4.8 C
Milano
lunedì, 13 Gennaio 2025
  • Intesa San Paolo SpazioXnoi
HomeEditorialiIl sonno della ragione

Il sonno della ragione

di Davide Lopopolo

A volte succede che tutto quanto pare andare per il verso sbagliato. Il lavoro che non si trova, o dal quale si è stati licenziati senza prospettive immediate di riuscire a reimpiegarsi, i figli che di pensieri ne danno sempre, ma a volte di più, i soldi che non bastano mai e quella maledetta lavatrice, frigorifero, o qualche altro elettrodomestico estremamente costoso, che ha scelto il momento sbagliato per tirare le cuoia, la salute che magari non è quella dei vent’anni ormai passati da un pezzo e quando chiami per fare una banalissima visita specialistica ti senti rispondere che c’è posto fra 8 mesi se va bene, o più di un anno se invece ci dice male.

Poi rivolgi lo sguardo fuori dalle mura domestiche e vedi un governo che non sa governare, ministri inadeguati, una violenza giovanile, ma ormai possiamo dire tranquillamente una violenza generalizzata, che attraversa tutte le fasce d’età e di cultura (a questo proposito leggetevi il bell’articolo su come “litigare bene” a scuola a pagina 10 del n.4 2024), due guerre che infiammano l’una il Mediterraneo e l’altra le porte dell’Europa, mentre gli Stati Uniti saranno governati da un tycoon che se non è pazzo poco ci manca, af­fiancato da uno come Elon Musk che probabilmente pazzo lo è davvero. E, dall’altro lato, un dittatore come Putin che probabilmente è il pericolo più grande a livello mondiale di questi ultimi anni.

Eppure, quando le cose non girano come dovrebbero a casa, è la famiglia a cui ci si rivolge per trovare aiuto, conforto, la forza per continuare, per non arrendersi; proprio come diceva Winston Churchill: “Non arrenderti mai, se non di fronte ai tuoi principi o al buon senso. Non cedere mai davanti alla forza. Non cedere mai davanti all’apparente superiorità schiacciante del nemico”. E molto spesso è proprio dalla famiglia, dagli amici, da chi ci sta vicino che si trae la forza per continuare, perché non esiste alternativa e lo sapevano bene anche gli antichi greci che definivano la speranza come ultima dea (i latini la chiamavano Spes Ultima Dea).

Cose che, a quanto pare, l’umanità, che altro non è che la famiglia di tutti quanti noi, abitanti di questo piccolo pianeta sperso nello spazio, non riesce a comprendere. La Terra è l’unica nostra casa, non ce ne sono altre, e l’umanità tutta la nostra famiglia. E allora, perché non riusciamo a convivere pacificamente nemmeno con i nostri vicini di casa?

Mi torna in mente un incubo ricorrente dei tempi del liceo, ovvero quel temibile tema che aveva per titolo: “Il sonno della ragione genera mostri, spiega il senso di questa frase di Goya (uno che di mostri se ne intendeva in ogni senso) e trai le tue conclusioni”, che per me era sempre difficile da affrontare. Ora finalmente comprendo profondamente cosa significhi. E credo che questo sia proprio il punto cruciale: Il sonno della ragione non è semplicemente il voltarsi dall’altra parte, è anche l’abbruttimento culturale, l’ignoranza, la mancanza di senso civico. È quella cosa che senti da qualche ministro che è arrivato a dire che “con la cultura non si mangia”. Ma anche senza cultura non si mangia. Basterebbe sostituire la parola “ragione” con “buon senso” e già le cose andrebbero molto meglio, ma pare che anche il vecchio buon senso sia finito in soffitta, insieme al saper viver in comune con gli altri.

Quindi, come dice anche padre Luca Zanchi nel suo bell’articolo di apertura, cerchiamo di non sentirci obbligati ad essere buoni perché è Natale, ma cerchiamo di essere delle persone migliori sempre e nonostante tutto. Facciamo che il Natale, come diceva Ebenezer Scrooge nel racconto Canto di Natale di Charles Dickens duri tutto l’anno, nonostante tutto.

davide.lopopolo@gmail.com