di Roberto Biscardini – presidente Associazione Riaprire i Navigli
Mi fa molto piacere scrivere su questo giornale, che svolge un ruolo importante nella vita di Milano e di Zona 2, la zona per eccellenza attraversata dal Naviglio Martesana da via Padova, grosso modo all’altezza di via Idro, alla Cassina De Pomm, dove il Martesana si infossa sotto via Melchiorre Gioia.
Dopo aver attraversato Crescenzago, il Parco Martesana, Gorla all’altezza di viale Monza nei pressi dell’antico Circolo Familiare e quindi a fianco del Parco senza nome, una volta occupato da una fabbrica di candele chiamata anche “del Pan Fiss”, ciò del salario sicuro per gli abitanti della zona.
Lì il Martesana, che porta con sé le pulitissime acque dell’Adda, si infossa sotto il manto stradale, perché a partire dal 1929 in poi fino alla fine degli anni ’60, prima il fascismo e poi le giunte che seguirono anche dopo il ’45, decisero di asservire quella straordinaria via d’acqua interna, che per secoli era stata fonte di ricchezza e di sviluppo commerciale e produttivo, all’uso dell’automobile.
La nostra associazione, che di recente si è trasferita proprio a Gorla in viale Monza 170, è nata, dopo un periodo di studi e di elaborazioni presso il Politecnico di Milano, con un obbiettivo semplice. Riaprire integralmente i Navigli che sono stati chiusi. Quindi proprio gli otto chilometri, in parte coperti, da Cassina de Pomm ai Bastioni di Porta Nuova e quelli completamente interrati, dalla Conca dell’Incoronata, passando poi in via San Marco, Fatebefratelli, via San Damiano, Francesco Sforza, via Molino delle Armi e via De Amicis che arrivavano alla Darsena, dopo aver fatto il salto alla Conca di Viarenna.
Abbiamo quindi costituito una associazione con l’obiettivo di restituire la funzione navigabile ai 140 chilometri dei Navigli lombardi. E pertanto, in questi anni ha svolto una importante attività di sensibilizzazione dei cittadini, ha coinvolto dal punto di vista tecnico e culturale tutti coloro che si riconoscono in questi obiettivi e ha incalzato le istituzioni, il Comune e la Regione per restituire ai cittadini la storica Milano città d’acqua. Per ridare a Milano i suoi Navigli, essenza e anima della città. Chiudere così il misfatto e la ferita che si era prodotta con la loro chiusura.
Abbiamo contribuito a promuovere il Referendum del 2011, che ha visto più del 94% dei votanti dire di sì alla riapertura. Abbiamo lavorato perché il progetto fosse dichiarato nel 2012 progetto strategico nel PRG del Comune di Milano. Abbiamo fatto sì che la giunta Pisapia incaricasse il Politecnico di elaborare uno Studio di Fattibilità completato nel 2015.
Più recentemente abbiamo sollecitato il Comune affinché affidasse a MM uno studio tecnico di ingegnerizzazione dell’intero percorso. Proprio lo scorso anno infine, abbiamo promosso un Concorso internazionale di idee di Architettura per dimostrare le tante potenzialità e ricadute che la riapertura dei Navigli avrebbe sulla città, per renderla più bella, per renderla più fruibile a tutti, per recuperare nuove aree verdi e pedonali.
Sì perché, con la riapertura dei Navigli non si intende riprodurre un passato ormai lontano, non si intende fare un’operazione antiquaria, ma guardare avanti. Per una nuova modernità e per nuova qualità. Promuovere una nuova opportunità di riqualificazione della città e della Lombardia, in termini ambientali e paesaggistici, e un nuovo tipo di sviluppo economico legato alla cultura dell’acqua, dell’ambiente e del paesaggio.
Si tratta, quindi, attraverso la ricostruzione della fossa interna, elemento necessario di connessione di tutte le vie d’acqua lombarde, da Locarno sul Lago Maggiore a Venezia e da Colico nell’alto Lago di Como a Venezia passando per Milano, di riattivare tutto il sistema non più per il trasporto delle merci, come è avvenuto per secoli, ma per i nuovi bisogni del tempo libero, della cultura e per una navigazione di tipo sportivo e turistico, dalle semplici canoe ai piccoli bateaux mouches, così come avviene in molte città europee e del mondo. Là dove non solo i canali non sono stati chiusi, ma ancora se ne aprono di nuovi.
Si tratta di un’opera non difficile da realizzare dal punto di vista tecnico, non eccessivamente costosa, e produttiva di nuova ricchezza. L’Associazione dispone di un sito che raccoglie i contenuti del progetto, e molta documentazione.
Così come disponiamo di una pagina facebook e instagram, e di un canale youtube, con la raccolta dei nostri filmati e delle nostre interviste. Nel corso degli anni abbiamo organizzato più di 100 manifestazioni pubbliche e scritto per la stampa nazionale ed anche internazionale numerosi articoli e editato diversi libri. Tra i più importanti quelli dal titolo Riaprire i Navigli si può, Riaprire i Navigli. Per una nuova Milano. Visione, strategie, criteri, Le modalità di finanziamento del progetto e le ricadute socioeconomiche dell’investimento, Le Conche. Per la navigabilità dei Navigli lombardi.
Adesso la sede di Riaprire i Navigli è in Zona, e questo ci stimola ancora di più a collaborare con i cittadini, con le associazioni locali e naturalmente con il giornale Noi Zona 2, che ringraziamo per lo spazio che ci sta concedendo.