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Affacciati alla finestra vicino mio…

di Associazione Bellarquà

«Affacciati alla finestra ‘vicino mio’»… cosa c’entra la rivisitata Serenata rap di Jovanotti con via Arquà? Eppure comincia tutto da lì, nella primavera di un anno fa, quando una decina di amici-residenti decidono di “aiutarsi” ad affrontare uno dei momenti più critici: il rientro a casa, la sera, magari in tarda ora, soprattutto se soli. Canticchiando il ritornello, (davanti a un bicchiere) l’illuminazione: «Perché quando rientri non mi chiami che ti guardo dalla finestra finché non entri in casa?». E così fu che il riscatto di via Arquà cominciò dal tema caldo  della  sicurezza e dalla iniziativa degli «affacci solidali».

Ma riavvolgiamo il nastro, perché da quella sera e davanti a quel bicchiere è nata molto più di una idea, è nata una associazione che si è data il nome di Bellarquà e costituita in Aps il 20 luglio  del 2023.

Il gruppo di amici-residenti sono dieci, principalmente donne: impiegate, designer, commercialiste, casalinghe, mamme e ancora chi lavora nel campo della comunicazione e chi in campo sociale. Via Arquà è (possiamo quasi dire era) nota alla cronache perché spesso teatro di risse, bottigliate, territorio di spaccio e rapine. «In questi mesi, dalla Primavera di Arquà, abbiamo maturato una certezza – spiegano Anna Giorgi, Marco Guastalla e Chiara Melloni, direttivo della associazione – cambiare pelle si può, partendo dalla sicurezza, la vera emergenza della via».

Bellarquà è una iniziativa che parte dal basso, dalla strada. «Inutile negare l’evidenza: qui ci sono problemi legati alla microcriminalità, allo spaccio e al degrado». Bellarquà si muove quindi su due fronti: «da un lato il dialogo continuo con le istituzioni e le forze dell’ordine, anche tramite esposti», dall’altro siamo fermamente convinti che lamentarsi sia una pratica purtroppo diffusa, ma inutile e dannosa. Quindi ci siamo rimboccati le maniche e con l’aiuto di tutti abbiamo cominciato a tradurre le nostre idee in fatti concreti e ad esempio a portare anche un po’ di bellezza in una via che ne ha davvero bisogno». I nostri progetti già operativi: 

«Gli “Affacci solidali”: se una donna, o anche un uomo, la sera non si sente sicuro nel  tornare a casa può contattarci, attraverso il nostro profilo Instagram Bellarquà e qualcuno dell’associazione lo sorveglia dalla finestra all’ora concordata, oppure resta con lui al  telefono finché non entra nell’abitazione». Un’iniziativa apprezzata soprattutto dalle mamme che hanno figlie adolescenti. «L’altro progetto che sta riscuotendo successo è «Musica dalla finestra», che va in scena un martedì al mese dalle 20.30 alle 21.30: pianoforte per un’ora con le finestre aperte e le note che  risuonano per tutta la strada. C’è chi porta qualcosa da bere, chi un dolce. «La musica è un linguaggio universale – proseguono Anna, Marco e Chiara,  – la comprendono anche gli stranieri che possono anche solo affacciarsi alla finestra o, magari, scendere sotto casa. Purtroppo ci sono uomini che non vogliono che le loro mogli escano la sera – aggiungono –. Così tutti possono avere un momento di leggerezza e di svago. Ne nasce una situazione emotivamente molto coinvolgente».

Uno dei momenti più belli è stata la prima festa di via Arquà, il 12 maggio.

«È stato lì che abbiamo avuto l’impressione che la strada imboccata fosse quella giusta – spiegano ancora – perché è stata una festa della via, in cui tutte le persone che in Arquà abitano, hanno dimostrato la loro voglia di sposare il nostro progetto partecipato e dato il loro contributo». E quindi musica, cibo condiviso e da tutti i Paesi perché Arquà è la via più multietnica del quartiere più multietnico di Milano e anche arte o artigianato perché per chi non lo sa ancora ci sono realtà che stanno fiorendo in questa primavera e sono molto interessanti: Casa Cicca Museum di Giulia Currà, ad esempio, Galattica di Dafne, Archive, Greta Cevenini design, Arbaro, Kokeita studio di ceramica e tante altre. 

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