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Teo Teocoli, Brigitte e Il piede de Dios

“El piede de Dios”, di Teo Teocoli con Gabriella Mancini, edizioni Solferino, strizza l’occhio da un banco di libreria. Difficile frenare la curiosità, quindi lo si sfoglia e si compra per leggerlo poi in velocità, perché racconta di un personaggio surreale, le cui vicende tengono in sospeso il lettore fino all’ultima pagina. 

Il protagonista si chiama Brigitte Lampion (i genitori volevano una femmina).  Dopo mille vicissitudini, incomincia a fare il calciatore a una età in cui gli altri hanno smesso già da tempo di giocare.  È generoso e sognatore, ma anche povero. Da Talavera de la Reina, il paese spagnolo in cui è nato, emigra a Parigi con la madre alla ricerca di un lavoro che gli consenta una vita migliore, affronta mille avventure e disavventure, si innamora di una ballerina del Moulin Rouge, la segue in Italia dove riesce a realizzare il suo obiettivo, a lungo sognato, di giocare in una grande squadra, dopo aver fatto follie nei cabaret milanesi. 

Teo Teocoli è conosciuto come comico famoso, imitatore ineguagliabile, cabarettista, cantante, conduttore televisivo. È anche un grande appassionato ed esperto di calcio; lo ricordiamo nel ruolo di commentatore e conduttore in diverse trasmissioni TV, ma non ha mai fatto il calciatore, salvo da bambino, all’oratorio del suo quartiere a Niguarda, dove ha avuto l’opportunità di conoscere ottimi calciatori che all’oratorio andavano a scaldare i muscoli senza far mai toccare palla ai ragazzini. Non ci sono quindi vicende personali che si intrecciano con la storia calcistica di Brigitte.

Come nasce allora questo libro?

«Mi ha ispirato un ragazzo che lavorava in un bar di Ibiza. Giovanissimo, alto, molto magro, ingenuo, semplice e decisamente buono, amava il calcio. Abitava a Talavera de la Reina, nella regione della Mancha e, su di lui, ho costruito il personaggio, un po’ donchisciottesco, di Brigitte. Con la fantasia l’ho fatto viaggiare su quei pullman di tipo africano, a bordo dei quali cantava lunghissime nenie arabe che avevano una durata incredibile (anche più di un’ora). Finiva sempre buttato giù dal mezzo perché le canzoni erano troppo lunghe. Dalla Spagna alla periferia di Parigi, convinto che quello sia il cuore della città. Quando finalmente scopre il centro, affascinato dal Moulin Rouge, si avvicina troppo alle pale e ne resta impigliato. Arriva un lanciatore di coltelli, che deve fare un numero nel locale e trova il modo di salvarlo, ma il seguito è tutto da leggere. Dopo Parigi va in Italia, dove lo guida il procuratore Braciola, fornito di molto entusiasmo ma di scarsa efficienza. A 50 anni, infatti, Lampion è ancora nella Primavera dell’Inter. Ma il suo tiro rasoterra, che riesce a sorprendere gli avversari, lo porterà ad essere protagonista di una storia incredibile e unica nel mondo del calcio».

Quanto c’è di Teocoli nel personaggio Brigitte? 

«C’è una parte del mio carattere. Mi capita, infatti, di avventurarmi in certe situazioni non pensando mai che qualcosa vada male anche se, magari, le premesse possono sembrare sfavorevoli. Un certo ottimismo è comunque parte di me. Quando mi bocciarono in terza superiore non ne feci una tragedia perché avevo già iniziato un’altra vita: al Roxy Club di via Dogana (chiamato El Bar del Domm) cantavo e suonavo il sabato e la domenica ma, soprattutto, mi dedicavo alle “pubbliche relazioni” con le ragazze che frequentavano il locale, attività che mi piaceva tanto». 

Questo libro, costruito su un personaggio accattivante, è decisamente godibile. Il racconto di Teocoli procede fluido, di avventura in avventura, fino alla chiusura di una carriera calcistica straordinaria, con un ultimo gol mirabolante.

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