Le trasformazioni della Stazione Centrale

Un po’ di storia dei quartieri del municipio 2 ...proseguiamo con con la Stazione Centrale.

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Stazione Centrale
Stazione Centrale

Quei barconi che negli anni 1920 passavano sotto i ponti di Crescenzago e di Gorla erano diretti alla Darsena di Greco dove scaricavano sabbia, ghiaia, legname, materiali inerti da portare al terrapieno in cui si stava realizzando il rilevato ferroviario della nuova Stazione Centrale di Milano. Migliaia di manovali furono impiegati per elevare quel terrapieno su cui ora procede il fascio di binari che collega Milano al resto d’Italia.

Tra i braccianti, i primi furono i carradori mantovani, forniti di carro e cavallo: per la costruzione della ferrovia si organizzavano le corvées di “cavai e marnùn”. La ferrovia e la Stazione Centrale, dai terrapieni ai ponti e alle gallerie, era stata elevata tutta “a forza di badile” da salariati ospitati nei cosiddetti “Villaggi tricolore”, complessi di baracche di legno dislocati in periferia: ce n’era uno vicino allo stabilimento della Pirelli, un altro era a Sesto, in zona Rondinella. E tra via Ferrante Aporti e via Sammartini furono ricavati più di 100 locali destinati a quelli che verranno chiamati i Magazzini Raccordati. Anche le cave, numerose tra Precotto e Crescenzago, contribuirono alla costruzione della ferrovia e della Stazione Centrale: i ponti e le strutture ferroviarie non vennero eretti in mattoni, ma in cemento armato, con materiale inerte portato dai barconi o ricavato dalle cave dei dintorni e impastato a mano da manovali.

Il quartiere della Stazione ha visto passare generazioni di italiani: gli emigranti meridionali, veneti e lombardi diretti in Svizzera, in Belgio, in Francia in cerca di lavoro fin dall’inizio del secolo; gli ebrei e gli antifascisti partiti dal binario 21 con destinazione i campi di sterminio tedeschi. E nel dopoguerra in stazione è arrivato il popolo rumoroso e allegro delle vacanze, dove la partenza costituiva un autentico “assalto al treno”.

Non è eccessivo dire che nella Stazione Centrale s’incrociano i destini degli italiani e, oggi, gli itinerari dei popoli europei mischiati ai percorsi dei popoli medio-orientali, magrebini, asiatici. Da qui partono ogni giorno 600 treni e 320.000 passeggeri, per un totale di circa 120 milioni di viaggiatori l’anno.

L’evoluzione del quartiere

Dopo un progressivo arretramento dalla zona di piazza della Repubblica, il 1° luglio 1931 viene inaugurata dal ministro Costanzo Ciano l’odierna Stazione, costruita su progetto dell’architetto Umberto Stacchini, vincitore del concorso nazionale bandito nel 1912, che tuttavia vede iniziare i lavori solo nel 1927, causa lo scoppio della prima Guerra Mondiale. La stazione non ha uno stile architettonico proprio, ma è un miscuglio di liberty, art déco e altri motivi celebranti la monumentalità romana ispiratrice della cultura fascista.

Negli anni ‘30 Milano è un cantiere aperto: nel periodo fra le due guerre, precisamente nel decennio 1927-’37, insieme alla Stazione partono grandi lavori edili, tra i quali: la nuova piazza della Repubblica, l’Idroscalo e l’aeroporto Forlanini, l’Ospedale Maggiore di Niguarda, il Politecnico e Città Studi, la copertura dei Navigli (1930).

Il nostro territorio viene a trovarsi al centro di un complesso nodo ferroviario che fa capo alle stazioni di Sesto San Giovanni (aperta fin dal 1840), di Greco-Pirelli e di Lambrate (1914). Ma a loro volta i quartieri di via Padova e Turro sono soggetti alla pesante servitù della ferrovia, tagliati trasversalmente dalla massicciata, che ha stravolto l’antico disegno abitativo appartenente ai borghi rurali ottocenteschi.

Un momento segnato dalla storia indelebile del quartiere è quello del 28 aprile 1945, quando la popolazione festeggia la Liberazione salutando i partigiani che arrivano da corso Sempione e da via Farini e passando per la Stazione Centrale si dirigono a piazzale Loreto e piazza del Duomo.
Negli anni ‘50, tra la Stazione Centrale e Porta Garibaldi, viene creato il nuovo Centro Direzionale, la “city” simbolo del “boom” economico dell’epoca, rappresentato soprattutto dal grattacielo Pirelli in piazza Duca d’Aosta, 127 metri d’altezza, inaugurato nel 1959. Nel cuore della city, tuttavia, in un capannone della Stazione, fratel Ettore, prete camilliano, nel 1979 apre il Rifugio degli Amici del Cuore Immacolato di Maria, ospitando diseredati senza fissa dimora, barboni e stranieri.

Il quartiere oggi

Il quartiere oggi è un crocevia di linee auto-filo-tranviarie per il trasporto pubblico e di due linee metropolitane (la 2 verde e la 3 gialla) ed è stato incluso nella zona divenuta Municipio 2, con una popolazione di circa 140.000 abitanti. Importanti lavori di restauro e riqualificazione hanno interessato la Stazione a partire dall’anno 2005. A conclusione dei lavori, il 13 novembre 2010 la stazione è stata dedicata a Santa Francesca Cabrini, patrona dei migranti. Mentre il 27 gennaio 2013, nei pressi del binario 21, è stato inaugurato il memoriale della Shoah in piazza Edmond Safra.