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Un luogo di cultura a due passi da viale Monza

Spazio Pontano 35: concerti jazz, corsi, incontri e altro ancora. Ne parliamo con uno dei fondatori Enrico Invernizzi e con il sassofonista Daniele Cavallanti

di Marco Piccardi

Al numero 35 di via Pontano, una stretta via che da viale Monza, all’altezza della MM Rovereto, costeggia la massicciata della ferrovia in alcuni tratti ricca di coloratissimi murales, è attivo da meno di due anni uno Spazio che permette di ascoltare buona musica (jazz soprattutto) a distanza ravvicinata con i musicisti, in un ambiente arredato a salotto, con tanto di divani e poltrone, oltre che numerose sedie. Siamo andati a fare due chiacchiere con Enrico Invernizzi, proprietario dello Spazio nonché socio fondatore dell’associazione che lo gestisce, coinvolgendo nell’incontro il sassofonista Daniele Cavallanti, musicista jazz che nel locale suona con una certa frequenza e che abita a pochi isolati di distanza, sempre in Zona 2.  

Quando e con quale scopo ha preso il via l’attività di Spazio Pontano35? 

Invernizzi – Lo Spazio ha aperto ufficialmente nel marzo 2023. Trattandosi di un’associazione, per entrare è necessario acquistare una tessera annuale di 5 euro. L’ingresso alle singole serate è a offerta libera con un minimo consigliato di 10 euro. In poco più di un anno siamo arrivati a 2.300 tesserati. L’associazione si regge su donazioni e chi lavora qui lo fa gratuitamente o con un compenso minimo. Comunichiamo tramite Facebook e Instagram e con una newsletter settimanale, a cui bisogna iscriversi. Comunque il modo principale con cui si viene a sapere dei nostri appuntamenti è il passaparola. E parte del pubblico deriva da contatti personali con i musicisti che vengono a suonare. Spazio Pontano è nato a km zero. Io abito in via Padova e sono nato a Turro. Nel 1922 il mio bisnonno Marco acquistò questo capannone per farne una segheria meccanica, in seguito gestita dal nonno e quindi da mio padre. Poi l’attività venne trasferita fuori Milano e io mi sono trovato a dover decidere se vendere o mantenere lo spazio. La mia idea era di farne un centro culturale dedicato alla cultura antroposofica e, soprattutto, all’aspetto sociale dell’Antroposofia, la tri-articolazione dell’organismo sociale. 

Dobbiamo brevemente spiegare ai nostri lettori che cos’è l’Antroposofia, pensiero creato alla fine dell’Ottocento da Rudolf Steiner, scienziato ed esoterista austriaco, autore nel 1894 de La filosofia della libertà, il quale concepiva la realtà universale come una manifestazione spirituale in continua evoluzione. Steiner morì nel 1925, secondo alcuni avvelenato. Negli ultimi anni si era scontrato con i nazionalisti: Hitler lo attaccò pesantemente nel 1921, definendolo “agente dell’ebraismo”.

Invernizzi – L’Antroposofia di Steiner vuole proporre una visione diversa della società e dell’essere umano. Il mercoledi ospitiamo gruppi di studio su questo tema. Ma da subito, con qualche affinità di fondo, abbiamo allargato la proposta alla musica, proponendo un jazz che vuole distinguersi dal mainstream e dalle dinamiche commerciali, una musica di ricerca che artisticamente vuole proporre qualcosa di nuovo. Poi ospitiamo eventi del festival teatrale Fringe, anche qui con qualche affinità di fondo. E organizziamo corsi di yoga e di lingue, un “Aperitif in English”, corsi di acquarello, video-conferenze sul jazz. La prossima stagione proporremo anche corsi di ballo, tra cui il tango argentino.

Parlando di affinità, dal punto di vista musicale Daniele Cavallanti è forse il migliore testimonial di questa simbiosi con lo Spazio Pontano…

Cavallanti – Sì, anche perché io ho suonato qui per la prima volta già a fine 2022, con il Ramblin Trio, che comprende Alberto Turra alla chitarra e Marco Cavani alla batteria. La mia generazione di musicisti jazz ha avuto la fortuna di crescere e di formarsi negli anni sessanta, che sono stati una grande esplosione di creatività. Io ho debuttato nel 1970, a 18 anni. Il mio primo concerto fu con il Gruppo Contemporaneo di Gaetano Liguori, Guido Mazzon, Filippo Monico, ecc. Poi ebbi modo di suonare nella band Aktuala di Walter Maioli, che anticipò quella che poi venne definita world music. Nella seconda metà degli anni settanta formai il quartetto Muzic Circo con il bassista Roberto Bellatalla, il batterista Filippo Monico ed il sassofonista Edoardo Ricci. Io suonavo il sax tenore che, assieme al baritono, è rimasto poi il mio strumento principale. Poi ho vissuto per tre anni ad Amsterdam dove ho avuto occasione di conoscere musicisti di tutto il mondo e di suonare con molti di loro. Avevo ormai cominciato ad elaborare un mio linguaggio musicale e formai il mio primo gruppo da leader. Nel 1980 tornai a Milano e, nel dicembre di quell’anno, assieme al batterista Tiziano Tononi, formai il gruppo Nexus, con il bassista Paolino Dalla Porta, il trombonista Luca Bonvini e il trombettista Pino Minafra. È un gruppo tuttora esistente, pur con diversi cambi di formazione. Nei primi anni novanta suonò con noi Gianluigi Trovesi. Negli stessi anni fui tra i membri fondatori dell’Italian Instabile Orchestra, dove c’era forse il meglio dei musicisti jazz del nostro Paese vicini all’avanguardia, tra cui Bruno Tommaso, Giorgio Gaslini, Giancarlo Schiaffini, Eugenio Colombo, Carlo Actis Dato. E poi ancora Trovesi, Minafra, Mazzon, Tononi e numerosi altri. Eravamo quindici/sedici elementi. Più ospiti occasionali come Cecil Taylor e Anthony Braxton. Un’esperienza durata ventun anni, nel corso dei quali l’Orchestra ha suonato in tutte le più importanti rassegne internazionali.

Nel frattempo però ciascuno di voi portava avanti altri progetti musicali e magari altre attività…

Cavallanti – Sin dall’80 ho svolto un’intensa attività didattica sia privatamente sia al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, all’Accademia di Musica Moderna di Verona e al CEMM di Bussero. Tra le formazioni da me guidate, tengo a citare il World of Sound Quartet, attivo dal 2013 ad oggi, con Francesco Chiapperini al sax alto, clarinetto basso e flauto, Gianluca Alberti al contrabbasso e Tony Boselli alla batteria. E poi Il Milano Music Collective, collettivo milanese che riunisce alcuni dei migliori musicisti attivi nel campo del jazz più avanzato e dell’improvvisazione, una decina di musicisti tra cui Tononi, Monico e il sassofonista Riccardo Luppi. Con loro il maggio scorso ho tenuto un concerto dedicato a Charles Mingus presso Villa Pallavicini, in via Meucci, lungo il Naviglio Martesana. Invece allo Spazio Pontano ho recentemente suonato nel trio Psychedelic Lunch, con Walter Prati al basso, violoncello ed elettronica e Toni Boselli alle percussioni.

Attività e progetti futuri?

Cavallanti – A settembre esce un nuovo disco di Nexus, dedicato ad Eric Dolphy, per l’etichetta Red Records. Con Tiziano Tononi da anni suoniamo anche in duo. Nel 1996 abbiamo pubblicato il disco “Udu Calls”. Ora abbiamo creato l’Udu Calls Quartet, con Luca Calabrese alla tromba e Andrea Grossi al contrabbasso. Notizia in anteprima per NoiZona2: venerdì 27 settembre suoneremo allo Spazio Pontano! E da ottobre fino a maggio/giugno dovremmo tenere un concerto al mese, di sabato, sempre a Spazio Pontano, con piccoli gruppi emanazione del Milano Music Collective. Ricordo anche la stagione di concerti al C.I.Q/Centro Internazionale di Quartiere, presso Cascina Casottello (MM Porto di Mare).

Per finire, chiediamo a Invernizzi dei lavori in corso nello Spazio, che quest’anno ne sta condizionando la programmazione, costringendo a spostare alcuni eventi dal salone principale ad uno più piccolo adiacente.

Invernizzi – Stiamo insonorizzando una parete che confina con un appartamento di un altro condominio, che evidentemente si trova, come noi, al pianterreno. Terminiamo sempre i concerti entro e non oltre le ore 23, ma evidentemente creiamo disturbo ed è necessario provvedere. Entro l’anno dovrebbe essere tutto risolto, ma intanto le attività culturali proseguono nel salone alternativo. Vorrei chiudere ricordando che siamo una decina di soci operativi in tutto e Fiorella Pennati è il presidente, mentre Luigi Pennati è il direttore artistico. E vorrei citare e ringraziare anche gli altri: Filippo, Marta, Simona, Tullio, Mastro, Mauro, Elisabetta e Diego. Tutti danno un contributo prezioso.  

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