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La Festa di tutti gli italiani

Il 2 giugno, alle 16:30 in piazzale Lotto, ci sarà anche la prima grande Festa della Cittadinanza

di Roberta Osculati

Il calendario nazionale riconosce nel 2 giugno la festa della Repubblica: la festa di tutti gli italiani, almeno per un giorno uniti. Tutti gli italiani.

Quest’anno voglio dare risalto in modo particolare a questo fatto: solo a Milano, oltre il 21% di cittadini sono italiani di origine straniera e continuiamo a chiamarli “stranieri”. Ma sono italiani!

In un Paese che, a stagioni alterne e senza giungere mai ad una conclusione, passa dallo “ius culturae” allo “ius scholae”, a sua volta soppiantato da un improbabile “ius Italiae”… noi tutti insieme possiamo dare una spinta alla politica chiedendo di rivedere la legge sulla cittadinanza, per permettere ai cittadini maggiorenni di ottenere la cittadinanza italiana dopo 5 anni di presenza legale sul territorio nazionale, anziché l’attesa di 10 anni, come previsto oggi. Il termine di 5 anni era già in vigore prima del 1992 ed è il limite previsto da diversi altri Stati europei (Spagna, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Svezia, Irlanda).

In Italia, le persone in possesso dei requisiti che potrebbero beneficiare direttamente o indirettamente (figli minori conviventi) dell’intervento proposto sono circa 2,5 milioni. Mi piacerebbe che riuscissimo a dire loro convintamente: benvenuti nella comunità dei diritti e dei doveri civici. Perché, di fatto la realtà oggi è già questa: il futuro è già qui nelle nostre case (col lavoro domestico e i lavori di cura), nei campi e nelle aziende agricole italiane e nell’edilizia (dove gli stranieri fanno i lavori faticosi che gli italiani non vogliono più), nelle attività imprenditoriali, in particolare nell’industria manifatturiera (dove “gli stranieri” contribuiscono per l’8% al Pil di questo Paese, al 12% in Lombardia).

La maggior parte delle persone provenienti da un altro Paese ha un regolare permesso di soggiorno, oltre a un contratto di lavoro e a una residenza abitativa: in Italia i lavoratori di origine straniera sono il 10,3% degli occupati totali. È dunque un tema che riguarda la società tutta e la nostra idea, quindi le nostre politiche di inclusione e di integrazione.

Il tema si impone nella sua urgenza e serietà sopratutto perché riguarda un gran numero di minori, che sono la fascia della popolazione più vitale e insieme più vulnerabile: il futuro è già qui nelle nostre scuole. Nell’anno scolastico 2023/24, in Lombardia su un totale di 1.132.564 alunni, quelli con cittadinanza non italiana erano 215.277. Pur condividendo coi compagni ogni aspetto della vita scolastica e del territorio di riferimento, oltre un quinto di alunne e alunni che sono “italiani” di fatto, non lo sono di diritto, vivono un senso di esclusione per non poter partecipare degli stessi diritti e dello stesso senso di appartenenza sociale e culturale, vengono discriminati e incontrano ostacoli (difficoltà nell’accesso a borse di studio, limitazioni nel partecipare a gite scolastiche all’estero, concorsi pubblici, incertezza riguardo al loro status legale una volta raggiunta la maggiore età). Eppure la scuola per i figli di cittadini stranieri è una delle prime occasioni di confronto con la cultura e le istituzioni del paese ospite.  

Già il cardinale Carlo Maria Martini sosteneva che «chi è orfano della casa dei diritti, difficilmente sarà figlio della casa dei doveri». 

Ecco perché quest’anno organizziamo, proprio il 2 giugno, con diversi enti del terzo settore la prima grande Festa della Cittadinanza: per celebrare, in modo ufficiale e pubblico, coloro che hanno ottenuto la cittadinanza italiana, acquisendo finalmente pieni diritti e doveri civili, per diffondere un messaggio di coesione sociale, di partecipazione, di cittadinanza attiva e dare una prospettiva a tanti stranieri con l’intento di coinvolgerli in modo attivo nella vita democratica.

Aspettiamo tutti coloro che vogliono condividere con noi questa festa in piazzale Lotto il 2 giugno alle ore 16:30: sarà un modo pubblico per prendere atto di questo nuovo paradigma e “accogliere” in modo gioco e festoso questi nostri nuovi concittadini. L’invito è aperto a tutti! 

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