Stiamo assistendo a un grave imbarbarimento del vivere civile con evidenza sotto gli occhi di tutti: dalla crescente diffusione della droga al bullismo, dalle degenerazioni dei social network alle bande delinquenziali giovanili, dal razzismo al rifiuto degli immigrati, dalla omofobia alla violenza contro le donne, dall’evasione fiscale alla corruzione, dall’inosservanza delle regole elementari del vivere civile: nel traffico, nella tutela dei più deboli, nella violenza con cui molti rispondono a ogni richiamo all’osservanza delle norme.
Da qui emerge ancora di più il ruolo centrale della scuola che con urgenza nei suoi programmi didattici dovrebbe inserire come materia fondamentale l’educazione civica.
In teoria dall’anno scolastico 2010/2011 sarebbe previsto l’insegnamento di “Cittadinanza e costituzione”, per due ore mensili (ridicolo!) affidate al docente di storia per tutti gli istituti di ogni ordine e grado, comprendente 5 aree di studio: educazione ambientale, educazione stradale, educazione sanitaria, educazione alimentare, conoscenza della Costituzione italiana. Di tutto ciò si è persa completamente traccia.
L’insegnamento dell’educazione civica dovrebbe comprendere, tra l’altro, i temi riferiti all’integrità morale della persona, all’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, alla parità di diritti dei ragazzi e delle ragazze a cui si affianca l’applicazione rigorosa dei doveri stabiliti dalle norme, all’educazione democratica e ai diritti umani, al rispetto degli altri nelle loro diversità e convinzioni, al rifiuto del razzismo, all’attenzione all’handicap e all’inclusione sociale, al dovere di prestare soccorso a chi è in gravi difficoltà, alla cura del corpo e dell’ambiente, alla laicità come libertà di credere o di non credere, al rispetto dei beni collettivi, alla doverosità delle sanzioni per le infrazioni alle leggi e alle regole.
Dovrebbe essere sviluppata la conoscenza della Carta Costituzionale Italiana, ma anche la conoscenza della struttura dell’Unione Europea soprattutto nelle sue singole istituzioni fondamentali: Consiglio d’Europa, Parlamento e Commissione europea. Infatti, il diritto di cittadinanza italiana dovrà sempre più sfociare nel diritto di cittadinanza europea.
La disciplina dell’educazione civica, affidata nel passato al docente di storia, dovrebbe costituirsi come vera e propria materia autonoma insegnata da docenti specializzati, con valutazione del merito individuale e con adeguato numero di ore settimanali. Come del resto avviene nei Paesi più avanzati europei.
Un tema altrettanto importante è quello che riguarda un rinnovato atteggiamento nei confronti degli insegnanti, per i quali si impone il recupero della loro dignità ed autorevolezza professionale nel ruolo di educatori, prima ancora del riconoscimento delle loro competenze specialistiche. Fondamentale è pretendere dai ragazzi il rispetto dei docenti, con i quali possono confrontarsi in modo educato, civile, positivo in una reciproca crescita di personalità.
Altrettanto deve essere richiesto ai genitori, che devono assolutamente evitare pericolose conflittualità, ma al contrario ricercare una nuova alleanza tra scuola e famiglie, decisiva nel processo formativo delle nuove generazioni.
I docenti, a loro volta, dovrebbero concretamente impegnarsi sull’imprescindibile aggiornamento e sulla formazione professionale continua, necessaria ad interpretare correttamente i mutamenti culturali, sociali e pratici che si evolvono nel tempo, senza mai dimenticare le radici profonde dei principi, della storia, della nostra cultura.