È con crescente tristezza che assistiamo allo smantellamento progressivo delle stazioni storiche della vecchia Precotto. Come sempre il quartiere è in continua trasformazione. Ma la trasformazione avviene a scapito di importanti presenze, che hanno fatto nei secoli passati la storia del quartiere. Parliamo del laboratorio di carri agricoli dei fratelli Gioia in via Rucellai o del Centro dei padri dehoniani di via Andolfato.
Alcuni mesi fa è stato completamente smantellato il sito dei fratelli Gioia in via Rucellai: sia la vecchia casa di famiglia, sia il laboratorio per la costruzione di carri agricoli, che da circa un secolo forniva i mezzi di trasporto alle attività rurali della Precotto contadina. Un’officina fornitissima di macchinari storici, ch’era divenuta un autentico museo, al quale io stesso avevo accompagnato alcune scolaresche della scuola elementare Antonio Rosmini di via Mattei. Ora ch’è tutto distrutto se ne ricaverà un anonimo palazzo condominiale simile a tanti altri della nuova Precotto.
Oggi, nuovamente, assistiamo alla distruzione del glorioso campo del GS Villa, già ospite dell’ex-Centro Dehoniano, a sua volta venduto a società private che ne ricaveranno edifici per abitazioni. Lo smantellamento del campo è il primo atto di una ristrutturazione edile, che interesserà tutto il complesso di via Andolfato, ch’era stato sede del centro milanese della Congregazione Dehoniana – che tuttora gestisce la vicina parrocchia di Cristo Re – con la libreria e il magazzino dei libri delle Edizioni Dehoniane, i cui locali, dopo che la congregazione bolognese aveva chiuso l’attività, furono ceduti a società private e divennero per un certo periodo luogo di accoglienza di donne immigrate con prole assistite dalla cooperativa Arca.
Un pezzo del nostro quartiere che se ne va… Anche questa è una storia infinita…
Ricorda Bianca Orsini, presidente dell’Associazione Giardino delle Idee a Villa San Giovanni: «Un pezzo del nostro quartiere che se ne va… Anche questa è una storia infinita! Qualche anno fa chiedemmo di assegnare l’immobile di via Andolfato alla nostra Associazione con un comodato gratuito, affinché potessimo realizzare un Casa Famiglia per gli anziani dei nostri quartieri di Villa San Giovanni e di Precotto. Invece l’edificio fu affittato all’Associazione Arca che accolse oltre un centinaio di donne africane, un progetto che chiuse dopo soli due anni.»
Bianca non si arrende all’idea che debba vincere sempre la speculazione edilizia: «Se tutti noi non fossimo delle isole e credessimo fermamente che l’unione fa la forza, anche noi avremmo voce… così abbiamo perso un’occasione straordinaria. Certo bisognava adeguare alle norme vigenti la struttura, interessando tutta la comunità: si poteva fare. Gli ospiti potenziali avrebbero pagato con la loro pensione, anziché sostenere oneri impossibili come 3.150 o 2.850 euro mensili nelle RSA, e vivere travasando storie e vita vissuta».
Adriano Girotto, ex-presidente della scuola calcio milanese GS Villa, oggi nel Comitato Regionale della Fgci, si fa interprete del disappunto sociale: «In poche ore hanno distrutto il terreno di gioco dell’Angiolini, facendo morire anche una parte di me, perché ho contribuito di tasca mia a realizzare un campo per migliaia di bambini… Qui verranno ad abitare famiglie i cui figli si chiederanno perché non ci sono impianti per giocare».
Io stesso, quando ero consigliere di zona, avevo aiutato Girotto a trovare un ambiente più grande per l’attività espansiva del club sportivo e la soluzione venne dal centro sportivo “G. Mauro” di via Ussi, a Greco. Ma qui nel campo di Precotto e Villa, dove Girotto con i suoi soci ha speso più di 180 mila euro, non ci sarà più spazio per i 400 ragazzi della preagonistica, che saranno costretti a traslocare nei campi di altri quartieri. Un servizio sociale che si chiude, un pezzo di storia che si perde per sempre.