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Alcolismo, come liberarsi da una schiavitù

Secondo il rapporto 2020 dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia i bevitori a rischio (quelli che superano la quantità di alcol giornaliera di dieci grammi per le donne e venti per gli uomini) sono oltre 8,6 milioni, in aumento rispetto al 2019, anno nel quale erano 8,2 milioni. Oltre a preoccupare i numeri in aumento (400mila in più) il dato importante è quello riferito ai minori, 750mila e degli over 65 (2,6 milioni).

Poi c’è il dato relativo ai bevitori “dannosi”, ovvero quelli che consumano oltre 40 grammi di alcol per le donne e oltre 60 per gli uomini. Dai 670mila del 2019, sono cresciuti fino a 830mila nel 2020. Anche se i servizi sul territorio dedicati alla lotta contro la dipendenza alcolica sono presenti ormai da diversi anni (Serd), spesso è difficile intercettare persone che non sono in grado di accettare la loro dipendenza.

Esistono poi gruppi di mutuo aiuto, il più conosciuto dei quali è quello degli Alcolisti Anonimi, presenti in Italia con oltre 400 gruppi, uno dei quali presente in Zona 2, di cui forniamo più avanti i riferimenti. Alcolisti Anonimi è una associazione di auto-mutuo aiuto che nasce negli Stati Uniti nel 1935, ed è presente in Italia fin dal 1972.

Non ci sono medici o psicologi, ma solo persone che mettono in comune la loro esperienza per risolvere insieme il problema dell’alcolismo. Non ci sono requisiti da rispettare, AA è apartitica, aconfessionale, non ci sono registri, viene tutelato l’anonimato e il numero verde 800.411.406 risponde ventiquattr’ore su ventiquattro. Abbiamo posto alcune domande al gruppo Amici di Bill.

Cos’è l’alcolismo?

«Non è un vizio, ma una malattia. Alcolisti Anonimi condivide l’opinione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che considera l’alcolismo una malattia lenta, progressiva e mortale. A.A. è un’associazione di auto-aiuto (non di volontariato) di persone che mettono in comune la loro esperienza, forza e speranza, al fine di risolvere il loro problema comune e di aiutare altri a recuperarsi dall’alcolismo. L’unico requisito per diventare membri di A.A. è il desiderio di smettere di bere. Quindi Alcolisti Anonimi si occupa esclusivamente del recupero dell’alcolista una volta che si è riconosciuto afflitto da questa malattia. Malattia che per sua natura crea una dipendenza fisica e mentale i cui effetti negativi e atteggiamenti disfunzionali si ripercuotono negli ambiti affettivi, familiari, lavorativi e professionali».

L’alcolizzato appartiene a un ceto sociale o è trasversale?

«Alcolisti Anonimi parla di alcolisti e non di alcolizzati. Purtroppo, per la nostra esperienza, l’alcolismo risulta essere molto “democratico” per cui non vi sono ceti o classi sociali più a rischio di altre. Uomini e donne sono esposti a questa malattia in ugual misura anche in giovane età, come di recente ha ben evidenziato anche la pandemia, che oltre alle ricadute ha fatto emergere un pericoloso aumento di persone con questo problema».

A cosa corrisponde il termine “alcolista”?

«Alcolista come dicevamo è chi si riconosce tale. A.A. è composta unicamente da chi pensa di avere un problema con l’alcol. Chi entra in un gruppo di Alcolisti Anonimi non troverà mai nessuno che gli dice “tu sei un alcolista”. Potrà se vuole riconoscersi nelle storie degli altri e arrivare quindi alla consapevolezza della malattia. Ma con i suoi modi e con i suoi tempi. La frequentazione ai gruppi è libera e gratuita».

L’alcolismo è una dipendenza che ha molti fattori, è vero?

«Come dicevamo prima, per la nostra esperienza l’alcolismo influenza tanti ambiti della vita, ma non ci esprimiamo in proposito. Ognuno ha una storia diversa».

La pandemia ha riacutizzato questo genere di dipendenze?

«Sicuramente sì, durante il lockdown non solo in tanti sono ricaduti, ma è aumentato il numero delle persone che chiedevano aiuto ad A.A. L’associazione però si è organizzata, ogni gruppo ha dato vita a riunioni telefoniche oppure online. E questo aldilà di ogni più rosea aspettativa ha permesso a molte persone di smettere di bere».

I giovani che rapporto hanno con l’alcol? Perché bere non è più figo? Chi è cresciuto con Internet è molto attento ai rischi che comporta l’alcol oppure no?

«Occorre fare una premessa, in quanto Alcolisti Anonimi, come dicevamo prima, ci occupiamo dell’alcolista che si rivolge ad A.A. e chiede aiuto, e non del problema alcolismo. Quindi a queste tre domande ci è difficile rispondere. Di certo sono diversi i giovani che si rivolgono ai gruppi».

Il percorso negli Alcolisti Anonimi in che cosa consiste?

«In A.A. il recupero dall’alcolismo si basa sulla partecipazione alle attività del gruppo, entità di base dell’associazione, sul programma dei 12 Passi e delle 12 Tradizioni, linee guida scritte nel 1935 da Bill e Bob, i fondatori di Alcolisti Anonimi, e che costituiscono i principi mediante i quali i membri di A.A. si recuperano e l’associazione funziona. Nelle riunioni, in assoluta libertà e in anonimato, è possibile condividere la propria esperienza e soprattutto mettere in pratica il metodo dei 12 Passi (programma di recupero spirituale) e delle 24 ore (vivi un giorno alla volta). L’anonimato, da un lato, permette all’alcolista di non rivelare la propria identità, impegnandosi a non divulgare discorsi o storie personali udite nel corso delle riunioni di gruppo, e dall’altro riveste i significati più profondi di parità tra i membri e di umiltà nei comportamenti, facendo sì che i principi e i valori dell’associazione siano sempre anteposti alla personalità dei singoli».

«I principali scogli dell’alcolista sono riuscire a interrompere l’assunzione di alcolici e scongiurare la ricaduta, che d’un sol colpo può vanificare il lavoro fatto. Il passaggio da una precaria astinenza a una stabile sobrietà avviene se si accompagna alla rottura dei vecchi schemi comportamentali un radicale mutamento di stile di vita a partire dall’onestà con se stessi e con gli altri. È soprattutto in questa fase che il gruppo A.A. può rivelarsi uno strumento prezioso: partecipare regolarmente alle riunioni, mettendo in pratica il Programma dei 12 Passi e delle 12 Tradizioni consente all’alcolista anonimo di rafforzare progressivamente la propria sobrietà e di trovare nuovi valori e stimoli propositivi da sostituire a quelli che lo hanno portato a bere. Le riunioni dei gruppi sono riservate ai membri, ma periodicamente si tengono riunioni “aperte” alle quali chiunque abbia interesse a conoscere l’associazione e il metodo può partecipare».

Donne e uomini l’approccio con l’alcol è uguale?

«Per ogni persona l’approccio è diverso, quindi anche per donne e uomini. Non è possibile generalizzare».

Nella nostra società l’alcol non è considerato una “droga”. Cosa ne pensate della proposta avanzata dalla Comunità europea di inserire in etichetta che nuoce gravemente alla salute?

«Alcolisti Anonimi non è contro l’alcol, né tanto meno contro chi beve. Del resto, la quinta tradizione recita “Ogni gruppo non ha che un solo scopo primario: portare il messaggio all’alcolista che soffre ancora” e quindi a chi ci chiede aiuto».

Per informazioni e approfondimenti:
www.alcolistianonimiitalia.it
Amici di Bill, via Miramare 9, c/o Casa delle Associazioni
Tel. 339 4480256. Numero verde 800.411.406

I dodici passi

1. Abbiamo ammesso di essere impotenti nei confronti dell’alcol e che le nostre vite erano diventate incontrollabili.

2. Siamo giunti a credere che un potere più grande di noi avrebbe potuto riportarci alla ragione.

3. Abbiamo preso la decisione di affidare la nostra volontà e le nostre vite alla cura di Dio, come noi potemmo concepirlo.

4. Abbiamo fatto un inventario morale profondo e senza paura di noi stessi.

5. Abbiamo ammesso a Dio, a noi stessi e ad un altro essere umano l’esatta natura dei nostri torti.

6. Eravamo completamente pronti ad accettare che Dio rimuovesse tutti questi nostri difetti di carattere.

7. Gli abbiamo chiesto umilmente di eliminare le nostre mancanze.

8. Abbiamo fatto un elenco di tutte le persone che avevamo danneggiato e siamo diventati disposti a rimediare a tutte loro.

9. Abbiamo fatto ammenda verso tali persone ovunque possibile, tranne quando, così facendo, avremmo danneggiato loro oppure altri.

10. Abbiamo continuato a fare un inventario personale e, quando ci siamo trovati in torto, lo abbiamo subito ammesso.

11. Abbiamo cercato, attraverso la preghiera e la meditazione, di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio, come noi potemmo concepirlo, pregando solo per la conoscenza della sua volontà nei nostri riguardi e per la forza di realizzarla.

12. Avendo avuto un risveglio spirituale come risultato di questi passi, abbiamo cercato di portare questo messaggio ad altri alcolisti e di mettere in pratica questi principi in tutti i campi della nostra vita.

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