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La Chiesa Oratorio di Santa Maria Maddalena
Secondo la tradizione l’Oratorio di Santa Maria Maddalena si vorrebbe far risalire al sec. XVI all’epoca in cui la cosiddetta “peste di San Carlo” (1576-77) imperversava in Milano e necessitavano luoghi fuori città dove dare cristiana sepoltura ai moribondi. Nato come area di ricovero degli appestati, quindi Lazzaretto, il luogo divenne ben presto area cimiteriale con un oratorio dedicato all’amministrazione dei sacramenti per gli ammalati.
L’Oratorio (metri 8,50 in lunghezza e 5,40 in larghezza) fu certamente ristrutturato nel 1620; un’antica lapide rinvenuta a Precotto ne fa esplicito cenno: Anno MDCXX S. Maria Magdalena ínstaurata ƒuít. La facciata invece è stata risistemata all’inizio del ‘900: rifatta “a bugna” con arco e stipiti di granito.
Luogo di dolore e sofferenza: forse è per tale motivo che vi si conservano pregevoli affreschi – dalla tradizione attribuiti a scuole del 1500 [ Luini ?] e del 1600 – riproducenti Santa Maria Maddalena in atteggiamenti di penitenza. E non è un caso che nell’archivio della Parrocchia di San Michele Arcangelo sia stata rinvenuta una foto che riproduceva l’immagine del card. Carlo Borromeo nella parete centrale del presbiterio, poi misteriosamente scalpellata e distrutta. Pregevoli sono all’interno gli affreschi della Penitenza di Maria Maddalena (parete presbiteriale di sinistra) e della sua ascesa al cielo nella lunetta centrale (Gloria della Maddalena), ambedue attribuiti alla scuola del Luini, mentre la volta absidale è occupata dal medaglione con Dio Padre, nel tondo superiore, con le braccia allargate ad accogliere la penitente in un atteggiamento che ricorda la scena del padre col figliol prodigo. La Gloria della Maddalena non è unica nel suo genere. Diverse sono in Italia e nel mondo le versioni della Maddalena assunta in cielo (G. Lanfranco, 1615-17, olio su tela conservato nel Museo Nazionale di Capodimonte (Na); Domenichino, 1617-21, olio su tela, Hermitage; Daniele Crespi, 1629-30, Certosa di Pavia) così come la Maddalena penitente (Bernardino Luini, 1540-50, Accademia Carrara Bergamo, e molte altre), ma singolare è l’accostamento della Maddalena portata in cielo dagli angeli (Luini) accolta dal Dio Padremisericordioso.
Nel corso della seconda guerra mondiale furti sacrileghi si susseguirono nelle chiese di Precotto, nel corso dei quali venne asportato dalla parete centrale del presbiterio l’affresco con la Crocifissione di Cristo, di cui ora rimane solo la traccia sul muro. Nel 2013 l’oratorio è stato oggetto di accurata ristrutturazione conservativa e artistica a cura del laboratorio San Gregorio di Busto Arsizio.
L’area circostante – L’area dell’oratorio appartiene all’antico Camposanto di Precotto risalente alla seconda metà del ‘500, considerata la funzione originaria di luogo di sepoltura annesso al lazzaretto. Fu dismesso negli anni ’30 e demolito nel 1963. Oggi rimangono la cappelletta di Santa Maria Maddalena e il monumento ai Caduti delle due guerre, inaugurato nel 1922, per onorare la memoria dei cittadini di Gorla e Precotto caduti sul fronte della guerra ’15-18. Essendo libera e accessibile l’area è soggetta perennemente a vandalismi notturni, per cui si ritiene necessaria una robusta recinzione metallica a protezione del Monumento ai Caduti e dell’Oratorio della maddalena.