derivare dal fatto che le emergenze degli ultimi anni, dal Covid all’inflazione, hanno messo in crisi quelle reti sulle quali potevano contare, più facilmente rispetto agli uomini: «L’idea che le donne abbiamo reti più forti rispetto agli uomini è meno vera del passato, perché ormai le difficoltà ci sono per tutti. Vivere a Milano è costoso, quindi accogliere nella propria casa una persona estranea o anche un familiare è più problematico», dice Vanessa.
E un tema molto forte nell’accoglienza delle donne è quello della maternità: «Da una parte abbiamo donne che hanno vissuti di separazione dai propri figli: abbandonati, dispersi, sottratti, morti o lasciati alle cure di qualcun altro. Dall’altra, soprattutto per le donne straniere e per le più giovani, la maternità è un desiderio molto forte, nonostante la difficoltà che attraversano», conclude Vanessa.