Era impressionante la forza d’animo con la quale riusciva a sopportare le infinite fragilità del suo corpo, e altrettanto impressionante era il coraggio col quale nonostante tutto si buttava nelle mille imprese che l’appassionavano: il quartiere di via Padova, le sue associazioni, Ciclobby, la Scuola di Editoria e il master universitario, i tanti libri di grammatica… Il ricordo di Donata non ci abbandonerà e ci farà compagnia col suo volto sorridente. Non è casuale il titolo “una donna in lotta per la giustizia”, che richiama il suo carattere di un rigore talvolta estremo, quasi calvinista, un atteggiamento non sempre apprezzato dai colleghi, che invece non avevano difficoltà a riconoscerle grandi doti di intelligenza e ironia e una cultura fuori del comune, soprattutto in campo linguistico-lessicografico, essendo stata allieva di Tullio De Mauro e socia dell’Accademia della Crusca, per la quale aveva scritto anche libri di grammatica italiana. Donata Schiannini avrebbe compiuto 82 anni ad aprile 2021. L’ho conosciuta ancora giovane, quando insieme abbiamo formato, negli anni ’60, una delle prime Commissioni interne della Garzanti Editore, da cui poi derivò il suo impegno nel sindacato e nella società civile, dove ha combattuto infinite battaglie per la causa delle donne lavoratrici. Ha poi cambiato azienda, è stata alla Bruno Mondadori, e infine ha aperto un suo studio, collaborando con De Agostini, Zanichelli, Utet e altri editori.
Fu proprio negli anni in cui stavamo insieme alla Garzanti che decidemmo di aprire una Scuola di Editoria per dare un mestiere a tanti giovani neolaureati desiderosi di entrare nel campo dell’editoria, un settore affascinante che attira ancora oggi migliaia di aspiranti.
Il figlio Marco, sposato con Gabriella Manfrè (produttrice cinematografica), è scomparso giovane. Questo avvenimento segnò profondamente la vita di Donata, che reagì al destino avverso, da una parte istituendo per il Master editoria una borsa di studio a lui dedicata, dall’altra buttandosi a capofitto in mille imprese sociali per le quali tuttavia si sentiva naturalmente portata. Dal sostegno all’Associazione Ciclobby ai Comitati di quartiere di via Padova (per 5 anni ha curato con altri le edizioni della Festa “Via Padova è meglio di Milano”, che raccoglieva centinaia di associazioni e di aderenti), alla Scuola del Trotter, al recente Comitato Via Padova Viva. Quando è nato il giornale “Noi zona 2”, ha aderito immediatamente, inviando in redazione servizi su avvenimenti e aspetti sconosciuti della vita sociale di via Padova, che lei ha sempre difeso contro ogni pregiudizio.
La mia personale collaborazione con lei non si è mai interrotta, nonostante alcune divergenze e discussioni. Abbiamo scritto insieme diversi libri, fino all’ultimo di storia del quartiere “Crescenzago e via Padova” (2017). Stava lavorando a un ultimo progetto, che ci vedeva coinvolti in prima persona e che sarebbe partito in questi mesi, ma lei è partita prima. Ci mancherà.