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Il convegno nelle sue fasi essenziali

Si è svolto martedì 2 aprile nell’Aula Magna dell’Università degli Studi Milano-Bicocca il convegno I giovani nella società multietnica e multiculturale organizzato dall’Associazione Amici di Zona 2 e dal periodico Noi zona 2 in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia dell’Università Milano-Bicocca. Erano presenti oltre 600 partecipanti, tra cui 300 studenti di alcune scuole superiori di Milano e circa 200 studenti universitari, oltre a numerose associazioni del Municipio 2. In apertura i saluti istituzionali del Rettore Cristina Messa, del Presidente del Consiglio Comunale Lamberto Bertolè, del Responsabile dell’Ufficio milanese del Parlamento europeo Bruno Marasà e di Luigi Galbusera, Presidente Associazione Amici di Zona 2.

I risultati della ricerca

Il professor Giampaolo Nuvolati, direttore del Dipartimento di Sociologia, ha presentato i risultati di un’indagine che ha coinvolto circa 600 studenti degli istituti superiori del Municipio 2. Gli esiti hanno evidenziato uno straordinario orientamento dei giovani verso il multiculturalismo (studiare con ragazzi di culture diverse è per l’80 per cento una straordinaria opportunità). I giovani hanno anche espresso un grande desiderio di conoscere il mondo, di viaggiare, perché il multiculturalismo non significa solo accettare lo straniero in casa tua, ma anche diventare straniero in casa d’altri. Naturalmente non mancano alcune contraddizioni e qualche problema anche se il concetto fondamentale emerso è quello dell’accettazione delle altre etnie.

Tavola rotonda con 8 studenti

Temi che sono stati affrontati da otto studenti che si sono confrontati in una tavola rotonda moderata dal giornalista Giangiacomo Schiavi, nella quale alcuni studenti del liceo classico Carducci, del linguistico Manzoni, dell’artistico Caravaggio e dell’Università Bicocca e Statale hanno espresso la loro opinione confermando i dati emersi dal sondaggio: il multiculturalismo è considerato dai giovani un arricchimento essenziale, utile per sconfiggere pregiudizi e paure. Il timore è che la società in generale, legata a un passato in cui si temeva lo straniero, renda più difficile l’integrazione.

Tavola rotonda con gli esperti

In una seconda tavola rotonda, moderata dal giornalista Giancarlo Perego, Milena Santerini, ordinaria di pedagogia in Università Cattolica, ha parlato del “sottile razzismo” che striscia nella società odierna, e ha invitato i “nativi globali” a non farsi contagiare dalle paure, richiamando l’esempio di Greta, la ragazza svedese che ha portato in strada milioni di ragazzi in tutto il mondo. Purtroppo, però, i meccanismi che portarono alle leggi razziali potrebbero ripetersi, sia pure in modo diverso, ma partendo sempre dallo stesso concetto: “l’altro è diverso da me”. Occorre conservare fiducia nelle leggi morali, prima ancora che in quelle codificate e scritte, che ci dicono che l’altro è uguale a me. E ha concluso con l’invito ai giovani a battersi perché venga data la cittadinanza italiana ai ragazzi nati in Italia. Don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della Carità, ha focalizzato il suo intervento sulle periferie, diventate ormai veri centri di vita, sottolineando comunque il fondamentale ruolo della scuola. “E quando si parla di integrazione bisogna essere capaci – a cominciare dai giovani, i nativi digitali – di generare conoscenza reciproca, superando l’indifferenza e il rancore”.

Alicia Erazo, rappresentante del Collegio Latinoamericano dei Giornalisti in Italia, ha affrontato il tema “Chi ha ucciso la verità?”, trovando il colpevole nei media che danno ogni giorno notizie fuorvianti sulla migrazione e sull’integrazione, enfatizzando i casi clamorosi e ignorando tutto quello che il Paese, soprattutto i giovani, stanno facendo lungo il percorso dell’inclusione. Mahmoud Asfa, presidente del consiglio direttivo della Casa della cultura islamica di via Padova, è partito dalle parole di condanna del Papa per chi costruisce muri tra le persone e di elogio per chi invece costruisce ponti. La speranza è riposta nei giovani che hanno caratteristiche diverse da quelle degli adulti, a cominciare dalla capacità di immaginare e dalla voglia di scoprire e soprattutto di accettare i cambiamenti. Grazie anche alla scuola che può costruire ponti che conducono all’inclusione e a una società sana basata su tre concetti: partecipazione, diritto e rispetto.

Marco Accornero, segretario dell’Unione Artigiani e membro di Giunta della Camera di Commercio, ha toccato il tema della difficoltà dei giovani ad accedere al mondo del lavoro e ha parlato del settore dell’artigianato che ormai è profondamente multietnico e consente una vera integrazione tra giovani artigiani italiani e giovani artigiani stranieri.

Il saluto dell’arcivescovo affidato a mons. Bressan

Monsignor Luca Bressan, vicario episcopale della diocesi di Milano, ha portato il saluto e il messaggio dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con l’invito “Siate protagonisti”. L’esortazione a imparare ad allearsi per combattere tutti insieme una guerra contro ogni dipendenza e ogni intolleranza.

Luciano fontana intervista Malika Ayane e Mike Lennon

Infine, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana ha intervistato la cantautrice Malika Ayane e il rapper Mike Lennon che hanno portato le loro testimonianze di artisti di origini straniere, perfettamente integrati.

Malika ha raccontato la sua storia partendo da una dichiarazione: “Mi sento e sono milanesissima. Il guaio – ha detto – era nascere in periferia. Ma Milano offre tante possibilità e mi ha consentito di emanciparmi attraverso il mio talento. Ho girato tanti quartieri di Milano arrivando nelle varie zone prima che ci arrivassero le metropolitane. Oggi la trovo una città finalmente degna di tutte le grandi città europee e sta ai giovani renderla sempre più bella. Per fortuna i ragazzi stanno cogliendo i cambiamenti e riusciranno a fare in modo che non sarà più un mondo di arrabbiati come sembra oggi quello degli adulti”.

Mike, di origini vietnamite, ma cresciuto a Parma, fanatico dei Beatles (“Per questo mi sono voluto chiamare Lennon”), ha ripercorso le tappe del suo cammino artistico, da quando scriveva rime sui compagni di classe fino allo studio della musica da autodidatta attraverso Internet. “Ho dovuto affrontare tutti gli stereotipi legati alle persone asiatiche. Ma penso che l’unico modo di combattere il razzismo è portare un esempio e io lo faccio col mio progetto musicale per dimostrare che anche la comunità asiatica, giudicata sempre troppo chiusa, può proporre una sua creatività”.

Gli interventi del CPM

Nel programma del convegno sono stati inseriti tre interventi musicali, particolarmente apprezzati dai giovani presenti, degli allievi del CPM Music Institute, fondato da Franco Mussida, che ha anche annunciato l’uscita del libro Il pianeta della musica.

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