di p. Luca Zanchi – Parroco di sant’Angela Merici, decano Niguarda-Zara
Sarà un Natale da sogno! Sì; perché non voglio smettere di sognare, nonostante tutto. Io non voglio lasciarmi travolgere dalla valanga di notizie negative che ogni giorno torturano il nostro cuore e mettono sotto assedio la speranza.
Io sono libero… Siamo liberi di restare e andare oltre, di sognare; di restare nel bene nel quale credo profondamente, e che difenderò sempre a denti stretti e di andare oltre il fascino del male per dimostrare che l’amore è ancora possibile, nonostante tutto; che la pace non è un utopia ma una necessità e un bisogno, nonostante tutto; che l’armonia può conciliare e riconciliare le differenze e farci sperimentare la bellezza unica dell’unità, nonostante tutto; che il rispetto è la condizione fondamentale del dialogo e della reciprocità e al quale mai dobbiamo rinunciare, nonostante tutto; che la tenerezza e lo stupore possono scalfire anche i cuori più incrostati e induriti, nonostante tutto.
Io voglio amare con il mio cuore abitato e allenato nella benevolenza; io voglio pensare con la mia testa senza essere condizionato dai pensieri “moderni” che ignorano le mie memorie più belle e virtualizzano i sentimenti di cui Dio ci ha reso capaci; io voglio agire a partire da quei sani principi che i miei genitori – che non ringrazierò mai abbastanza – mi hanno trasmesso, e che sono l’eredità più preziosa e di indiscutibile valore.
Io sono stanco, ma non demotivato, di sentire notizie che sono pennellate di nero sui colori della vita, che sgonfiano l’entusiasmo del pensare un mondo migliore, diverso, nuovo, possibile… Sì perché io voglio credere nel nuovo che nasce anche dove radicate consuetudini frenano l’incedere della vita e vorrebbero soffocare i germogli della speranza.
Sul tronco vecchio e martoriato della nostra storia un germoglio sta per spuntare, come dal tronco di Iesse è iniziato il cammino di Dio con il suo popolo verso la gioia dell’incarnazione. Io voglio sperare che il prossimo Natale sia una nuova incarnazione per tutti; sia un “reset mondiale” che ci porti a dire: adesso basta farci del male, adesso basta arrivare a pensare pericolosamente che la pace venga dalla guerra. Io voglio immaginare il prossimo Natale come un’irradiazione spumeggiante di desideri di bellezza e di fraternità che come un’eco si riverberino per arrivare a toccare le corde di ogni cuore.
Che Natale sarà? La risposta la possiamo dare solo noi.
Dal tocca a te, tocca a me, al tocca a noi. Tutto, per me, ora, dipende dal noi. Un noi che non sia solo alleanza di tipo politico o compromesso di un momento storico, ma alleanza che nasce dal prendere coscienza che viviamo tutti sotto lo stesso cielo, e che abitiamo tutti la stessa terra. Il mondo è grande però ci stiamo accorgendo ogni giorno di come siamo piccoli e di come lo spazio fisico nel quale viviamo la nostra vita ha limiti territoriali, ma non di cuore. L’ansia di un popolo, le sconfitte di un altro popolo, le gioie di una nazione, le speranze di un continente sono tutte situazioni che ci riguardano perché siamo cittadini del mondo.
Si dice spesso che a Natale si diventa tutti più buoni, ciò che mi preoccupa, ma anche ci può provocare, è: come siamo o saremo prima e dopo Natale? Saremo capaci di garantire la continuità del bene? La risposta dipende solo da noi. Faccio fatica, anzi non accetto che si possa o debba essere più buoni solo un giorno, e tutti gli altri giorni, mesi, anni? Siamo legittimati a non essere buoni? Assolutamente no, anche se a volte sembra così.
Ecco, dal sembra così, io prego e spero che si arrivi a dire presto: non è così, non può essere così, non deve essere così. Sarà Natale, non il solito, sarà diverso. Inizieremo tutti ad essere più buoni? Lo spero davvero, ci voglio credere, con la stessa innocenza e il medesimo entusiasmo dei bambini, un crederci puro, libero, sincero.
Che Natale sarà? La risposta la possiamo dare solo noi.
Mi è sempre piaciuta questa riflessione/preghiera di Mahatma Gandhi:
E allora che questo Natale ci renda tutti più audaci, più creativi, più attivi nel desiderare, seminare e coltivare il bene. Che Natale sarà? La risposta la possiamo dare solo noi.