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Il vero amore non manipola

La rubrica di Milena

di Sara Vidè

Nel precedente appuntamento, si era parlato della storia di Alessandro Impagnatiello che ha ucciso la sua fidanzata Giulia Tramontano, di 29 anni e incinta al settimo mese del loro primo figlio. Come accennato, egli ha dimostrato, a seguito della perizia psichiatrica disposta dalla Corte d’Assise di Milano e durante il processo a suo carico, di avere una personalità con tratti “narcisistici e psicopatici”, per quanto fosse comunque capace di intendere e volere quando ha commesso l’omicidio. 

Senza arrivare a femminicidi così terribili che meritano i dovuti approfondimenti, questa rubrica ha lo scopo di analizzare comportamenti più diffusi che, anche se non causano la morte di alcuno, sono molto presenti nei rapporti interpersonali e portano molti di noi ad intraprendere relazioni tossiche, da cui non riescono a staccarsi e che procurano dolore e grande sofferenza.  

La manipolazione affettiva, ad esempio, è una forma di persuasione molto diffusa e ha lo scopo di usare gli altri, permettendo a chi la compie di raggiungere i propri egoistici interessi, senza troppi scrupoli. Tutti ne facciamo o ne abbiamo fatto un pochino uso, a vari livelli e in diversi settori: un esempio lampante è quello dei bambini e degli atteggiamenti che mettono in atto per poter avere quello che più desiderano, sia un nuovo gioco o un dolce. 

Se però questa modalità di relazionarsi diviene quella principale e quotidiana, si trasforma in una vera e propria strategia e non è un fenomeno passeggero, accettabile. Accade così che molte persone si trovino a logorarsi costantemente chiedendosi perché un rapporto di coppia non funzioni più e si sia trasformato in un amore difficile, capace di schiacciarle e opprimerle. 

Non è del resto semplice incolpare una persona che riteniamo fondamentale nella nostra vita e concepire che ci faccia del male deliberatamente: spesso chi subisce crede così di essere il pezzo guasto in un ingranaggio che gira male.

Le persone abili a manipolare non hanno il minimo timore, invece, a rinforzare questa percezione sbagliata e tendono a far credere all’altro di essere quello in torto. 

Il gaslighting è una tecnica con cui un individuo manipolatore e spesso narcisista cerca di avere sempre più potere e porta la sua vittima a dubitare della realtà. Un tipo di abuso finalizzato quindi a condizionare così tanto la “preda”, confondendola e privandola della fiducia in sé stessa e nelle sue capacità cognitive, che la stessa inizia a diffidare delle proprie facoltà mentali. In questa schiavitù percettiva, chi subisce arriva a pensare di essere pazzo, di avere un vero e proprio disagio e, spesso, va anche in analisi per molto tempo.

In che modo è possibile difendersi dal gaslighting? Con una netta presa di coscienza. Essere consapevoli, o anche solo iniziare a intuire i meccanismi posti in essere dal gaslighter, sono il primo passo per uscire da questa situazione. È importante ricordare che questo abuso può portare la vittima ad una condizione di ansia e depressione, nonché una forte vergogna. Chi ci ama non dovrebbe certo farci stare così.

Se volete confrontarvi, in anonimato, scrivete a:
piuomenotuttobene@gmail.com. Il primo passo per combattere la violenza è parlarne! 

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Numero 04-2024

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